Alla fine, ce l’hanno fatta. Il documento Confindustria-sindacati sulle relazioni industriali e la riforma dei contratti ha visto la luce, sia pure in forma ancora ufficiosa, la sera di mercoledi 24 gennaio. Gli sherpa hanno ultimato il loro lavoro, adesso la palla passa agli organismi politici, che dovranno dare il via libera al testo e quindi, se non ci saranno altri intoppi, procedere alla firma. A spingere per un accordo e’ stato, soprattutto, l’incertezza di quello che verra’ dopo le elezioni di marzo. E infatti nel documento, 15 pagine in tutto, non ci sono novita’ rivoluzionarie; piuttosto, c’e’ un riordino puntuale dell’esistente, specie per quanto riguarda i contratti. La Confindustria ha accettato che il livello nazionale possa comprendere non solo il recupero dell’inflazione, ma anche aumenti piu’ consistenti, che quindi non saranno limitati al secondo livello, ma che ovviamente non potranno sovrapporsi a quelli ottenuti in quest’ultimo.
Per risolvere il nodo dell’autonomia delle categorie, invocata sia dal fronte sindacale che da quello datoriale, l’escamotage e’ invece in una geniale definizione: ‘’governance flessibile’’. In altre parole, come si legge nel documento, un modello ‘’in grado di assicurare coerenza di sistema, pur nel rispetto delle differenti peculiarita’ che connotano i settori, i territori e le aziende dove la contrattazione collettiva di Confindustria si esercita’’. Ovvero, tutti potranno continuare a scegliere il modello contrattuale preferito, cosi’ come nella precedente tornata di rinnovi, ma all’interno di una cornice, diciamo, comune.
Il welfare contrattuale dovra’ a sua volta trovare una cornice di regole, per evitare di sfilacciarsi in un oceano di buoni benzina, abbonamenti a palestre o sconti acquisto, e puntare invece su bisogni primari come previdenza e sanita’ integrativa. E ancora, l’intesa prevede che sia rafforzato il ruolo di Fondimpresa, di cui sono ‘’azionisti’’ sia Confindustria che i sindacati, e che dovra’ sempre piu’ essere valorizzata destinando ‘’quote sempre piu’ importanti delle risorse’’ verso contenuti formativi che tengano conto anche dell’innovazione tecnologica. Via libera, come previsto, anche alla ‘’conta’’ della rappresentanza datoriale. Confindustria ha accettato di farsi “pesare’’ sulla bilancia del chi rappresenta chi, cosi come da tempo hanno fatto Cgil, Cisl e Uil. Il compito di certificare i dati sara’ appannaggio del Cnel. Prima conseguenza di questa nuova conta dovrebbe essere innanzi tutto la messa al bando dei contratti pirata, quelli che fanno accordi in dumping, alla faccia di sindacati e Confindustria. Ma in seconda battuta ne deriva anche anche la novita’ della “perimetrazione contrattuale”, fortemente chiesta da Viale dell’Astronomia, per arginare la concorrenza da parte di altre associazioni di impresa (Artigiani e Commercio, in particolare) sul ricco terreno dei servizi.
Infine, il documento prevede l’apertura a forme ‘’sperimentali’’ di partecipazione ‘’piu’ efficaci e incisive rispetto al passato, con particolare riferimento agli aspetti di natura organizzativa’’. Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, infine, considerano ‘’un’opportunita’’ anche la valorizzazione di ‘’forme di partecipazione nei processi di definizione degli indirizzi strategici dell’impresa’’.
Nunzia Penelope