“E’ un dato che, in linea con le previsioni, sancisce il ritorno dell’inflazione su valori attorno all’1%. L’andamento dell’ultimo mese è stato condizionato in misura rilevante dall’accelerazione registrata per i prezzi degli alimentari freschi (+2,9% in termini congiunturali, l’aumento più significativo degli ultimi 20 anni) e degli energetici. Al netto di queste componenti, l’inflazione di fondo si mantiene stabile intorno al mezzo punto percentuale. La deflazione è scongiurata e la stima per l’inflazione media dell’Italia nel 2017 si colloca poco sopra l’1,5%”. Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati diffusi oggi dall’Istat.
“L’eurozona – continua la nota – presenta già un’inflazione prossima al 2% (1,8), anche se la valutazione della core inflation, ancora attorno al punto percentuale, consente di proseguire la politica monetaria accomodante da parte della Bce, come peraltro annunciato dal presidente Draghi”.
Secondo Confcommercio “in termini prospettici di breve periodo è presumibile che le tensioni provenienti dagli alimentari freschi e dalle materie prime energetiche possano attenuarsi, con un ridimensionamento della forbice che si è creata tra inflazione e inflazione di fondo già nel prossimo mese di febbraio”.
“Nei prossimi sei mesi, tuttavia, non si può escludere che le tensioni si propaghino ad altre categorie di consumo – conclude l’Ufficio studi – con la conseguenza di rendere lo scenario macroeconomico italiano, in assenza di apprezzabili dinamiche occupazionali, soggetto a rischi di compressione del potere d’acquisto e, quindi, di riduzione della crescita del Pil sotto l’1%, oggi ancora possibile”.