Nel settore delle costruzioni sono a rischio 30mila posti di lavoro se non si adottano misure di sostegno alla domanda di investimenti. Lo sostiene Ancpl-Legacoop in occasione dell’assemblea nazionale delle cooperative di costruzioni riunita a Roma. “Comprendiamo bene – ha detto il presidente Carlo Zini – la necessità di controllare il disavanzo, ma crediamo che debba essere compatibile con una politica di sviluppo che separi la spesa necessaria da quella improduttiva”. C’é il rischio “concreto di un’ulteriore perdita di oltre 30mila posti di lavoro” che “rende non più rinviabile l’adozione di misure di sostegno alla domanda, in particolare di investimenti, per salvare base produttiva e occupazione e favorire una ripresa produttiva senza la quale non c’é possibilità di risanamento finanziario”. In concreto l’associazione chiede che il governo nazionale e i governi regionali avviino una decisa azione di razionalizzazione delle modalità di spesa delle risorse pubbliche, di maggiore programmazione degli interventi, di riduzione del numero delle stazioni appaltanti, di semplificazione delle procedure di gara. Inoltre bisogna dare continuità ai finanziamenti delle grandi opere e agli investimenti per quelle piccole e medie, eliminando anche i ritardi di pagamento della pubblica amministrazione e dando rapida attuazione al piano casa. Tra le misure urgenti l’associazione enumera anche la revisione della disciplina Iva per la cessione di abitazioni e degli oneri di urbanizzazione. In più si auspicano regole efficaci per ridurre i tempi di realizzazione delle opere. Infine la crisi delle imprese si traduce in una grave contrazione dell’occupazione che pone l’esigenza di tutelare in modo adeguato i lavoratori colpiti. Poiché gli edili percepiscono un assegno di cassa integrazione ordinaria minore dei lavoratori dell’industria a fronte di maggiori contributi versati, l’Ancpl-Legacoop chiede una progressiva equiparazione del trattamento. (FRN)