Rilanciare e valorizzare il lavoro femminile attraverso la contrattazione di genere. E’ stato questo il tema al centro dell’incontro dal titolo “Le donne cambiano..” che l’Assemblea nazionale delle delegate Filctem Cgil ha organizzato per dare una risposta concreta al problema delle disuguaglianze e delle discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro.
“Non è la solita iniziativa delle donne per le donne” ha commentato la segretaria nazionale della Filctem Cgil, Dalia Nardone, nella sua relazione introduttiva, ma l’obiettivo “è più ambizioso”: dare il via a un processo di cambiamento dell’intera organizzazione che deve attraversare un processo di cambiamento culturale.
E sul piano culturale l’Italia è ancora molto indietro: basti pensare che al Sud la disoccupazione femminile si attesta al 50%, con una donna su quattro che lascia il lavoro per la nascita di un figlio, che esiste ancora una forte asimmetria retributiva tra uomini e donne, dove le seconde sono sfavorite, in media, di circa il 15%, oltre al fatto che nelle aziende, anche in quelle in cui prevale l’occupazione femminile, le Rsu e Rsa sono a prevalenza nettamente maschile.
Il rafforzamento delle donne nel mondo del lavoro è una necessità e un’opportunità, ha sottolineato Nardone, mentre la crisi e i tagli lineari allo Stato sociale operati recentemente incidono sull’occupazione femminile, determinando un allontanamento progressivo delle donne dal mondo del lavoro.
Per questo occorre cominciare a discutere e applicare una contrattazione di genere che intervenga sulle condizioni concrete del lavoro femminile. Le donne della Filctem hanno elaborato linee guida che affrontano i temi dell’organizzazione del lavoro, della flessibilità degli orari, dell’estensione e dell’utilizzo del part-time, del telelavoro, della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. Occorre intervenire cercando di ampliare le stabilizzazioni, perché spesso le donne ricoprono posti precari e la maggior parte dei contratti al femminile sono part-time non volontari e contratti a tempo.
Queste proposte da sole ovviamente non bastano. Serve un cambiamento culturale.
Nonostante, infatti, spiega Nardone, l’apertura e la posizione politica che la Filctem ha assunto negli anni, è ancora molto difficile costruire sul tema del lavoro femminile percorsi comuni all’interno della categoria a sviluppare una coscienza collettiva, un cambiamento culturale tra settori attraverso un reciproco riconoscimento di esperienza diverse. Per questo occorre intervenire sul piano formativo, organizzando una campagna straordinaria di formazione a sostegno di nuove modalità di contrattazione che tengano conto delle differenze di genere e superino la segregazione sessulae.
L’idea è anche quella di costruire con la Cgil, che già nel suo piano del lavoro accenna alla questione lavorativa delle donne, e con Cisl e Uil un manifesto che contenga proposte politiche da presentare al governo.
All’esecutivo invece le donne della Filctem chiedono una maggiore attenzione sulle politiche di conciliazione e di welfare.