La Corte Costituzionale si è espressa positivamente sul referendum proposto da nove consigli regionali contro le trivellazioni in mare. I quesiti proposti dalle Regioni erano in tutto 6, cinque dei quali riguardavano la durata delle autorizzazioni, esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti che sono stati bloccati dalla Corte dopo le modifiche fatte dal governo con la legge di Stabilità.
Numerosi i commenti di chi ha sostenuto la proposta del referendum “l’impegno per ottenere lo svolgimento degli altri referendum deve continuare – ha commentato il responsabile nazionale Fiom per l’Ufficio Salute, Ambiente e Sicurezza, Maurizio Marcelli – ma la campagna per conquistare la vittoria a questo referendum deve iniziare da subito e la Fiom, come ha fatto nelle settimane passate, sarà con il movimento ‘NoTriv’ per conquistare il consenso a questa battaglia, che è anche quella di tanti lavoratori metalmeccanici.”
In un comunicato congiunto le associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e WWF hanno fatto sapere che“La Sentenza della Corte Costituzionale, che ha confermato il referendum sulle trivelle sul quesito già ‘promosso’ dalle Corte di Cassazione, ci dà lo spunto per rilanciare richieste chiare al Governo: rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell`area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani.”
Tali associazioni denunciano come “la volontà del Governo di tutelare gli interessi dell`economia fossile abbia creato un conflitto istituzionale senza precedenti nel Paese. Pur di assecondare le lobby dei petrolieri, l`esecutivo Renzi aveva promosso forzature inaccettabili, come la classificazione delle trivellazioni come ‘opere strategiche’ (dunque imposte a forza ai territori) e la creazione di servitù potenzialmente senza limiti di tempo, con concessioni prorogabili ad oltranza. Con le modifiche introdotte nella Legge di Stabilità 2016, grazie all`iniziativa referendaria, l`esecutivo di Renzi è stato in larga misura costretto a smentire se stesso”.
Infine, le associazioni ambientaliste “chiedono che nessuna nuova infrastruttura estrattiva possa essere realizzata in deroga a un Piano delle aree, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, come stabilito dalla normativa comunitaria. E dichiarano tutto il loro impegno per la campagna referendaria, che da oggi ufficialmente, impegnerà tutte le energie positive del Paese nel tentativo di respingere l`assalto dei petrolieri ai nostri mari e i piani fossili del governo di Roma”.