“Con 30 miliardi di correzione lorda, di cui 17 di maggiori entrate e 13 di riduzioni di spesa, è del tutto evidente che il decreto ‘salva-Italia’ presenta le caratteristiche di una manovra d’urgenza. Ci si è sforzati di perseguire rigore ed equità”. Questo il commento di Confcommercio alle misure varate ieri dal Consiglio dei Ministri.
Sul versante pensionistico, in particolare, attraverso l’affermazione del principio del contributivo pro-rata.
“Ma gli interventi a supporto della crescita, pari a circa 10 miliardi e finalizzati, tra l’altro, alla riduzione Irap, a sostegni fiscali alla capitalizzazione delle imprese e al potenziamento del fondo centrale di garanzia, vengono però contraddetti – afferma la Confcommercio – dalla riscrittura della ‘clausola di salvaguardia’. Ora infatti, sono esclusivamente gli incrementi delle aliquote Iva che, entrando in vigore a partire dal settembre del 2012, dovrebbero garantire, al 2014, 16 miliardi di maggiori entrate. È una scelta pesante rispetto alla realtà di vendite al dettaglio già in recessione e rispetto alla prospettiva, nel 2012, di una ricaduta in recessione dell’intera economia italiana. Ma anche perchè colpirebbe particolarmente i livelli di reddito medio-bassi, innescherebbe inflazione, non gioverebbe al recupero di evasione Iva. (FRN)