Confcommercio rivede al ribasso la propria stima di crescita per il 2010 a +0,7% da +0,8% e per il 2011 prevede un aumento dell’1 per cento. I consumi delle famiglie cresceranno dello 0,6% quest’anno e dell’1,1% il prossimo. La lentezza della ripresa viene attribuita al peso delle crisi che soffrono ancora le pmi e alle inefficienze del mercato del credito.
Secondo il “Rapporto sul terziario – maggio 2010” realizzato dall’Ufficio studi di Confcommercio, la crisi “presenta ancora pericolosi strascichi nei comparti più prossimi al consumatore finale”.
Uno dei fattori più penalizzanti nel superamento della crisi resta la difficoltà di accesso al credito, ha sottolineato il direttore dell’ufficio studi, Mariano Bella. La manifattura che esporta “non é sufficiente a generare la ricchezza necessaria”, osserva Bella, “bisogna far crescere le micro e piccole imprese”. Nel periodo 2002-2009, la manifattura esportatrice ha segnato un saldo di -47 miliardi e al netto dei prodotti energetici di soli 243 milioni. Le piccole imprese rappresentano il 95% delle realtà produttive con meno di 10 addetti, valgono il 28% del Pil e il 47% dell’occupazione: “Servono incentivi fiscali all’aggregazione, fare rete, patti di filiera, consorzi, più investimenti in ricerca e sviluppo”. (FRN)
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