“Ci sono segnali positivi, la situazione resta difficile, siamo usciti da una situazione di crisi nera per arrivare a un periodo di stagnazione. Nessuno ha la bacchetta magica, gli asset e gli elementi però esistono, quindi la situazione non è proprio un bicchiere mezzo pieno ma si sta riempiendo”.
È questa la situazione dell’industria metalmeccanica in Italia tracciata dal vicepresidente della Federmeccanica con delega all’economia, Roberto Maglione, alla presentazione dei risultati della 128° indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica italiana.
“Ci sono dei punti incoraggianti, spiega Maglione, come la crescita parziale dell’export in paesi extraeuropei, tra i quali spiccano Cina (9.1%) e Russia (14,7%).” Il mercato statunitense si è indebolito, soprattutto a causa del rafforzamento dell’euro. “Teniamo conto che i cambi dell’euro non rispondono alla realtà del paese”. Anche per il mercato europeo esistono pochi segnali di ripresa, “sono diminuite del 6% le esportazioni verso la Germania e la Francia”. Ma il saldo finale si mantiene attivo a 43,813 mld di euro e “se il trend proseguirà con questo ritmo, potremmo avere un surplus di 65 miliardi di euro”. Una cifra altissima se si considera che nei primi otto mesi del 2013 il positivo dell’Italia sia stato pari a 19 miliardi di euro. “Il dato indispensabile è che quest’anno le aziende hanno svuotato i loro magazzini, quindi nel caso in cui ripartisse la domanda estera, sopratutto quella tedesca, le aziende dovrebbero ritornare a produrre per riempire i loro magazzini, con il conseguente avvio della ripresa“.
Difficile fare previsioni sull’andamento occupazionale “per via della Cassa integrazione, che attutisce gli aspetti delle variazioni occupazionali”. Ma per il 2014 si prevede una ripresa dell’occupazione.
I segnali di ripresa, secondo Maglione, si vedranno nel 2014, sopratutto se si riprenderà la domanda dei mercati, e sopratutto se proseguirà il pagamento dei crediti che le aziende hanno nei confronti della pubblica amministrazione”.
Sulla legge di stabilità, per la Federmeccanica i giudizi sono ancora prematuri: “È ancora presto per parlarne, ma posso dire che tutto l’impianto ha una dimensione della legge che non è all’altezza dei problemi nei quali ci troviamo di fronte. Stiamo vivendo una crisi, afferma Maglione, è calato il reddito delle famiglie, i consumi sono frenati, gli investimenti pubblici sono vincolati da regole miopi. Serve un impulso, sottolinea, una scossa dai decisori della politica economica”. Il problema, per Maglione, è l’assenza di cultura d’impresa, la demonizzazione del profitto, la mancanza di pianificazioni industriali, le energie economiche troppe volte spese per economie “effimere”, come la finanza, e non per le economie reali. “Il Paese tiene, conclude il vicepresidente di Federmeccanica, nonostante il difficile contesto, anche grazie a quelle ormai poche imprese che investono, rischiano, innovano e producono ricchezza reale.” Servono pianificazioni e scelte coraggiose quindi, “per quanto viviamo nel paese delle non scelte”.
Emanuele Ghiani