“Evitare un accordo separato delle parti sociali sulle regole della rappresentatività e della rappresentanza: è una necessità per il paese ed è un obiettivo raggiungibile”. Lo ha dichiarato Cesare Damiano, capogruppo Pd della commissione Lavoro della camera, alla vigilia dell’incontro tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria su contratti e rappresentanza.
“L’accordo stipulato da Cgil, Cisl e Uil nel 2008 su questi temi e la legge applicata nel pubblico impiego – ha detto – rappresentano una bussola di straordinaria attualità ed efficacia. Bisogna insistere su due principi cardine: le organizzazioni sindacali che sottoscrivono un accordo valido per tutti i lavoratori debbono certificare la loro rappresentatività. La logica del 50% più 1desunto dalla media tra i voti riportati nelle elezioni della rappresentanza sindacale unitaria e degli iscritti certificati, ha sempre funzionato ed impedisce che prevalga il concetto di accordo separato”. “Un secondo principio – ha proseguito – è l’elezione dei delegati dei lavoratori in azienda che eviti il ritorno alla pratica della loro nomina da parte delle organizzazioni sindacali. Inoltre si tratta di consentire, a tutte le organizzazioni che dichiarano una oggettiva presenza organizzata del luogo di lavoro di presentare la propria lista elettorale. Da questo punto di partenza si può successivamente ricavare un modello contrattuale condiviso. Per il Partito democratico è essenziale mantenere il contratto nazionale, anche se più leggero, accanto ad un contratto aziendale o territoriale”. “È dunque giunto il momento – conclude Damiano – di stipulare un nuovo contratto sociale capace di regolare le relazioni sindacali in termini partecipativi dopo il superamento, nei fatti, del protocollo del ’93”. (LF)
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