Allarme delle imprese. “La stessa Legge di Stabilità – spiegano le tre associazioni di categoria – aveva determinato una proroga “tampone” di due mesi (fino al 28 febbraio), nel corso dei quali un tavolo tecnico guidato dai Ministeri dell`Istruzione, del Lavoro e dello Sviluppo Economico con Enti Locali, Imprese e Sindacati avrebbe dovuto “individuare soluzioni normative o amministrative ai problemi occupazionali connessi alla gestione dei servizi di pulizia”. Gli incontri “non hanno dato esito positivo, anche a causa delle palesi divergenze tra i rappresentanti dei diversi livelli istituzionali su ruoli e compiti del tavolo stesso, e i problemi sono rimasti insoluti”. A rendere la situazione “ancora più drammatica” per il settore c`è la “tassa sul licenziamento” Aspi (prevista dalla Legge Fornero) che le imprese, sottolineano le tre associazioni, dovranno corrispondere agli addetti che perderanno il lavoro per il taglio della spesa determinata dal Governo: circa 1.500 euro per ogni lavoratore. Una partita da oltre 15 mln di euro che graverà sulle imprese del settore già penalizzate dalla riduzione degli appalti e per scelte operate dal Governo. “La politica continua a essere assente e si continua a tagliare su servizi essenziali, mettendo a rischio la salubrità degli ambienti e il diritto allo studio di milioni di studenti”, affermano le tre associazioni promotrici della conferenza stampa.
Totale incertezza sui servizi di pulizia di 4.000 edifici scolastici in tutta Italia, una riduzione del personale di circa 11.000 unità, concentrata particolarmente nelle Regioni del Centro – Sud e una tassa di circa 15 milioni di euro che graverà sulle imprese a seguito delle decisioni del Governo. E` questo lo scenario, illustrato stamane nel corso di una conferenza stampa dai Presidenti delle tre Associazioni che rappresentano le imprese del settore pulizie e multiservizi Lorenzo Mattioli – Anip Fise/Confindustria, Fabrizio Bolzoni, Legacoop Servizi e Massimo Stronati Federlavoro/Confcooperative, che, in assenza di un tempestivo intervento da parte del nuovo Governo e del Ministero dell`Istruzione, si profila per le scuole italiane a partire dal 1 marzo. “Non si tratta di un`emergenza improvvisa, ma di un disastro annunciato e più volte evidenziato al Governo e al Ministero dell`Istruzione dalle associazioni di categoria, che nasce dai radicali tagli lineari operati in questo settore dal precedente Esecutivo (e da quelli che lo hanno preceduto) che, con l`ultima Legge di Stabilità, ha ridotto drasticamente (-48%) per il 2014 gli importi destinati alla pulizia delle scuole, passando da 545 mln a 284 mln di euro. La spesa per i servizi di pulizia passa così dall`1% allo 0,5% dell`intero bilancio del Ministero dell`Istruzione”. Ad oggi le persone che svolgono il servizio di igiene ambientale e ausiliariato in circa 4.000 scuole italiane sono oltre 24.000. Di queste, circa 11.500 sono ex lavoratori socialmente utili (soprattutto al Sud), mentre i restanti, presenti su tutto il territorio nazionale, fanno parte dei cosiddetti “appalti storici”. Il maggior numero di esuberi si concentra nelle Regioni centro – meridionali come Campania (3.500, soprattutto nel napoletano e casertano), Puglia (1.300), Calabria (800), Sicilia (oltre 650) e Lazio (600).
“Non è chiaro cosa accadrà negli edifici scolastici di queste Regioni a partire dal 1 marzo, con il rischio di non potere applicare la clausola sociale prevista dal Ccnl a tutela dei lavoratori e dovere pagare la “tassa sul licenziamento” da parte delle imprese”, denunciano le tre associazioni.