Una lettera inviata al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, per chiedere un confronto complessivo sul futuro del settore agricolo. E’ questo l’atto formale compiuto oggi da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che hanno sottolineato il nodo del lavoro occasionale e accessorio: le indicazioni di legge non sono chiare, a loro giudizio, e si prestano a diverse modalità interpretative. I sindacati avevano già chiesto di tornare ai contenuti del protocollo del 21 settembre, firmato con l’ex titolare del dicastero, Cesare Damiano: la vendemmia limitata a studenti e pensionati, da svolgersi in “piccole attività non strutturate”, come previsto nella definizione originale, al massimo con un’apertura verso le aziende a carattere famigliare. Il sì dell’Esecutivo è arrivato con l’articolo 22 del decreto 112, che ha ridimensionato l’area di utilizzo dei voucher: i buoni prepagati in sperimentazione da quest’anno, la nuova tipologia di impiego occasionale che non configura però un rapporto di lavoro subordinato. Allo stato delle cose, questi spetteranno solo alle imprese con volumi fino a 7.000 euro annui.
I sindacati sono soddisfatti a metà: da una parte apprezzano la marcia indietro del Governo, che rispetta l’accordo Damiano giudicato fondamentale per il comparto, dall’altra sollecitano l’emanazione del decreto attuativo. In questa fase, infatti, il rilascio e la gestione dei voucher sono affidati direttamente all’Inps; le categorie temono equivoci e si augurano di essere convocate per definire insieme le modalità di applicazione.
Ma è solo il primo capitolo di un confronto che i sindacati vogliono più ampio. Chiederanno risposte su due questioni principali: il mercato del lavoro e le agevolazioni fiscali. L’agricoltura è un settore segnato da una forte stagionalità, ricordano, e bisogna avviare una vasta opera di regolamentazione; non si può lasciare agli intermediari la gestione del mercato, come accade oggi al Sud, perché questa è l’anticamera dell’evasione e del sommerso. Lo spiega il segretario nazionale della Fai Cisl, Armando Zanotti, ricordando inoltre il ruolo centrale delle aliquote contributive. Le agevolazioni fiscali per le aziende scadono il 31 dicembre e i sindacati non intendono farsi scavalcare: “Un tema così importante – specifica – non può essere deciso unilateralmente, devono consultarci in una discussione a 360 gradi”. Con un occhio alla trattativa nazionale per la riforma dei contratti, che potrebbe cambiare gli assetti anche in agricoltura.
25 luglio 2008
Emanuele Di Nicola