La commissione lavoro di Montecitorio ha infine approvato il Ddl sulla partecipazione, che a questo punto dovrebbe andare in aula il 27 gennaio. Ma il percorso è stato, e probabilmente ancora sarà, a ostacoli. E anche ricco di colpi di scena. Intanto, c’è da dire che non si è realizzato l’auspicio di Luigi Sbarra di ottenere una approvazione bipartisan: il Pd, che durante tutto il lavoro in commissione aveva lavorato sul testo assieme alle forze di maggioranza, all’improvviso si è sfilato.
I motivi li ha spiegati Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Nazareno: “non c’è stata la possibilità di portare miglioramenti al testo, e quella che doveva essere una discussione su come realizzare la partecipazione dei lavoratori è diventata una gentile concessione, eventuale, delle imprese”. Del progetto originario, osserva Guerra, “non è rimasto nulla, la proposta della Cisl ne esce snaturata”. E a Sbarra, irritato per il voltafaccia (anche forse immaginando un ruolo della Cgil, che nei giorni scorsi aveva espresso una totale contrarietà alla legge) Guerra replica: “I nostri emendamenti non erano necessariamente quello che propone la Cgil; abbiamo fatto proposte sulla parte gestionale, organizzativa e consultiva, con due principi di base: chi va nelle commissioni bilaterali e negli organismi di gestione deve essere nominato tramite il canale sindacale e deve avere dei poteri effettivi. Il segretario della Cisl sa bene che prima di presentare i nostri emendamenti abbiamo consultato proprio la Cisl. Noi saremo sempre corretti, lo sia anche lui”.
Il secondo colpo di scena sta nell’opposizione della Confindustria. Che viale dell’Astronomia non fosse favorevole alla legge sulla partecipazione non era certo un segreto, ma resta che il vicepresidente Maurizio Marchesini ha usato toni alquanto brutali per definire l’atteggiamento degli industriali: ‘’Non ho mai riscontrato in Confindustria una negatività cosi alta come quella che c’è su questa legge”, ha detto nel corso del grande convegno organizzato martedì 22 alla Camera da Forza Italia, con la presenza dei vertici del partito, con il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani che della legge è primo sponsor politico, e con ospite d’onore il segretario della Cisl Luigi Sbarra. Una occasione, nelle intenzioni, per festeggiare dopo 80 anni l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, un successo storico della Cisl, che la legge ha promosso con 400 mila firme, e di Forza Italia, che se ne è fatta prima sponsor in parlamento.
Il giudizio negativo di Confindustria, ha spiegato Marchesini a una platea alquanto stupefatta, è legato alla libertà delle imprese: “Non è vero che la partecipazione prevista da questa legge sia volontaria, perché se tutto nasce da un contratto, e quindi da un conflitto, non c’è una reale libera scelta dell’impresa. Questo per noi è inaccettabile”. E ancora: “questa legge non fa crescere l’impresa, anzi: rischia di allontanare gli investitori esteri, che certo non vorrebbero i sindacati nei loro Cda”. Pronta la replica di Sbarra: “La legge non obbliga nessuno, abbiamo già fatto accordi di partecipazione con molte aziende”, ribadendo che “tutto è volontario e affidato alla contrattazione”. Dalle imprese, ha concluso amareggiato Sbarra, “mi sarei aspettato un ringraziamento”. Controreplica di Marchesini: “io la legge l’ho letta bene, e vi dico che non va. Se le singole aziende vogliono fare la partecipazione, benissimo: ma deve essere una libera scelta e non frutto della contrattazione coi sindacati’’. Insomma, un clima alquanto acceso, non proprio dei migliori, anche se lo stesso Tajani ha cercato di rassicurare gli imprenditori: ‘’Forza Italia è per la libertà di impresa e non vogliamo imporre nulla a nessuno. Secondo noi la legge sulla partecipazione è un bene per le imprese. Positivo anche che ci siano opinioni diverse a confronto, purché si abbia tutti in mente la crescita del paese”.
Sia come sia, alla fine la Commissione ha dato il via libera al Ddl. Sbarra commenta così: “Grande soddisfazione per l’approvazione in Commissione Lavoro e Finanze di Montecitorio della nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Un passo di enorme importanza per il Paese, per il riconoscimento e l’applicazione di un diritto sancito dalla Costituzione e per un modello di relazioni industriali e sociali moderno, costruttivo e democratico”.
“Il 27 gennaio -prosegue il leader Cisl- il testo approderà in Aula. È ora di dare voce ai lavoratori, riconoscendo il loro ruolo attivo nelle scelte aziendali, nell’organizzazione del lavoro, nella più equa distribuzione della ricchezza generata dal sistema produttivo. La Cisl continuerà a sostenere con forza questo progetto, cruciale per la crescita economica, per la qualità e stabilità del lavoro, per l’incremento della produttività, per l’avanzamento della giustizia sociale. Un grazie a chi sta contribuendo alla realizzazione di questo percorso”.
Nunzia Penelope