“Quello dello sblocco dei licenziamenti è un falso problema. La politica se ne è impossessata e ora ogni partito pianta la propria bandierina. Spesso più per motivazioni legate al consenso che al bene del Paese. Tutto questo non aiuta ad affrontare la questione con obiettività”. Lo dice Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia-Romagna, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Secondo le nostre valutazioni i posti a rischio potrebbero essere tra i 60 e i 90mila – afferma – queste persone potrebbero essere aiutate a trovare un nuovo lavoro perché ci sono molti settori che cercano personale e non riescono a trovarlo. Pensiamo per esempio all`edilizia, che sta andando a gonfie vele sotto la spinta di ecobonus e sisma-bonus. Credo che lo strumento principe per affrontare l`emergenza nei prossimi mesi sia già stato inserito nel decreto. Penso alla cassa integrazione ordinaria senza le addizionali a carico delle aziende: chi la chiederà automaticamente non potrà licenziare”.
Secondo Ferrari il vero problema riguarda le materie prime: “Tutti i settori si trovano a fare i conti con materiali introvabili e costosissimi. Le fabbriche si fermano a singhiozzo.
Si tratta di un vincolo alla crescita da non sottovalutare. Poi le competenze. Qui in Emilia sono ricomparsi davanti ai cancelli delle fabbriche i cartelli ‘cercasi operaio’. Certo spesso si tratta di personale altamente specializzato. Ma il problema resta: bisogna fare sì che il sistema scolastico formi le persone di cui c`è bisogno. Infine abbiamo il problema dei problemi. Non adagiarci, non pensare che il recovery sia una bacchetta magica che come per magia risolve le criticità che ci portiamo dietro da vent`anni”.
TN