E’ in stallo la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del settore concia, scaduto il 31 ottobre 2010. L’ultimo incontro, che si è svolto a Milano in plenaria, tra l’Unic e Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilcem Uil non ha portato a nessun passo avanti.
I sindacati hanno giudicato le proposte della controparte “provocatorie, quasi una giustificazione per non rinnovare il contratto”. In particolare ritengono “inaccettabili” le proposte di abolizione della contrattazione preventiva, a livello aziendale, per le modifiche dell’orario di lavoro e del pagamento dei 3 giorni di malattia. Proposte che i sindacati hanno rifiutato.
Distanze non solo sulla parte normativa, ma anche sul rinnovo della parte economica. Infatti l’Unic ha offerto un incremento medio di 80 euro, cifra che i sindacati ritengono insufficiente e non in linea con gli altri rinnovi sottoscritti nei settori manifatturieri.
“Sembra proprio che la controparte non voglia rinnovare il contratto”, commentano annunciando lo stato d’agitazione, basato su una campagna di lotta, d’informazione e di denuncia per cercare di sbloccare la trattativa.
Secondo fonti sindacali, la controparte datoriale avrebbe ribadito tali richieste, a fronte di un contratto inteso come uno strumento spesso inutile e gravoso per le imprese stesse.
Le segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uilcem, in linea con le rispettive delegazioni trattanti, sono fermamente convinte che, al contrario di quanto espresso dalla controparte, il contratto “consenta, non solo di soddisfare le ragionevoli attese dei lavoratori, ma anche di affrontare costruttivamente il difficile periodo e le trasformazioni che il settore della concia sta attraversando”.
Finora, osservano in un comunicato congiunto, l’Unic “si è distinta positivamente tra le associazioni imprenditoriali per lungimiranza, proponendo una strategia di competizione alta, basata sulla qualità dei prodotti e dei processi produttivi, che tenesse conto anche dei costi sociali e ambientali certificati sostenuti dalle imprese italiane”. “In questo rinnovo, proseguono, è invece emerso il “lato oscuro” dell’UNIC, che ripropone la vecchia e inaccettabile ricetta di scaricare sui lavoratori i costi della crisi”.
Viste le caratteristiche del settore, costituito da piccole imprese, le organizzazioni sindacali, hanno deciso di avviare, da subito, una campagna di informazione ai lavoratori tramite attivi unitari dei delegati nei distretti e assemblee in tutte le fabbriche. Al termine di questa campagna informativa, si decideranno anche nel dettaglio le iniziative di lotta (scioperi, presidi, manifestazioni, ecc.) coordinate a livello nazionale, da affiancare alle iniziative d’informazione sindacale al fine di illustrare all’opinione pubblica e alle varie istituzioni quanto la posizione dell’Unic “sia dannosa non solo per i lavoratori ma anche per lo sviluppo del Paese”.
Azioni di lotta che, annunciano i sindacati, continueranno nel tempo, finché non ci sarà un concreto atteggiamento da parte dell’Unic di affrontare il rinnovo “con spirito costruttivo”. Questo era già successo nel periodo 2005-2006, quando la vertenza si concluse positivamente dopo 16 mesi di mobilitazioni. (FRN)