“E’ ormai un mese che gli autotrasportatori che operano nel settore biscarche stanno manifestando il proprio malcontento per una situazione divenuta a loro dire insostenibile”. Lo scrive il vice presidente di Confcommercio, Paolo Uggè, sul fermo delle bisarche in una nota in cui si legge che “l’iniziativa, innescata da un’organizzazione minoritaria, ha oggi il carattere della spontaneità in quanto, come già successo in passato, sembra essere sfuggita al controllo e si sta avviando verso il più totale fallimento”. “Ancora una volta – prosegue – i trasportatori non risolveranno i loro problemi e ad essere danneggiata sarà l’attività di un settore già in pesante stato di crisi”. “Le ragioni denunciate dai vettori – continua Uggè – sono da prendere in considerazione, ma, se quanto si legge in questi giorni sui giornali è vero, derivano dal fatto che ai vettori non sono riconosciuti i costi della sicurezza. In questo caso, allora, il primo responsabile della situazione è il governo che non dispone gli interventi previsti dalle norme per assicurare il rispetto di leggi volute dal Parlamento”.
“Le richieste – sottolinea il Vice Presidente di Confcommercio – investono i rapporti tra operatori logistici e vettori che sono messi in condizioni di non coprire i costi che concorrono a determinare sicurezza. Ciò non può vedere l’inerzia del governo e del ministero competente perché in gioco c’è la sicurezza dei conducenti e dei cittadini”.
“Allo stesso tempo – prosegue – mentre si ribadisce il diritto dei manifestanti ad esprimere il proprio dissenso, si evidenzia anche la necessità che non venga in alcun modo impedita l’attività alle imprese di trasporto che non aderiscono al fermo, né ai singoli concessionari che operano in conto proprio”. “L’Esecutivo – conclude Uggè – deve, quindi, garantire il rispetto delle leggi che tutelano i servizi di autotrasporto così come deve impedire con la fermezza necessaria ogni azione che non consenta l’esercizio della libera attività”. (LF)