Confindustria e Cgil-Cisl-Uil hanno firmato un documento congiunto che elenca le priorità per la Legge di stabilità e per la crescita del Paese. Lo hanno annunciato il presidente degli industriali Giorgio Squinzi e i segretari generali dei sindacati, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, a Genova alla festa nazionale del PD.
“Siamo in una situazione tale che non possiamo che remare tutti nella stessa direzione”. Così Giorgio Squinzi commenta ‘l’allenza’ imprese-sindacati sulle priorità da mettere nella Legge di Stabilità. “Le cose da fare sono tante – aggiunge – per cui facciamo un appello forte al governo, l’unico possibile, affinchè senta tutta la pressione”.
“E’ necessario cambiare passo. Non dobbiamo più essere prigionieri del dibattito ma avere una strategia per il Paese”.E’ il commento della leader della Cgil, Susanna Camusso, dal palco della Festa nazionale del Pd.
Una buona notizia, “un passo avanti importante che dimostra che se in questo Paese si vuole discutere di cose concrete si può uscire dal caos permanente nel quale ci si trova”, commenta Enrico Letta riferendosi all’intesa raggiunta a Genova tra Confindustria e sindacati, aggiungendo che il governo sarà ”un interlocutore molto attento”.
Quattro le “questioni strategiche” per il “futuro dell’industria italiana che “vanno poste” al centro dell’azione del governo e delle parti sociali. A indicarle sono Confindustria, Cgil, Cisl e Uil nel documento comune, in vista della programmazione della legge di Stabilità, partendo dal rafforzamento degli investimenti nell’innovazione “a 360 gradi” per “affrontare e vincere la competizione globale”. Insieme allo sviluppo della green economy per “garantire un rapporto equilibrato tra attività produttive, tutela della salute e dell’ambiente e crescita di nuove attività economiche”. E poi la creazione di una “nuova finanza per lo sviluppo” per “favorire una maggiore capitalizzazione delle imprese e il rilancio degli investimenti produttivi”. E, infine, la riduzione del costo dell’energia per “il miglioramento della competitività delle imprese nel contesto europeo e globale”.
Tra le priorità individuate nel documento, la revisione del Titolo V della Costituzione, per restituire allo Stato la possibilità di intervenire unitariamente su alcune materie di interesse generale, come la semplificazione, le infrastrutture, l’energia, le comunicazioni, il commercio estero. Conseguentemente vanno rivisti i livelli istituzionali: servono enti dimensionati ai nuovi compiti e in grado di gestire con efficienza le funzioni attribuite. Questo significa abolire le Province, aumentare la soglia dimensionale dei piccoli Comuni, istituire le Città metropolitane e, coerentemente, ridurre drasticamente il numero dei componenti degli organi elettivi a tutti i livelli di governo. Confindustria e sindacati chiedono anche “una seria politica di revisione della spesa pubblica per garantire servizi di qualità a cittadini e imprese. Una spending review diversa rispetto a quella finora attuata, non più basata su una logica di tagli lineari, che hanno colpito indistintamente tutti gli enti, quelli virtuosi e quelli inefficienti, rischiando così non solo di non eliminare le inefficienze, ma di ridurre l’efficienza di quelle parti della Pa virtuosa, e scaricando i tagli su aumenti di tariffe e imposte locali”. Occorre “ora svolgere un’analisi selettiva della spesa pubblica a tutti i livelli di governo, coinvolgendo la revisione delle funzioni svolte dalle amministrazioni centrali e da quelle decentrate, riducendo i costi impropri della politica e definendo i ‘costi standard’, che vanno attuati rapidamente come metodo di finanziamento delle amministrazioni pubbliche. Tutto ciò – concludono – va realizzato in un quadro di riforma della Pa e dell’erogazione dei servizi pubblici”.