Confcommercio ha inviato ieri una lettera ai segretari generali di Cgil, Susanna Camusso, di Cisl, Raffaele Bonanni, e di Uil, Luigi Angeletti, per spiegare le ragioni del no alla firma del Testo Unico sull’apprendistato, su cui domani si dovrebbero esprimere le commissioni parlamentari con un parere. Nella lettera sottoscritta dal direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, si sottolinea: “Grazie a questa intesa rischiamo di trovarci in una situazione di dumping contrattuale che penalizzerebbe fortemente il nostro settore e con in più un evidente elemento di incostituzionalità su questo punto specifico”.
Rivolta, nel corso di un’incontro con la stampa sui temi del lavoro, evidenzia, infatti: “la riduzione degli anni previsti da cinque a tre vale” per il commercio e non per l’artigianato “eppure – spiega – si tratta della stessa figura professionale, cambia solo il settore”. Nella lettera Rivolta afferma: “Lavoreremo per modificare in sede parlamentare il testo, ma questo non ci esime dal prendere le distanze dalle modalità di confronto, dal metodo utilizzato per arrivare a sottoscrivere l’intesa e dal sottolineare un’assoluta mancanza di visione oggettiva del contesto da parte di chi ha ritenuto di sottoscrivere quel protocollo”.
Insomma, per Confcommercio il testo sull’apprendistato, proposto dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e firmato l’11 luglio, non è uno strumento per rilanciare l’occupazione. A riguardo, Rivolta osserva: “Se consideriamo che oltre il 40% degli apprendisti è occupato nel terziario e che le nostre aziende si sono fatte carico degli obblighi all’assunzione concordati siamo veramente sorpresi della scarsa considerazione di questi impegni e dalla conclusione del negoziato”. (LF)