Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per il risanamento ambientale e la continuità produttiva dell’Ilva di Taranto, che recepisce le indicazioni emerse nel corso dell’incontro tra governo, parti sociali, amministratori locali e vertici aziendali del 29 novembre scorso. “Non chiamatelo decreto ‘salva-Ilva’, perché il provvedimento semmai è salva ambiente, salute e lavoro presso l’Ilva di Taranto”. Questo l’invito del premier Mario Monti che ha sottolineato: il decreto è “blindato dal punto di vista della sua effettiva applicazione”.
Il premier ha notato che “molti problemi del nostro Paese derivano da una grande attenzione a legiferare, ma da una scarsa attenzione all’effettiva applicazione e rispetto delle norme. Nel provvedimento sono inserite tutele da questo punto di vista come la figura del garante sull’attuazione degli adempienti ambientali e delle altre disposizioni del decreto”. Insomma, “abbiamo presentato una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva applicazione”.
Palazzo Chigi ritiene che il decreto “consente un cambio di passo importante verso la soluzione delle problematiche ambientali, il rispetto del diritto alla salute dei lavoratori e delle comunità locali interessate, e la tutela dell’occupazione”.
“Con il provvedimento odierno all’Aia – si legge – è stato conferito lo status di legge, che obbliga l’azienda al rispetto inderogabile delle procedure e dei tempi del risanamento. Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall’Aia”.
Il decreto “mira a garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dell’occupazione presso lo stabilimento di Taranto, nel pieno rispetto delle fondamentali esigenze di tutela della salute e dell’ambiente, imponendo lo scrupoloso rispetto di tutte le prescrizioni adottate dalle autorità amministrative competenti”. Si stabilisce che la società Ilva abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell’Aia. L’Ilva è tenuta a rispettare pienamente le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale.