Bruxelles torna all’attacco dell’Italia e sollecita in tempi brevi una correzione dei conti pubblici. Una manovra bis per 3,4 miliardi pari a circa lo 0,2% del Pil, senza la quale l’Europa è pronta ad aprire una procedura per deficit eccessivo a carico di Roma. Il Tesoro assicura che le trattative sono già in corso per raggiungere una mediazione che scongiuri la bocciatura dell’Italia e che eviti rischi per la crescita.
“Sono in corso in questi giorni contatti con la Commissione Europea – fanno sapere da Via Venti Settembre – per valutare i passi opportuni per evitare l`apertura di una procedura di infrazione e al tempo stesso scongiurare il rischio che interventi restrittivi sul bilancio compromettano la crescita riavviata nell`economia nazionale a partire dal 2014 ma ancora debole”. Tuttavia, dal ministero sottolineano che al momento non è pervenuta alcuna lettera ufficiale da parte dell’Europa. Nella missiva il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, dovrebbe chiedere al ministro delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan, una correzione entro il primo febbraio, data della pubblicazione delle previsioni d’inverno di Bruxelles.
Proprio per affrontare la delicata questione, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha incontrato Padoan. L’obiettivo è quello di mettere in campo tutti gli sforzi possibili per evitare il commissariamento dell’Italia. Premier e ministro sono, tuttavia, consapevoli che questa volta sarà impossibile ottenere sconti da Bruxelles che chiede una manovra aggiuntiva sul deficit strutturale (l`indebitamento al netto delle spese una tantum).
Per la Ue, per evitare il cartellino rosso all’Italia, sarà necessario abbassare l’indebitamento di due decimali rispetto al 2,4% stimato da Bruxelles.
L’ultimatum dell’Europa torna puntuale dopo la presa di posizione dei ministri finanziari della zona euro all’indomani dell’esito referendario. All’esecutivo Renzi era stato chiesto di adottare le misure necessarie per rispettare il patto di stabilità nel 2017, altrimenti sarebbe scattata la procedura per deficit eccessivo per il mancato rispetto della regola del debito. E sul calo del debito, il Tesoro oggi ha ricordato che il percorso di riduzione “non registra ancora un`adeguata propensione alla contrazione a causa di due fattori fuori dal controllo del governo: l`andamento dei prezzi negativo che incide sull`andamento nominale del prodotto interno lordo come non accadeva dal 1959, e le condizioni avverse dei mercati finanziari che non hanno reso possibile la cessione di beni del patrimonio dello Stato a condizioni adeguate”.