L’accordo sulla rappresentanza, sottoscritto la scorsa settimana dalla Confindustria e da Cgil, Cisl e Uil, rappresenta “la convinzione che anima queste organizzazioni di essere proprietarie del monopolio della rappresentatività di tutto il mondo del lavoro dipendente nel settore privato”. E’ questo il commento della Confederazione unitaria quadri (Cuq) sull’intesa che, pur rappresentando “indubbiamente un evento molto importante nelle evoluzioni delle relazioni sindacali”, è “un atto di ingiustificata arroganza” con il quale Confindustria e sindacati “si appropriano della rappresentanza nella contrattazione collettiva anche di quella parte del lavoro dipendente, (quadri, tecnici, professionalità), ormai maggioritario anche all’interno dell’industria manifatturiera, che non si riconosce nelle politiche rivendicative, e non solo in quelle, portate avanti dalle organizzazioni sindacali tradizionali”.
In particolare, la Confederquadri contesta la soglia del 5% prevista dall’accordo e, soprattutto, le modalità attraverso le quali si calcola e si certifica questo limite. A suo avviso, infatti, questa decisione rappresenta “un vero e proprio sopruso nei confronti di larga parte dei lavoratori ai quali si impedisce di esercitare i proprio diritti e di difendere i propri interessi”.
Per questi motivi, la Cuq chiede al governo di intervenire con una legge sulla rappresentanza che tuteli gli interessi di tutti i lavoratori e riconosca i diritti di rappresentanza anche delle organizzazioni realmente rappresentative di tutte le categorie professionali presenti nel mondo del lavoro.