Si è tenuto un incontro ieri tra il vicepremier Matteo Salvini e le 15 associazioni rappresentanti le imprese italiane, dagli industriali di Confindustria alle pmi.
Al centro della riunione i temi cari alle aziende: manovra, infrastrutture e fisco. E poi l`Europa e l`importanza di avere una voce forte con Bruxelles ma anche di tenere la barra dritta sui conti pubblici perché le turbolenze sui mercati e lo spread alla fine danneggiano, secondo le associazioni, il paese.
In particolare, al tavolo hanno partecipato Confindustria con il presidente Vincenzo Boccia, Agci (associazione generale delle cooperative italiane), Ance, Casartigiani, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confimi industria, Filiera Italia e Legacoop.
“Grazie al ministro Salvini – ha sottolineato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – speriamo si apra una nuova stagione di confronto. Martedì andiamo anche dal vicepremier di Maio – ha spiegato Boccia riferendosi all’incontro che ci sarà martedì con il capo politico di M5s – in 48 ore abbiamo avuto due convocazioni ed era da sei mesi che non ci convocavano”.
Le richieste delle imprese, ha detto Boccia, “le ribadiremo martedì esattamente al ministro Di Maio e ci auguriamo possa essere utile per avere una manovra che non abbia impatti negativi sulla crescita”.
Per il leader di Confindustria, “il fatto che il governo cominci ad ascoltare le ragioni dello sviluppo e della crescita significa che c’è una consapevolezza” sul rischio di una possibile recessione dell’economia e sulla necessità di raddrizzare la rotta. “Il governo penso ne sia consapevole e l’appello di Salvini ad una compattezza sul 2019 che sarà un anno determinante e non facile” è un fatto “positivo.”
L’appello di Salvini ad una maggiore compattezza, ha proseguito il presidente di Confindustria, è una “cosa che ci può stare e che dobbiamo fare tutti con senso di comunità ma per farlo abbiamo bisogno di capire quale è direzione di marcia del paese”.
Tra i temi cari alle imprese oltre alla “priorità assoluta” di “evitare la procedura di infrazione” (e “aver dato al premier un mandato forte politico a trattare è positivo”), ha spiegato il presidente di Confindustria, le “infrastrutture, dalla Tav alle piccole e medie opere perché aprire i cantieri significa affrontare effetti economia reale”, la “questione credit crunch” e il reddito di cittadinanza che così come è stato annunciato presenta delle “criticità” perché con 780 euro al mese non c’è proporzionalità rispetto allo stipendio di primo ingresso, perché non c’è proporzionalità tra chi lavora otto ore e chi ne lavora 40 e anche per l’ipotesi che, per via indiretta, potrebbe portare a incremento salari con cuneo che è ancora del 70%”.
“Per adesso – ha concluso Boccia – Giorgetti e Salvini hanno preso appunti.”
E.G.