Secondo il Centro studi Confindustria, l’economia mondiale è entrata nel 2016 con meno slancio dell’atteso e mostra ulteriori segni di indebolimento. Non nelle parti di fragilità già note (emergenti, soprattutto Cina), ma in quelle con le dinamiche considerate più robuste o in miglioramento (gli avanzati). Dai quali arrivano le sorprese negative. Il contagio congiunturale, secondo il Csc, appare estendersi ancor prima che si materializzino gli effetti della tempesta finanziaria. Quest’ultima si sta attenuando: alla prolungata e violenta caduta dei prezzi azionari (anche per lo smobilizzo dei fondi sovrani) e delle materie prime è subentrata una fase di alta volatilità senza un preciso trend. La tempesta ha causato una forte restrizione delle condizioni finanziarie (pari a un aumento dei tassi a breve di 1,7 punti percentuali in Ita-lia e di 0,8 in USA) e ha iniziato a intaccare la fiducia.
Cosa seguirà a questa pausa? L’affievolimento della crescita prelude a un ulteriore peggioramento o è momentaneo? Per Confindustria l’incertezza rimane molto elevata. Le politiche economiche e la politica tout court non aiutano a dissolverla: i bilanci pubblici restano rivolti a tirare le redini (servirebbe invece un piano coordinato di rilancio degli investimenti); alcune decisioni delle principali banche centrali hanno creato sconcerto (pure per il risicato spazio di manovra rimasto); il referendum su Bre-xit, la questione migranti e l’instabilità in molti paesi (anche core) annebbiano lo scenario in Europa; la campa-gna delle presidenziali fa lo stesso negli Stati Uniti. Dove i fondamentali sono nel complesso solidi, sebbene preoccupi la contrazione del manifatturiero. Nell’Eurozona i consumi sostengono la domanda interna, con cambio, tassi e costi energetici ancora favorevoli.
L’Italia, conclude lo studio, risente del quadro globale e i dati hanno nuovamente deluso le aspettative positive basate sul netto progresso di indicatori qualitativi e non; banalmente per ragioni aritmetiche, le previsioni sull’anno in corso sono riviste all’ingiù da vari istituti italiani e internazionali.