Come quello sottoscritto il 22 di luglio tra Fim Cisl e Uilm Uil con Confimi industria, l’organizzazione delle piccole e medie imprese metalmeccaniche che raccoglie circa 80 mila lavoratori, per il rinnovo del contratto nazionale.
La trattativa, avviata il 6 maggio in vista della scadenza del precedente accordo fissata il 31 dello stesso mese, si è articolata sulla base della piattaforma presentata da Fim-Cisl e Uilm-Uil.
L’intesa raggiunta con Confimi, superando vecchi e paralizzanti rituali, costituisce un risultato importante per la categoria perché valorizza il ruolo delle relazioni sindacali, introduce elementi innovativi e rafforza le tutele dei lavoratori, migliorando le condizioni di lavoro e la qualità degli strumenti a sostegno dell’occupazione.
Con questo obiettivo abbiamo siamo arrivati all’accordo ottenendo anche un altro risultato, quello di indicare la strada a tanti segmenti delle associazioni di impresa del settore metalmeccanico – artigianato, cooperative, orafi e argentieri – che non mostrano alcuna autonomia negoziale e bloccano i contratti scaduti da mesi in attesa dell’evoluzione della vertenza con Federmeccanica.
Un atteggiamento sbagliato, il loro, perché non esistono relazioni sindacali in fotocopia. Oggi in Italia ci sono oltre sette milioni di lavoratori in attesa da mesi di rinnovo contrattuale, un numero troppo elevato e periodi troppo lunghi di vacanza, che deve far riflettere. La firma di un contratto, raggiunta attraverso un ragionevole compromesso tra le parti, è momento essenziale di un sistema di relazioni industriali costruttive, sia per i lavoratori che per le imprese. Proprio il sistema di relazioni industriali, però, è minacciato dall’ostruzionismo di Federmeccanica, che tiene bloccata la trattativa da oltre 8 mesi sulle posizioni espresse ormai lo scorso anno, il 22 dicembre 2015, che trascina con se’ quasi l’intero comparto dei metalmeccanici.
E’ come una nave che non esce mai dal porto, che si accontenta di galleggiare tra un convegno e l’altro, dove l’innovazione è solo predicata e mai praticata. Senza Contratto l’innovazione resta esercizio teorico.
I contenuti dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto
Il contratto nazionale Confimi avrà validità triennale: dal 1 giugno 2016, al 31 maggio 2019. E’ stato previsto un aumento salariale di 25 Euro mensili al 5° livello riparametrati a decorrere dal 1° settembre 2016 a copertura del primo anno di vigenza contrattuale, con l’impegno a definire entro aprile 2017 gli ulteriori incrementi retributivi per il secondo e terzo anno del contratto. L’ipotesi d’accordo prevede una una tantum di 75 Euro per i mesi di giugno, luglio e agosto.
Viene poi estesa dal 1° gennaio 2017 la sanità integrativa a tutti i lavoratori e i loro familiari, con 11 Euro mensili a carico delle aziende e 1 Euro mensile a carico del lavoratore.
Viene introdotto il diritto soggettivo alla formazione professionale dei lavoratori, con una quota di 24 ore nel triennio, e si avvia il percorso della riforma dell’inquadramento che prevede l’entrata in vigore di un sistema a fasce professionali entro la vigenza del contratto.
Sono previste inoltre innovazioni importanti in tema di orari e conciliazione vita-lavoro, tra cui l’orario plurisettimanale programmato, il lavoro agile, il frazionamento dei congedi parentali a ore, permessi per favorire il ricongiungimento familiare degli immigrati. Viene regolato l’istituto delle ferie solidali, con la possibilità su base volontaria del lavoratore di cedere una quota delle proprie ferie arretrate a colleghi che ne abbiano necessità per gravi ragioni di cura e assistenza familiare.
In tema di occupazione, viene regolato l’istituto dell’apprendistato per favorire l’alternanza scuola lavoro e i percorsi di alta qualificazione, e si introduce un nuovo importante strumento, denominato “Socrate”, di ingresso e stabilizzazione al lavoro di giovani, donne e ultracinquantenni disoccupati con un salario tabellare specifico, ridotto di circa il 15%, per un periodo da 6 mesi a 18 mesi massimo, con l’inserimento stabile a tempo indeterminato al lavoro. Nei casi di mancata conferma, invece, è prevista l’erogazione al lavoratore dell’intera differenza retributiva.
Viene previsto infine l’impegno all’utilizzo degli ammortizzatori sociali di tipo conservativo nelle crisi aziendali e il rispetto dei criteri sociali di scelta nei casi di mobilità.
Sul capitolo delle relazioni sindacali sono previsti indirizzi per la contrattazione territoriale delle normative e del premio di risultato, il rafforzamento del sistema di informazione e del ruolo delle parti sociali in materia di formazione, salute e sicurezza, reti territoriali per il lavoro.
L’ipotesi di accordo per il contratto Confimi sarà ora discussa con i lavoratori nelle Assemblee e sarà oggetto di consultazione specifica con gli iscritti per la sottoscrizione definitiva.
Il Contratto Confimi può rappresentare una indicazione utile per smuovere le trattative del comparto dell’artigianato e degli orafi e argentieri che sono bloccate da mesi, quella delle cooperative che è appena ripartita, e quella dell’industria privata, che è bloccata a causa dell’intransigenza delle controparti.
Occorre che Federmeccanica e Assistal abbandonino il proprio oltranzismo e l’idea stravagante di riconoscere la difesa del potere d’acquisto dei salari solo al 5% dei lavoratori. Ciò significherebbe, in pratica, annullare il senso e la portata del contratto nazionale di categoria. Sarebbe una ferita mortale per il sistema delle relazioni sindacali e contrasterebbe con le necessità di rilancio del nostro sistema industriale. Semplicemente, ci dovranno ripensare.