Posto che le intenzioni di voto degli italiani confermano la solidità del governo (con una crescita dei tre partiti della coalizione di centro destra dello +0,5 per Fratelli d’Italia, al 30,3%, dello 0,2 per la Lega, all’8,5%, e dello 0,1 per Forza Italia, all’8,4%) gli italiani non sembrano essere poi così soddisfatti dell’attuale classe politica. I dati sono contenuti dell’indagine Radar di Swg, in cui si rileva che il 77% degli intervistati vorrebbe politici più capaci dei cittadini che rappresentano, ma per il 49% oggi succede il contrario.
Ma sebbene sia il volano dei desiderata degli italiani, nell’elenco delle caratteristiche del politico ideale la competenza si piazza però solo al sesto posto. Fondamentale, infatti, è la vicinanza alla gente, un leader carismatico ed empatico che sia in grado di intercettare gli umori e i bisogni della popolazione. “La competenza senza vicinanza e senza empatia, non sembra pagare in termini elettorali”, chiosa efficacemente la ricerca, poiché “la sua assenza può produrre alla lunga insoddisfazione nell’elettorato”. Vogliamo essere coccolati, mica governati come si deve.
Una formula che, come sappiamo, effettivamente paga. Il personalismo politico, dagli anni Novanta ad oggi, ha fatto del culto del leader la chiave del successo, sfondando addirittura il logo del partito e mettendosi alla pari con un elettorato sempre più frammentato e disorientato per ergersi a faro nella nebbia. Il capostipite, ça va sans dire, è Silvio Berlusconi, che è entrato nel cuore dei suoi elettori direttamente dalla porta principale: la televisione. Il resto è Storia. Tra gli attuali epigoni, poi, sempre secondo l’indagine di Swg, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte si profilano come i più difficilmente sostituibili (entrati, loro, dalla porta di servizio: il web e i social media): di fronte alla domanda su chi vorrebbero come leader gli elettori dei diversi partiti, escludendo i leader attuali, gli elettori di FdI e del M5S non individuano nessuna alternativa, mentre l’attuale presidente del Consiglio sarebbe scelto sia dagli elettori della Lega che di Forza Italia. Allo stesso modo, Conte risulta la prima alternativa a Schlein tra gli elettori del PD, mentre Elly Schlein supera nelle preferenze Conte tra gli elettori di AvS.
Certo, la faida tra Conte e Grillo (di cui Ryan Murphy dovrebbe approfittare) e la grandinata di controversie che investe Meloni (tra familiari e sodali una soap opera che nemmeno Beautiful) farebbe pensare quantomeno a un’incrinatura di questa campana di vetro sotto la quale sembrano trovarsi i due leader. Ma sebbene l’articolato rapporto tra i cittadini, la politica e le istituzioni viva comunque una fase critica, in cui la disaffezione cresce a causa di un aumento sia della polarizzazione che dell’indifferenza, che rende più problematico l’atteggiamento dell’opinione pubblica verso il sistema nazionale, il risultato sulle preferenze dell’elettorato conferma la vitalità mai appassita, ma piuttosto in costante rinnovamento, della formula populista che, anzi, non accenna a declinare (e anche gli esempi fuori dai confini italiani si sprecano, ultimo ma non ultimo il BSW, per non spingerci all’AFD). Attendiamo la mossa del cavallo di Grillo per assistere all’ascesa di un nuovo capopopolo, nel frattempo restiamo uniti.
Elettra Raffaela Melucci