Si alza la temperatura al tavolo di rinnovo del contratto 2024-2027 dei metalmeccanici. Federmeccanica-Assistal e le organizzazioni sindacali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil si sono incontrate per la settima volta dall’avvio della trattativa (il 30 maggio 2024) e sono emerse non poche frizioni tra le parti. La posizione di Federmeccanica-Assistal è chiara soprattutto sul tema dei salari: no ad ulteriori aumenti, perché gli effetti e i risultati del modello già in essere, con adeguamenti retributivi dei minimi di garanzia pari a 310 euro riconosciuti nella vigenza del contratto (2021-2024), “non hanno precedenti ed eguali”. Una posizione che ha acceso lo scontro, anche perché le due associazioni imprenditoriali hanno presentato una “contro piattaforma” – non di tre anni come previsto da Fim, Fiom, Uilm, ma di quattro – i cui contenuti vanno in direzione contraria alle richieste sindacali e “non fa prefigurare la possibilità di un accordo” per il rinnovo del contratto, come afferma il leader della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. “Noi abbiamo la responsabilità di esplicitare che se nei prossimi incontri non si attestano avanzamenti – dice – terminata a metà novembre la fase di moratoria prevista dal contratto si aprirà una fase di conflittualità che tutti quanti vorremmo evitare”.
In particolare, spiega il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, Federmeccanica-Assistal ha affermato che punta a costruire un contratto sul modello dell’ESG: Environment, Social e Governance come richiesto nella piattaforma unitaria, ma su questo “non ci sono state risposte”, aggiunge Uliano. Sul salario, punto nodale della trattativa, “non è previsto nessun aumento certo e non sarà garantito nulla di più di quello che sarà definito in base all’andamento dell’inflazione (IPCA NEI) – continua De Palma -. È pure precisato che, se la cifra dell’adeguamento, tra previsione e consuntivo, risultasse superiore all’1%, il differenziale verrà riconosciuto a partire dal mese di dicembre di quello stesso anno e non più a giugno. Questo determinerebbe un peggioramento del modello contrattuale”. Complessivamente, precisa Uliano, “le distanze salariali sono enormi sia sui minimi, ma anche sulla proposta economica sulla mancata contrattazione aziendale (elemento perequativo) non si dà la piena copertura a tutti i lavoratori e si rischia di compromettere la contrattazione aziendale dove viene praticata”.
Una proposta che il segretario generale della Uilm-Uil, Rocco Palombella, definisce inaccettabile. “Abbiamo rinnovato dal 2012 a oggi – spiega Palombella – tre contratti su quattro, se consideriamo che il contratto dovrebbe durare un triennio, e complessivamente abbiamo preso 481 euro che, se li dividiamo per 12 anni e mezzo, significa che i lavoratori metalmeccanici hanno guadagnato 38,5 euro lordi all’anno. Non mi pare una cifra da capogiro”.
“Noi – aggiunge – non abbiamo fatto altro, nell’ultimo rinnovo del 2021 con la clausola di salvaguardia, di difendere il potere d’acquisto dei lavoratori. E nonostante questo i numeri ci dicono che nell’ultimo triennio i lavoratori hanno perso il 5% di potere d`acquisto. Non abbiamo bisogno di contro proposte – ribadisce Palombella – i nostri punti rispondono ai bisogni reali dei lavoratori: aumenti salariali sostanziosi, riduzione dell`orario di lavoro e maggiori tutele. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei lavoratori che hanno scelto, discusso e votato una piattaforma approvandola con oltre il 98% dei consensi”.
Anche sui temi del welfare, a partire dalle risposte alle situazioni di non autosufficienza, “ci sono distanze – riprende Uliano -. Queste vanno messe non dentro una logica assicurativa, ma previdenziale e non ci sono risposte per il welfare per i giovani e le famiglie. Anche sui temi della precarietà giovanile non vediamo risposte nella proposta datoriale. Sull’orario di lavoro non rileviamo nessun elemento sulla nostra proposta di conciliazione vita/lavoro e riduzione orario, dalla proposta di un quadro di riferimento per lo smart-working, alla proposta della riduzione oraria”.
Le distanze sono tutte sul tavolo e i sindacati paventano lo stato di agitazione. “Ci aspettavamo – conclude il segretario generale della Fim-Cisl – un elemento di responsabilità da parte imprenditoriale nel costruire le condizioni per andare verso un accordo, condizioni che oggi non vediamo. Non abbandoniamo il tavolo, ma se nei prossimi incontri il negoziato deve servire a costruire nuove risposte, partendo dalle nostre richieste, senza alcun pregiudizio, deve essere chiaro che se non ci saranno avanzamenti sui vari capitoli si determinerà inevitabilmente una situazione di conflitto che vorremmo evitare”.
“È iniziato con oggi il conto alla rovescia – avverte De Palma -: se non ci sarà una reale trattativa sulla nostra piattaforma per il rinnovo dovremo mettere in campo tutte le iniziative necessarie dal blocco delle flessibilità fino allo sciopero. La scelta della rappresentanza delle imprese metalmeccaniche e delle installazioni di impianti di riportare indietro le lancette dell’orologio a prima del rinnovo del 2016, danneggia la trattativa e mette a rischio il suo esito. È necessario rinnovare il CCNL per dare certezza al sistema industriale per affrontare il contesto di grande instabilità politica, economica e sociale. Il CCNL è lo strumento per avviare urgentemente il confronto con il Governo per ottenere le norme e le risorse necessarie ad una politica industriale, occupazionale, fiscale e sociale necessaria al rilancio dell’industria e al nostro Paese”.
Al centro, comunque, resta la volontà di far progredire la trattativa attraverso il dialogo. “Vogliamo continuare a discutere nel merito dei punti della nostra proposta – chiosa Palombella – e a questo punto avviare una fase di consultazione con i lavoratori. Non vogliamo il conflitto, se non ce ne sarà bisogno. Non ci sono vincitori o vinti, o si vince o si perde insieme”.
Nei prossimi giorni sarà definita la data per il prosieguo della trattativa.
e.m.