“Solo Il 2,9% delle imprese assume personale selezionato dai Centri per l’Impiego. Gli imprenditori che preferiscono cercare i loro collaboratori tramite le segnalazioni di conoscenti e fornitori sono il 61% dei casi, mentre il 24,6% li cercano attraverso le banche dati aziendali. Si calcola che solo il 3,4% degli occupati italiani ha utilizzato gli strumenti pubblici di collocamento. Una percentuale che scende al 2,7% per i giovani fino a 29 anni.” È quanto emerge dagli studi di Confartigianato, sottolineando la crescente disaffezione delle imprese all’utilizzo degli uffici: “Nel 2010 la quota di imprese che li ha utilizzati si attestava al 6,3% per diminuire al 2,9% nel 2012.”
Confartigianato ha calcolato il costo per le finanze pubbliche dei 553 Centri per l’Impiego operanti nel paese e che occupano 8.781 addetti: si tratta di 471 milioni di euro l’anno. “Se si applicasse il criterio di efficienza degli uffici del Nord Ovest (418 utenti per addetto) a tutti i centri per l’impiego, sarebbero necessari 3.526 addetti in meno, con un risparmio di 137 milioni l’anno. Nell’ultimo anno , prosegue Confartigianato, le persone senza lavoro, da almeno un anno, sono aumentate del 19,2%, oltre 5 punti in più rispetto al 13,9% dell’Eurozona. Tra il II trimestre 2008 e il II trimestre 2013 la disoccupazione di lungo periodo è più che raddoppiata (+114,7%), con un ritmo superiore di oltre sedici punti rispetto alla media dell’Eurozona (+98,6%).” Secondo Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, vanno riorganizzate politiche attive “mirate alla realtà produttiva, che coinvolgano il sistema della scuola e della formazione professionale.”