In occasione della prima giornata del Forum di Cernobbio, l’Ufficio Studi Confcommercio ha presentato una ricerca sulla situazione e le prospettive dell’economia italiana.
Riviste al ribasso le stime del Pil per il 2013. “Tutte le variabili economiche sono in peggioramento dal 2007” e sarà una recessione pesante. È questa l’analisi negative delineata dalla Confcommercio: “Meno occupazione – afferma l’ufficio studi – produttività stagnante e pressione fiscale particolarmente elevata implicano minori consumi. Pertanto, correggiamo al ribasso le previsioni sul Pil del 2013 (-1,7%); cinque mesi fa indicavamo -0,8%”.
”Rispetto al 2007, picco pre-crisi – secondo l’associazione dei commercianti – la riduzione di prodotto pro capite reale sarebbe, alla fine di quest’anno, pari al 10,7%”.
”L’anno prossimo – aggiunge la Confcommercio – in assenza di una (improbabile) riforma della nostra organizzazione dello Stato, del fisco e dell’economia in generale, il Pil tornerebbe a crescere soltanto poco più di un punto percentuale, una quantità insufficiente a fare recuperare al Paese quanto perduto nel 2013”.
Il disagio sociale, secondo il rapporto dell’associazione, è raddoppiato dall’inizio della crisi a oggi, con la povertà assoluta sempre più diffusa e destinata ad aumentare ancora. Il Misery index Confcommercio (Mic), un nuovo indicatore mensile, mostra i peggioramenti persistenti e cospicui che riducono il benessere dei cittadini italiani.
Il Mic, spiega l’ufficio studi, “ha raggiunto il massimo alla fine dell’anno scorso. Il tasso di disoccupazione nel mese di gennaio 2012 ha raggiunto l’11,7%, pari a 3 milioni di persone.
Gli scoraggiati, misurati in una metrica conservativa, sono ormai 680mila: erano 380mila all’inizio del 2008”. Inoltre, “i cassintegrati equivalenti, contati cioè come quei soggetti che non lavorano neppure un’ora al giorno, sono stabilmente sopra le 200mila unità”.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è intervenuto nel corso del forum per commentare i dati del rapporto e richiamare l’attenzione sulla “responsabilità della politica” che “superando ogni divisione”, deve “dare al paese un governo in grado di rispondere all’emergenza economica e di preservare la coesione sociale”.
“La richiesta fondamentale espressa dal Paese in occasione delle elezioni è stata chiara: la politica cambi e si assuma la responsabilità del cambiamento dell’Italia – ha proseguito Sangalli – è una richiesta che sollecita, pur in presenza di oggettive condizioni di difficile governabilità, la definizione e l’attuazione di un programma essenziale, che costituisca materia di comune impegno politico e istituzionale”.
Sul versante della tutela della legalità e dell’etica pubblica e del rinnovamento della politica e delle istituzioni, fanno parte del programma, ha spiegato il presidente di Confcommercio: il rafforzamento della lotta alla corruzione, le scelte di riforma e di semplificazione amministrativa ed istituzionale, a partire dal superamento del bicameralismo perfetto; le misure per la riduzione dei costi della politica e del numero dei parlamentari e l’adozione di una legge elettorale che rafforzi il rapporto tra eletti ed elettori e che concorra alla costruzione di condizioni di stabile governabilità.
Il presidente è poi ritornato sui dati economici, sottolieneando che i consumi degli italiani sono in “caduta libera” da tempo ed è quindi necessario evitare l’aumento dell’Iva in estate dal 21 al 22%, dal momento che a giugno ci sarà l’acconto Imu e a luglio debutterà la Tares sui rifiuti.
Con la crisi economica “l’orologio produttivo” dell’economia italiana è tornato indietro di 13 anni, ha proseguito Sangalli. Le condizioni economiche e sociali, ha spiegato, sono “difficilissime” e “purtroppo è possibile stimare una perdita netta di altre 90mila imprese del terziario di mercato nel complesso del biennio 2013-2014”. Inoltre, “la crisi economica si sta trasformando in crisi sociale: l’area della povertà assoluta potrebbe estendersi a oltre quattro milioni di persone nell’anno in corso”. (FRN)