Si va verso la stretta finale? Forse sì. Ma prima di abbandonarsi a previsioni troppo nette ci vuole almeno un attimo di riflessione. Infatti, stiamo parlando della trattativa per il nuovo contratto dei metalmeccanici. Una trattativa che si dipana da più di un anno, passando di fase in fase, tra accelerazioni e frenate. La prudenza è dunque d’obbligo.
E tuttavia, oggi la notizia c’è. Al termine di un incontro svoltosi a Roma, e durato poco più di un’ora, tra i vertici di Fim, Fiom e Uilm, da un lato, e di Federmeccanica e Assistal, dall’altro, le parti hanno deciso di convocare, per la prossima settimana, tre giorni consecutivi di trattativa in sessione plenaria. Una non stop che andrà da mercoledì 23 a venerdì 25 novembre.
Quale può essere il significato di questa notizia? Rispondere non è difficile. Basta guardarla nei suoi diversi aspetti. Primo: come ha sottolineato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, l’incontro di mercoledì 23 sarà il primo a delegazioni piene dopo quello di mercoledì 28 settembre. Per tutto il mese di ottobre, e per metà di quello di novembre, il negoziato è andato infatti avanti attraverso una serie di riunioni “in ristretta” in cui quelle di carattere tecnico, volte ad approfondire singole questioni e a stendere i testi di un possibile accordo, si sono alternate a quelle di carattere politico, in cui i vertici delle parti trattanti esaminavano i risultati del lavoro svolto e decidevano poi come portarlo avanti. Adesso, il ritorno a incontri cui le delegazioni sindacali e imprenditoriali partecipano nella loro interezza vorrà pur dire qualcosa.
Secondo: la non stop. In una qualsiasi trattativa, questo è, di per sé, un segnale inequivocabile. Portare avanti in negoziato per più giorni consecutivi, in linea di massima, può servire solo a una cosa: a definire un accordo conclusivo.
Dopodiché, va anche detto che, stando a quanto comunicato anche oggi dalle parti trattanti, potrebbe apparire azzardato dire che l’accordo è vicino. Infatti, da un lato, c’è ancora parecchio lavoro da fare mentre, dall’altro, non risulta che vi sia ancora un’intesa sul punto cruciale di questa lunga trattativa: il rapporto fra contratto nazionale e contrattazione aziendale nella determinazione degli aumenti salariali.
Intanto, negli ultimi incontri tecnici, quelli di giovedì 10, venerdì 11 e martedì 15 novembre, sono stati fatti altri passi avanti che hanno consentito la stesura di testi relativi ai temi della salute e sicurezza e degli eventuali trasferimenti di dipendenti metalmeccanici da una sede lavorativa a un’altra. Sul primo punto, in particolare, Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, ha sottolineato che il negoziato sin qui svolto ha consentito di raccogliere le migliori esperienze realizzate a livello aziendale in materia di prevenzione dei rischi attraverso analisi condivise da imprese e rappresentanze dei lavoratori.
Lo stesso Bentivogli ha poi spiegato ai cronisti presenti presso la sede nazionale di Confindustria che il programma della trattativa sarebbe quello di risolvere, almeno con delle intese di massima, entro lunedì 21, o al più tardi entro martedì 22, gran parte degli aspetti del negoziato che sono ancora aperti, e cioè le questioni relative agli orari di lavoro e all’inquadramento professionale dei lavoratori. Questioni non piccole, come si vede.
Ciò fatto, i tre giorni di non stop potrebbero essere dedicati per intero alla questione cui abbiamo sopra accennato e che costituisce, fin dal dicembre dell’anno scorso, il vero nodo della trattativa: da un lato, il rapporto fra contratto nazionale e contrattazione di secondo livello nella determinazione degli aumenti delle retribuzioni nominali; dall’altro, il rapporto fra tali aumenti e l’andamento dell’inflazione.
Rispetto a tali questioni, Fim, Fiom e Uilm insistono, innanzitutto, sull’idea che il recupero dell’inflazione debba essere integrale fino alla scadenza del prossimo contratto. Inoltre, un punto su cui i sindacati resistono unitariamente alle pressioni di Federmeccanica è quello degli scatti di anzianità; scatti cui i sindacati non sembrano intenzionati a rinunciare.
Per venerdì 18, intanto, è stata convocata a Roma l’Assemblea nazionale della Fiom. Si tratta del massimo organismo dirigente del sindacato dei metalmeccanici Cgil, cui lo Statuto assegna il compito di definire la politica contrattuale. E anche questa convocazione rafforza la sensazione che il negoziato sia ormai arrivato a una fase decisiva.