Lo smart working verrà incrementato nella Pubblica Amministrazione. “Il lavoro agile, o smart working, si è rivelato uno strumento chiave nel periodo cruciale dell’emergenza sanitaria” e “a regime intendo incrementare il ricorso al lavoro agile non solo aumentando la percentuale minima del personale, che ricordo a norma vigente essere pari al 10%, ma soprattutto prevedendo che ciascuna amministrazione, individuate le attività smartabili, attivi la modalità agile ad almeno la metà di esse”. Lo ha annunciato il ministro della P.A., Fabiana Dadone, nel corso del Question time al Senato.
L’obiettivo primario del lavoro agile “nell’immediato futuro è quello di migliorare l’organizzazione dell’amministrazione pubblica, al fine di raggiungere il punto di equilibrio tra la maggiore efficienza dei servizi resi alla collettività ed il benessere organizzativo interno, che, come già rilevato, può contribuire a maggiori risparmi da parte delle amministrazioni e ad una migliore sostenibilità in termini di impatto ambientale”, ha spiegato il ministro.
Dadone ha spiegato che il suo obiettivo “non è solo quello di incrementare tout court il lavoro agile, ma di condurre la P.A. verso una rivoluzione culturale, prima ancora che organizzativa, che ponga al centro dell’attività il prodotto e il conseguimento di risultati, in una cornice di accresciuta consapevolezza – soprattutto da parte della dirigenza pubblica – delle potenzialità del lavoro agile e delle rinnovate esigenze organizzative che ciascuna amministrazione è tenuta a compiere per realizzarlo pienamente”.
Per questo, secondo il ministro, “è altrettanto cruciale una formazione adeguata sia dei dirigenti che del personale non dirigenziale, e la verifica periodica della prestazione dei lavoratori in smart working, nel rispetto dei parametri temporali e del diritto alla disconnessione, onde scongiurare i rischi di una disponibilità illimitata”.
TN