L’Italia potrà deviare dall’obiettivo, già conseguito, del pareggio strutturale di bilancio per fare investimenti pubblici produttivi per la crescita, pur restando comunque sotto la soglia del 3% nel prodotto deficit/Pil, sempre in termini strutturali (e non nominali). Questa l’interpretazione che dà il governo, secondo le parole del ministro per le Politiche europee Enzo Moavero Milanesi, alle decisioni prese ieri dal Consiglio europeo di Bruxelles.
A margine della conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Monti, ieri notte al termine della prima giornata del vertice Ue, Moavero ha precisato che comunque le decisioni sugli interventi pubblici che potranno essere prese “dovranno essere discusse con la Commissione europea e forse anche con l’Eurogruppo”, per verificare che rispettino determinati criteri, ovvero che si tratti davvero di investimenti produttivi e favorevoli alla crescita. E’ questa la nuova ‘flessibilità’ nelle politiche di bilancio che si è riusciti a ‘consolidare’ durante la discussione fra i capi di Stato e di governo, per spostare finalmente l’accento dalla disciplina finanziaria alle politiche di crescita, sempre più necessarie per arginare la disoccupazione e uscire dal circolo vizioso fra tagli di spesa pubblica e ulteriore recessione.
“In questa fase – ha detto Monti durante la conferenza stampa – utilizzeremo appieno i margini di flessibilità presenti nel Patto di stabilità e nel trattato di bilancio (il ‘Fiscal Compact’, ndr): il che non significa, come ho sottolineato con i nostri amici nordici, spazi indeterminati e ‘creativi’, ma quelli definiti dopo aspre, anzi diciamo intense discussioni, e che fanno parte ormai dei testi di riferimento. Uno dei problemi che ha l’Ue – ha osservato il premier – è che non sempre dà piena attuazione a ciò che è stato deciso; ed è cattiva attuazione anche gestire i controlli (nella disciplina di bilancio, ndr) come se quei margini non fossero stati introdotti”.
Dopo aver sottolineato che un paese che, come l’Italia, ha mantenuto i propri impegni “è più credibile nell’uso di quei margini senza intento elusivo”, Monti ha aggiunto che durante il vertice, ieri, “il presidente Barroso ha illustrato il lavoro che la Commissione europea sta facendo per rendere operativi quei meccanismi previsti nel testo, e ha riconosciuto che non ci sono contraddizioni con le proposte italiane che ha ascoltato e letto” nella lettera consegnata dallo stesso Monti a tutti i colleghi del Consiglio europeo, al suo presidente Herman Van Rompuy, al presidente della Bce Mario Draghi e al presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.