“Luigi Di Maio interviene, dopo Salvini, sul tema delle pensioni. Anche il candidato-premier del Movimento 5 stelle parla di ‘abolizione’ della legge Fornero, ma specificando come: con l’introduzione del criterio dei 41 anni di contributi per poter andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Si tratta della fotocopia della proposta di legge 857 (di cui ero primo firmatario) presentata da un folto gruppo di parlamentari Pd il 30 aprile del 2013 che, accanto al criterio dell’anzianità contributiva, introduceva anche il principio della flessibilità”. Lo dichiara Cesare Damiano (Pd), Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
“Come è noto – prosegue – la risposta della Ragioneria di Stato e dell’Inps, a proposito della quantificazione dei costi della proposta, fu scoraggiante: una valutazione, a regime (nel 2030), intorno ai 9 miliardi annui. Il risultato della iniziativa unitaria della Commissione lavoro fu comunque importante, ma più limitato: si introdusse la normativa dell’Ape sociale e quella dei ‘precoci’. Questi ultimi, possono andare in pensione con 41 anni di contributi, ma a condizione che abbiano lavorato almeno per 12 mesi prima dei 19 anni di età e che appartengano alle 15 categorie dei lavori gravosi”.
“Da lì – conclude Damiano – bisogna ripartire, perché un pezzo di strada è già stato percorso e, da quel piedistallo che abbiamo costruito con la nostra battaglia sulle pensioni condotta ininterrottamente dal 2012 fino ad oggi, sarà più agevole raggiungere l’obiettivo. Pensione di anzianità con 41 anni di contributi, Ape sociale strutturale, nona salvaguardia per gli esodati e continuazione della sperimentazione di Opzione Donna, possono diventare obiettivi credibili e non propagandistici se utilizzeremo il prezioso lavoro di silenzioso smontaggio della legge Fornero avvenuto nel corso di questi anni. Alla pura propaganda sostituiamo i contenuti”.