La ripresa dell’economia italiana si allontana. E’ la valutazione del Centro Studi di Confindustria secondo cui “sale la probabilità di una caduta del pil nel secondo trimestre 2012 più accentuata di quella prevista a dicembre (-0,3%) e forse di quella stimata per il primo (-1,0%)”.
Secondo Confindustria, inoltre, “la domanda interna (specie i consumi) cala più del previsto e l’export ha perso slancio rispetto a qualche mese fa, nonostante il commercio mondiale vada meglio”. E, come se non bastasse, “il credit crunch si è ulteriormente accentuato”. Un dato rilevato anche dalla Banca centrale europea, secondo cui la stretta creditizia è aumentata tra ottobre e marzo, prima di rallentare ad aprile.
Il CsC poi si attende “un’altra decisa riduzione” dell’attività industriale nel secondo trimestre visti il peggioramento di giudizi e attese delle imprese sulla produzione e il Pmi manifatturiero. L’aumento del numero di persone in cerca di occupazione conferma le difficoltà dei bilanci delle famiglie (che tendono a rimpolpare il risparmio precauzionale), mentre i margini delle imprese sono erosi dai maggiori costi unitari, anche del lavoro.
Più in generale, il CsC rileva che “lo scenario economico ha cessato di migliorare. La ripresa Usa continua poco robusta, perché la fiacchezza del mercato del lavoro non rende sostenibili le attuali dinamiche dei consumi. Lo sviluppo degli emergenti resta un motore potente che però viaggia a un minor numero di giri”. Nel vecchio Continente, invece, “gli ultimi indicatori segnalano che la recessione nell’Eurozona e nel Regno Unito si sta accentuando. Nel manifatturiero diminuiscono sia l’attività sia, a ritmo anche più forte, i nuovi ordini, preannuncio di negativi andamenti produttivi nei mesi a venire. Il contagio lambisce ora la Germania (che pure a marzo ha registrato incrementi significativi) e ha investito i Paesi Bassi; qui é scoppiata la bolla immobiliare, che rimane invece gonfia e minacciosa in Francia”.