La nuova tornata contrattuale 2010-2012 costerà 5,3 miliardi di euro: 1,6 miliardi per il 2010, circa 2 nel 2011 e 1,7 nel 2012, “con una maggiore spesa rispetto alle regole dell’accordo di luglio 1993 nel 2011”. È la stima della Corte che emerge “da un esercizio tecnico sugli effetti dell’applicazione delle nuove regole” svolto dalla stessa Corte dei Conti.
La magistratura contabile evidenzia che “la contrattazione collettiva nazionale fino a tutto il biennio 2006-2007 non è riuscita a mantenere la crescita delle retribuzioni nei limiti previsti dall’accordo di luglio 1993 sulla politica dei redditi. In tale periodo è risultato evidente – sottolinea nella ‘Relazione 2010 sul costo del lavoro pubblico – il divario tra gli incrementi contrattuali e la dinamica del fenomeno inflattivo”.
La sessione negoziale relativa al biennio 2008-2009, in fase di completamento, “riconosce per la prima volta agli interessati incrementi sostanzialmente in linea con il tasso di inflazione programmata (3,2%)”. Con riferimento a tale tornata contrattuale, la Corte conferma però “le perplessità, legata all’attuale contesto macroeconomico e di finanza pubblica, in ordine alla prevista assegnazione ai fondi per la contrattazione integrativa dei tagli alla spesa di personale effettuati dal decreto-legge 112 del 2008.
La relazione della Corte sottolinea poi “il ritardo nell’avvio delle trattative contrattuali per la nuova tornata contrattuale 2010-2012, destinata a svolgersi nell’ambito delle regole previste dall’intesa sull’assetto delle relazioni sindacali sottoscritta il 30 aprile 2009, che sostituisce l’accordo di luglio 1993 sulla politica dei redditi. La quantificazione delle risorse è stata infatti rinviata alla legge finanziaria per il 2011”, conclude. (FRN)