MERCOLEDÌ 16 APRILE 2025
291ª Seduta (pomeridiana)
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 14,35.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. CCXL, n. 1) Documento di finanza pubblica 2025 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.
La senatrice CASTELLONE (M5S) preannuncia innanzitutto la presentazione di uno schema di parere contrario sottoscritto dai componenti del proprio Gruppo. Segnala quindi i principali motivi di preoccupazione in ordine alla tenuta del sistema economico e sociale, consistenti nella prolungata diminuzione della produzione industriale, nell’elevata pressione fiscale, nella persistente diffusione della precarietà, sommata alle basse retribuzioni, nella presenza di ampie sacche di disoccupazione giovanile e femminile.
In ambito sanitario si osserva la contrazione della spesa in rapporto al PIL, che certo non consente di apportare correttivi alle ampie carenze sul piano dei servizi erogati alla popolazione.
In questo quadro preoccupa l’assenza di programmi volti al sostegno alla produzione, se non a quella bellica, la quale tuttavia non determina conseguenze positive di natura sistemica.
La senatrice FURLAN (IV-C-RE) rileva in primo luogo il venticinquesimo mese consecutivo di diminuzione della produzione industriale, accompagnato dal reiterarsi di stati di crisi aziendale. Tale congiuntura è aggravata dalle incertezze legate all’entità delle politiche protezioniste degli Stati Uniti. Queste comportano tra l’altro il rischio concreto di delocalizzazione di linee produttive, specialmente nei settori meccanico e automobilistico. Appare pertanto grave la mancanza di prospettive relativamente agli investimenti e alla programmazione per la crescita, specie dopo i risultati deludenti del Piano Transizione 5.0, dimostratosi inadatto alla struttura delle imprese italiane, per la maggior parte di piccole dimensioni.
A parere della senatrice ZAMBITO (PD-IDP) il Documento in esame non definisce con chiarezza alcun obiettivo e risulta incerto rispetto alla definizione di strategie e obiettivi. Tali carenze sono particolarmente evidenti in rapporto al continuo calo della produzione industriale e agli alti tassi di disoccupazione giovanile e femminile. Risulta infatti che solamente gli investimenti nell’ambito del PNRR hanno finora impedito il verificarsi di una situazione di recessione.
Nella sostanza il contesto attuale è connotato dall’impoverimento delle famiglie e dalla contrazione della capacità degli enti locali di erogare prestazioni sociali e dalle ricadute fortemente negative nell’ambito sanitario. Mancano tuttora, inoltre, nonostante le rassicurazioni fornite in passato dal Ministro per le disabilità, risposte concrete in materia di caregiver familiare.
Per quanto riguarda l’aumento della spesa farmaceutica registrato dal Documento in esame, si pone l’esigenza di mettere a punto un sistema nazionale di controllo della spesa riguardo all’attività di dispensazione già riservata alle farmacie ospedaliere.
Intervenendo in replica, il senatore SATTA (FdI) osserva che nel contesto di un Documento di finanza pubblica improntato alla prudenza deve essere apprezzato il mantenimento del livello di spesa sanitaria in rapporto al PIL. A fronte dell’aumento del prodotto interno lordo tale dato determina infatti un incremento in termini assoluti. Presenta infine una proposta di parere favorevole.
Il presidente ZAFFINI dà conto della presentazione di uno schema di parere contrario, a prima firma del senatore Mazzella (pubblicato in allegato).
Pone quindi in votazione la proposta di parere del relatore.
Previa verifica della presenza del numero legale, la Commissione approva. Lo schema di parere alternativo risulta pertanto precluso.
La seduta termina alle ore 15,10.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAI SENATORI MAZZELLA, Maria Domenica CASTELLONE E Barbara GUIDOLIN SUL DOCUMENTO CCXL, N. 1 E CONNESSI ALLEGATI
La 10ª Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale,
esaminato, per le parti di competenza, il Documento di finanza pubblica 2025 e connessi allegati I, II e III (Doc. CCXL n. 1);
premesso che:
il presente Documento è frutto della riforma delle regole della governance economica europea, realizzata a seguito dell’entrata in vigore del regolamento (UE) 2024/1263 del Parlamento europeo e del Consiglio, del regolamento (UE) 2024/1264 del Consiglio e della direttiva (UE) 2024/1265 del Consiglio del 29 aprile 2024, ha modificato l’impostazione della programmazione economica degli Stati membri dell’Unione europea e gli strumenti utilizzati a tal fine;
è utile ricordare che è in corso di svolgimento l’attività del Gruppo di Lavoro (GdL) parlamentare, composto da un rappresentante per gruppo delle Commissioni bilancio di Senato e Camera, finalizzata a predisporre i disegni di legge parlamentari di modifica delle leggi n. 196 del 2009 e n. 243 del 2012;
il GdL ha predisposto le risoluzioni che, tramite l’approvazione delle Commissioni bilancio di Senato e Camera, ha autorizzato il Governo, nelle more della definizione del nuovo quadro normativo di contabilità e finanza pubblica, a presentare il Documento in oggetto;
le risoluzioni sono state approvate a maggioranza, senza il consenso delle opposizioni, poiché il Governo non ha recepito le richieste volte a inserire nel DPF un numero di informazioni e dettagli previsionali non inferiori a quelli attualmente previsti nel DEF;
in particolare, sarebbe stato necessario che il Documento contenesse previsioni programmatiche per un orizzonte temporale quanto più esteso possibile, almeno fino al 2028 e che riguardasse anche le politiche invariate;
tale impostazione avrebbe consentito di acquisire un quadro maggiormente trasparente rispetto agli indirizzi economici del nostro Paese e agli strumenti utilizzati per realizzarli;
valutato che:
il Documento di Finanza Pubblica e i dati ISTAT del 10 aprile sulla produzione industriale ci restituiscono una fotografia drammatica della nostra situazione economica;
destano fortissime preoccupazioni i dati che certificano che da due anni la nostra produzione industriale scende, che la povertà assoluta nel Paese aumenta e che le previsioni della crescita per quest’anno sono addirittura dimezzate, dall’1,2 per cento allo 0,6 per cento;
a tali criticità si aggiunge l’incertezza legata alle opache politiche del Governo in merito all’incremento della spesa militare, all’aumento della pressione fiscale nel nostro Paese, soprattutto a danno dei lavoratori dipendenti, e alle drammatiche condizioni in cui versa il Servizio sanitario nazionale;
l’attuale contesto economico e geopolitico richiederebbe una visione e una capacità di programmazione finalizzata a rafforzare il tessuto produttivo e sociale del Paese e non politiche di piccolo cabotaggio, esclusivamente rivolte al contenimento dei conti pubblici;
per quanto di competenza di questa Commissione il Documento di Finanza Pubblica 2025, nella parte relativa al mercato del lavoro, presenta un impianto parziale e autoreferenziale. Il Governo conferma un’impostazione finanziaria costruita su basi deboli e previsioni di crescita ottimistiche (+0,6 per cento nel 2025), ben più rosee di quelle prospettate dagli organismi indipendenti. Si tratta dell’ennesimo documento autocelebrativo, in cui si esalta la tenuta della finanza pubblica senza affrontare i nodi strutturali dell’economia italiana: redditi stagnanti, precarietà diffusa, diseguaglianze sociali e territoriali in aumento;
valutato, altresì, che:
il Documento in esame segnala un incremento della spesa per il pubblico impiego (oltre 201 miliardi previsti nel 2025), ma manca completamente un progetto riformatore. Le voci che alimentano questa crescita sono quasi esclusivamente contrattuali e non collegate a processi di modernizzazione. Infatti manca del tutto una strategia per il ricambio generazionale: il turnover nella PA rimane inadeguato, mentre il blocco del reclutamento negli anni passati ha svuotato di competenze l’apparato pubblico. Si continua a parlare di capitale umano, ma non c’è traccia di un piano organico di aggiornamento e riqualificazione del personale e gli investimenti restano slegati da obiettivi misurabili di produttività, qualità dei servizi e impatto sui cittadini;
il Governo rivendica una crescita degli occupati, ma sottovaluta un dato preoccupante: la produttività del lavoro è in calo (-1,6 per cento). Un’economia che crea lavoro ma non genera valore è un’economia ferma. Il calo della produttività è il segno di un modello basato su lavoro povero e instabile. Appare fondamentale evidenziare che il tasso di partecipazione delle donne è fermo al 57,6 per cento, tra i più bassi in Europa. Le donne pagano il prezzo più alto della precarietà, della mancanza di servizi e della scarsità di politiche realmente incentivanti;
il fenomeno dei NEET resta elevato, e il Governo non propone soluzioni nuove. Le misure sul duale e il Servizio Civile sono marginali rispetto alla portata del problema. A tanto si aggiunge che i salari sono letteralmente erosi dall’inflazione: anche nel 2025 si prevede un ulteriore calo del potere d’acquisto delle retribuzioni, già ridottosi di oltre 9 punti negli ultimi tre anni. Tuttavia, il Documento menziona gli interventi a favore dell’occupazione “vulnerabile” (donne, giovani, disoccupati di lunga durata), ma non fornisce elementi concreti per valutarne l’efficacia.
il programma GOL risulta ancora distante dagli obiettivi prefissati: manca una valutazione d’impatto, mentre i Centri per l’impiego restano sottodimensionati. Nel Mezzogiorno il mismatch tra domanda e offerta resta altissimo, ma il Documento esaminato non presenta misure dedicate per colmare questo divario. Inoltre, la tanto citata “transizione verde e digitale” rischia di essere una scatola vuota se non accompagnata da un serio piano di aggiornamento professionale;
senza investire sulla formazione, l’Italia resterà bloccata in un’economia a basso valore aggiunto e a bassa mobilità sociale;
manca totalmente una visione che preveda un lavoro stabile, giustamente retribuito, che permetta di costruire un progetto di vita. Il Documento di finanza pubblica ignora colpevolmente la distanza crescente tra domanda e offerta di lavoro. Nessun piano serio per l’orientamento professionale nelle scuole e nelle università, non è prevista in alcun modo la riqualificazione dei lavoratori in settori in trasformazione e sarebbe stato utile apprezzare il rafforzamento dell’apprendistato duale;
il lavoro deve essere dignitoso, equamente retribuito, sostenibile e accessibile a tutti. Il documento in esame non va in questa direzione. Mancano coraggio, visione e attenzione alle persone. Il nostro Paese ha bisogno di riforme vere, non di bilanci autocelebrativi;
l’abolizione del reddito di cittadinanza non ha prodotto alcun effetto positivo. I nuovi strumenti sono inefficaci, confusi, e – soprattutto – non raggiungono le persone. A tal proposito, non figura nessun dato sugli esiti occupazionali degli “occupabili”, nessun potenziamento dei servizi sociali e dei percorsi di accompagnamento e nessun tipo di investimento nei territori dove è più alta la povertà;
la “riforma” del reddito è stata un attacco ideologico, non una proposta di inclusione. E i risultati oggi si vedono: più disuguaglianze, più precarietà, meno diritti;
nel Documento manca un’adeguata attenzione all’andamento della Cassa integrazione guadagni (CIG), che continua a rappresentare un indicatore sensibile dello stato di salute del mercato del lavoro. Nonostante la narrazione ottimistica sull’occupazione, i dati più recenti mostrano un aumento significativo delle ore autorizzate rispetto al periodo pre-pandemico, in particolare nei comparti industriali e manifatturieri. L’uso reiterato e passivo dell’ammortizzatore, in mancanza di reali strategie di riconversione produttiva o di riqualificazione dei lavoratori rischia di diventare strumento di congelamento dell’occupazione, più che di tutela transitoria. Invece, dovrebbe essere integrata in un quadro coerente con le politiche attive, con percorsi personalizzati di formazione e reinserimento lavorativo. La mancata riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, più volte annunciata, rappresenta l’ennesima promessa disattesa da parte del Governo;
in conclusione, si rileva, senza sorpresa, la persistente assenza di alcuni temi fondamentali: – ancora una volta, il Governo ignora la battaglia di civiltà per garantire una retribuzione dignitosa a tutti i lavoratori; – non prevede nessuna riforma strutturale in materia previdenziale, solo proroghe di strumenti temporanei e penalizzanti (come “Quota 103” o l’attuale versione di Opzione Donna); – restano totalmente ignorati i lavori gravosi e discontinui. I giovani precari e chi svolge lavori usuranti non hanno garanzie di un futuro previdenziale dignitoso. Infine, sul grande tema della disabilità, si registra l’assenza totale di una strategia integrata. Nessun riferimento al ruolo dei caregiver, all’inclusione lavorativa o all’accessibilità;
con riferimento al settore sanitario il Documento in esame evidenzia che la spesa sanitaria è risultata pari a 138.335 milioni del 2024, con un incremento dal 4,9 per cento rispetto al 2024;
la spesa sanitaria prevista per il 2025 è pari a 143.372 milioni, con un tasso di crescita del 3,6 per cento rispetto all’anno precedente e una percentuale sul PIL pari al 6,4 per cento; la spesa sanitaria per il 2026 è pari a 149.820 milioni, con un tasso di crescita del 4,5 per cento rispetto al 2025 e per il 2027 è prevista una spesa sanitaria pari a 151.635 milioni rispetto al 2026, con un tasso di crescita dell’1,2 per cento;
nel biennio 2026-2027, la spesa sanitaria è prevista crescere a un tasso medio annuo del 2,8 per cento; nel medesimo arco temporale il PIL nominale crescerebbe in media della stessa percentuale. Conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e il PIL si assesta al 6,4 per cento a decorrere dal 2026;
nel 2028 la crescita della spesa è ipotizzata pari al 2,6 per cento, ed è prevista stabile al 6,4 per cento l’incidenza sul PIL. Nel 2028 sono presenti gli oneri relativi al rinnovo delle intese negoziali del personale dipendente e convenzionato del Servizio sanitario nazionale relative al triennio 2028-2030;
considerato che:
l’attestazione al 6,4 per cento del PIL conferma la volontà di non puntare a un efficientamento del sistema sanitario. La diffusione della pandemia ha contribuito ad aggravare alcuni problemi del Servizio sanitario nazionale, a partire dall’insufficienza delle attività di prevenzione, dallo squilibrio tra assistenza ospedaliera e cure fornite sul territorio, dalle carenze di personale soprattutto gli infermieri e alcune categorie di medici;
per far fronte alla carenza di personale sanitario nelle aziende e negli enti del Servizio sanitario nazionale, per ridurre le liste d’attesa e il ricorso alle esternalizzazioni, già la manovra economica per il 2024, ha previsto incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive per il personale medico e sanitario incentivi economici a medici e infermieri che sono stremati da condizioni di lavoro insostenibili;
per l’abbattimento delle liste di attesa il DFP rileva che “al fine di decongestionare i servizi critici e assicurare prestazioni di ricovero e ambulatoriali, conseguenti all’accesso in pronto soccorso, la legge di bilancio per il 2025 ha disposto l’incremento del limite di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie ospedaliere e specialistiche da privati accreditati” misura che incentiva di fatto la sanità privata senza rafforzare la sanità pubblica. Il Governo conferma la suddetta misura anche nel disegno di legge A.S. 1241 recante “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria” approvato dalla 10a Commissione del Senato e approdato in aula il 15 aprile 2025;
il DFP menziona il decreto “Liste di attesa” che ha previsto l’istituzione della Piattaforma nazionale delle liste di attesa a livello interregionale e strumenti di controllo condivisi tra Ministero della salute, Regioni e un Organismo di verifica e controllo e una serie di disposizioni tra cui il potenziamento dell’offerta assistenziale, permettendo il prolungamento dei giorni e orari per le visite mediche e specialistiche senza però prevedere risorse per nuove assunzioni di personale medico e sanitario;
il DFP evidenzia, inoltre, che la spesa per l’assistenza farmaceutica convenzionata nel 2024 è stata pari a 7.763 milioni, con un incremento del 2,8 per cento rispetto al 2023. Si consolida la dinamica di crescita dell’aggregato, presumibilmente per la ripresa del consumo di medicinali dopo la consistente contrazione registrata nel 2020, sulla quale hanno maggiormente inciso le restrizioni legate all’emergenza sanitaria da Covid-19. In aggiunta, la componente sconta gli ulteriori oneri correlati con le disposizioni in materia di trasferimento di medicinali dal canale degli acquisti diretti a quello della convenzionata e con la nuova remunerazione in favore dei farmacisti. Il passaggio della gestione di alcuni medicinali come ad esempio quelli antidiabetici a base di gliptine dalla distribuzione diretta tramite ospedali e ASL a quella convenzionata, ovvero nelle farmacie del territorio conviene ai produttori e ai rivenditori che aumentano i ricavi a discapito della spesa farmaceutica che continua a crescere;
valutato che:
le grandi problematiche come quelle dei pronto soccorso o delle liste d’attesa rappresentano le gravissime criticità strutturali e delle carenze di personale. I problemi del Servizio Sanitario Nazionale necessitano di una riforma del sistema che manca in questo piano di programmazione del Governo;
secondo i dati della Fondazione GIMBE nel 2022 i medici che lavoravano nelle strutture sanitarie erano 124.296: 101.827 come dipendenti del Servizio sanitario nazionale e 22.469 come dipendenti delle strutture equiparate al Servizio sanitario nazionale. L’Italia si colloca sopra la media OCSE come numero di medici in servizio (4,2 vs 3,7 medici per 1.000 abitanti), ma con un gap rilevante tra i medici attivi e quelli in quota al Servizio sanitario nazionale. Nel 2022, il numero di laureati in Medicina e Chirurgia è stato di 16,7 per 100.000 abitanti, un dato superiore alla media OCSE di 14,2. Le carenze riguardano alcune specialità di fondamentale importanza per il funzionamento del Servizio sanitario nazionale: medicina d’emergenza-urgenza, medicina nucleare medicina e cure palliative, patologia clinica e biochimica clinica, microbiologia, e radioterapia. Specialità per le quali la percentuale di assegnazione delle borse di studio per l’ultimo anno accademico è stata inferiore al 30 per cento”.
nel 2022 il numero di infermieri che lavorano nelle strutture sanitarie è di 302.841: 268.013 come dipendenti del Servizio sanitario nazionale e 34.828 come dipendenti delle strutture equiparate al Servizio sanitario nazionale. L’Italia si colloca notevolmente al di sotto della media OCSE (6,5 contro 9,8 per 1.000 abitanti);
la Fondazione GIMBE ha presentato l’8 ottobre 2024 il 7° Rapporto sul Servizio sanitario nazionale rilevando un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di € 889 rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione europea, con un gap complessivo che sfiora i € 52,4 miliardi; la crisi motivazionale del personale che abbandona il Servizio sanitario nazionale; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3 per cento); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati dimostrano che la tenuta del Servizio sanitario nazionale è prossima al punto di non ritorno;
The Lancet, rivista internazionale di medicina, nel fascicolo di gennaio 2025 ha dedicato un editoriale alla situazione della sanità italiana. In particolare, si prevede che la popolazione italiana diminuirà di circa l’8 per cento entro il 2050, passando da 59 milioni nel 2022 a 54,4 milioni, a causa del crescente invecchiamento e del calo delle nascite. Entro il 2050, oltre il 35 per cento degli italiani avrà più di 65 anni, mentre i bambini di età inferiore ai 14 anni rappresenteranno solo l’11,7 per cento della popolazione. Senza riforme, questo cambiamento demografico metterà a dura prova i sistemi sanitari e sociali. L’articolo evidenzia che una delle principali debolezze del sistema sanitario italiano è la frammentazione dell’infrastruttura dei dati sanitari: non esiste un sistema unificato e centralizzato per la documentazione e la condivisione delle cartelle cliniche elettroniche, dei dati ospedalieri e delle cartelle dei medici di base. La causa principale è l’ampia autonomia regionale, con 20 regioni che operano in modo indipendente e implementano politiche e tecnologie diverse, creando frammentazione normativa e inefficienze;
ritenuto che:
la sostenibilità economica del Servizio sanitario nazionale non può passare attraverso la riduzione di risorse economiche e umane, né può tradursi in una privatizzazione di fatto; tutelare il Servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato di salute del Paese, garantire equità nell’accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza;
è necessario un programma di investimenti e maggiori risorse per nuove assunzioni per ridurre le liste d’attesa, per rendere efficienti i nostri pronto soccorso e per assicurare maggiore efficienza delle prestazioni erogate dalla sanità pubblica ed evitare così la fuga dei medici dal Servizio sanitario nazionale e rendere attrattivo il lavoro pubblico;
è altresì importante investire adeguate risorse sulla formazione dei medici e del personale sanitario, programmando e ridefinendo percorsi formativi in relazione ai fabbisogni futuri di professionalità mediche e sanitarie e ai fabbisogni di assistenza alla popolazione;
al fine di salvaguardare il Servizio sanitario nazionale pubblico, occorre garantire un investimento sanitario minimo e una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza e soddisfare più efficacemente le esigenze di pianificazione e organizzazione. Il Governo dovrebbe investire molto di più e avere una previsione per il prossimo triennio più all’altezza del nostro sistema sanitario, in modo che l’incidenza della spesa sanitaria sul prodotto interno lordo non sia inferiore al 7 per cento in linea con quello che succede nel resto d’Europa;
è necessario garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari ad opera dei differenti servizi sanitari regionali e provinciali. In tale ottica è necessario un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità che devono essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del «sistema salute», oltre che essere scelti secondo le competenze possedute e il merito e, pertanto, rescindere il rapporto di dipendenza della gestione della sanità dalla politica, prevedendo nuovi e diversi criteri di nomina;
bisogna restituire centralità e unitarietà al Servizio sanitario nazionale, assumendo iniziative normative di rango costituzionale volte ad attribuire allo Stato, in via esclusiva, la competenza in materia di salute al fine di recuperare una visione di insieme superando così l’attuale frammentazione in cui versano i servizi sanitari regionali,
esprime
PARERE CONTRARIO.
MERCOLEDÌ 16 APRILE 2025
290ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Durigon.
La seduta inizia alle ore 9,15.
IN SEDE REDIGENTE
(1407) DISEGNO DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE- Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione della discussione )
Prosegue la discussione, sospesa nella seduta di ieri.
Ha la parola la relatrice MANCINI (FdI), la quale esprime parere contrario sugli emendamenti riferiti all’articolo 9.
Il parere del sottosegretario DURIGON è conforme.
Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, sono posti separatamente in votazione e respinti gli emendamenti 9.1, 9.2 e 9.3.
Gli identici emendamenti 9.4, 9.5 e 9.6 sono posti in votazione congiunta e respinti.
In esito a successive e distinte votazioni sono respinti gli emendamenti 9.7, 9.8, 9.9, 9.10, 9.11, 9.12 e 9.13.
In risposta a un quesito della senatrice Aurora FLORIDIA (Aut (SVP-PATT, Cb)), la relatrice MANCINI (FdI) specifica che la formulazione del disegno di legge in discussione è sufficientemente chiara, così che risulta preferibile respingere l’emendamento 9.14.
Posto in votazione, l’emendamento 9.14 è respinto.
Con successive votazioni gli emendamenti 9.15, 9.16, 9.17, 9.18, 9.19, 9.20 e 9.21 sono respinti.
Nel replicare a una richiesta di chiarimenti del senatore MAGNI (Misto-AVS), la relatrice MANCINI (FdI) osserva il carattere pleonastico dell’emendamento 9.22.
Il senatore MAGNI (Misto-AVS) interviene quindi per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 9.22, sottolineando l’incongruità dell’attribuzione di azioni rispetto alle reali forme di partecipazione in materia di strategia e organizzazione dell’impresa.
L’emendamento 9.22, messo in votazione, è respinto.
Sono poi posti congiuntamente in votazione e respinti gli identici emendamenti 9.0.1 e 9.0.2.
Il parere della relatrice MANCINI (FdI) e del rappresentante del GOVERNO è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 10.
In esito a successive e distinte votazioni risultano respinti gli emendamenti 10.1, 10.2, 10.3 e 10.4.
La Commissione respinge gli identici emendamenti 10.5 e 10.6, posti congiuntamente in votazione.
Con votazioni successive sono respinti gli emendamenti 10.7 e 10.8.
Su sollecitazione della senatrice FURLAN (IV-C-RE) in merito all’emendamento 10.9, la relatrice MANCINI (FdI) osserva l’adeguatezza delle garanzie già recate dal disegno di legge in titolo riguardo al diritto all’informazione. La proposta emendativa comporta inoltre oneri rilevanti.
L’emendamento 10.9 è quindi messo ai voti e respinto.
Con distinte votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 10.10, 10.11, 10.12, 10.13 e 10.14.
Gli identici emendamenti 10.0.1, 10.0.2 e 10.0.3 sono posti in votazione congiuntamente, risultando respinti.
La relatrice MANCINI (FdI) esprime parere contrario sull’emendamento 11.1.
Il parere del sottosegretario DURIGON è conforme.
L’emendamento 11.1, posto in votazione, è respinto.
La relatrice MANCINI (FdI) e il rappresentante del GOVERNO esprimono parere contrario sugli emendamenti 12.1 e 12.2.
Sollecitata dal senatore MAZZELLA (M5S), la relatrice MANCINI (FdI) fa presente che l’emendamento 12.1 risulta non in linea con la proposta legislativa in discussione.
Posto in votazione, l’emendamento 12.1 è respinto.
La Commissione respinge successivamente l’emendamento 12.2.
Sugli emendamenti riferiti all’articolo 13 il parere della relatrice MANCINI (FdI) è contrario.
Il sottosegretario DURIGON si esprime conformemente.
Con successive votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 13.1, 13.2, 13.0.1 e 13.0.2, gli identici 13.0.3 e 13.0.4, nonché il 13.0.5.
Con il parere contrario della relatrice MANCINI (FdI) e del GOVERNO, è posto in votazione e respinto l’emendamento 14.1.
La relatrice MANCINI (FdI) e il sottosegretario DURIGON esprimono parere contrario sull’emendamento 15.1, che, posto in votazione, è respinto.
La relatrice MANCINI (FdI) e il sottosegretario DURIGON si esprimono in senso contrario agli ordini del giorno G/1407/1/10, G/1407/2/10 e G/1407/3/10.
Il rappresentante del GOVERNO accoglie come raccomandazione l’ordine del giorno G/1407/4/10. Propone una riformulazione dell’ordine del giorno G/1407/5/10 e accoglie l’ordine del giorno G/1407/6/10.
Gli ordini del giorno G/1407/1/10, G/1407/2/10 e G/1407/3/10, in esito a distinte e successive votazioni, sono respinti.
La senatrice ZAMPA (PD-IDP) accetta di riformulare l’ordine del giorno G/1407/5/10 in un testo 2 (pubblicato in allegato).
L’ordine del giorno G/1407/5/10 (testo 2) è quindi accolto dal sottosegretario DURIGON.
Il presidente ZAFFINI avverte che gli ordini del giorno G/1407/6/10 e G/1407/5/10 (testo 2), accolti dal Governo, non vengono dunque posti in votazione.
La Commissione conferisce infine, a maggioranza, mandato alla relatrice Mancini a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge discusso, autorizzandola a richiedere lo svolgimento della relazione orale.
(1430) Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge di iniziativa dei deputati Debora Serracchiani e altri; Silvana Andreina Comaroli e altri; Gatta; Valentina Barzotti; Rizzetto e Ylenja Lucaselli; Chiara Tenerini
(Seguito della discussione e rinvio)
Prosegue la discussione, sospesa nella seduta del 2 aprile.
Il presidente ZAFFINI comunica che alla scadenza del termine sono stati presentati 15 emendamenti e 5 ordini del giorno (pubblicati in allegato).
Il seguito della discussione è quindi rinviato.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. CCXL, n. 1) Documento di finanza pubblica 2025 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Seguito dell’esame e rinvio )
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta di ieri.
Dopo aver posto in evidenza la necessità di un confronto con il Ministro della salute sulle questioni della sanità, la senatrice ZAMPA (PD-IDP) lamenta l’eccessiva carenza di contenuti sostanziali del Documento in esame, indice di scarso rispetto istituzionale. Risulta inoltre incongruo procedere all’esame in sede consultiva quando deve essere ancora essere avviato il ciclo di audizioni presso la Commissione di merito.
Il senatore MAGNI (Misto-AVS) rileva la contrazione eccessiva dei tempi per l’esame del Documento di finanza pubblica da parte delle Commissioni, al punto che lo svolgimento di audizioni risulta svuotato di valenza concreta. I contenuti del Documento in esame sono peraltro indicativi delle incertezze del Governo e, per quanto riguarda in particolare l’ambito della sanità, è particolarmente negativa la riduzione tendenziale della spesa in rapporto al PIL.
La senatrice GUIDOLIN (M5S) giudica in primo luogo deludenti le indicazioni riguardanti le pubbliche amministrazioni. Privo di una visione innovativa, il Governo pare infatti privilegiare l’amministrazione centrale dello Stato, trascurando le esigenze degli enti locali e del Servizio sanitario nazionale, destinati a risentire sempre più della contrazione degli organici.
E’ inoltre particolarmente grave la mancanza di indicazioni e prospettive riguardo l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e la realizzazione di misure utili in materia di cargiver familiare. A tale riguardo suscita preoccupazione l’assenza della necessaria linearità nella gestione delle risorse disponibili.
Intervenendo sull’ordine dei lavori, il senatore MAZZELLA (M5S) si associa alla richiesta di un intervento in Commissione del Ministro della salute.
Il presidente ZAFFINI conviene circa l’opportunità di un più frequente confronto sia con il Ministro della salute che con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 9,55.
ORDINI DEL GIORNO ED EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE
G/1430/1/10
Magni, De Cristofaro, Cucchi, Camusso
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge recante “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche” (A.S. 1430),
premesso che:
l’articolo 1 del provvedimento, fatti salvi i trattamenti più favorevoli previsti dalla contrattazione collettiva o dalla disciplina applicabile al rapporto di lavoro, riconosce in favore dei dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportano un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento, la possibilità di richiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a ventiquattro mesi;
durante il periodo di congedo il dipendente non ha, tuttavia, diritto alla retribuzione e tale periodo non è computato nell’anzianità di servizio, né ai fini previdenziali;
la salute e il benessere dei lavoratori affetti da malattie oncologiche non può non essere una priorità per la nostra società, soprattutto in considerazione delle sfide significative che gli stessi devono sostenere non solo a livello fisico, ma anche emotivo e sociale;
è, dunque, fondamentale garantire loro le migliori condizioni di vita e di lavoro, supporto e riconoscimento, anche considerando che tali lavoratori spesso si trovano a dover affrontare difficoltà nel mantenere il proprio posto di lavoro a causa delle limitazioni fisiche e delle esigenze terapeutiche;
è necessario garantire un ambiente di lavoro inclusivo e solidale, che favorisca la reintegrazione e il supporto per i lavoratori in trattamento o in fase di recupero;
la misura introdotta dall’articolo 1 del provvedimento, assolutamente condivisibile, potrebbe avere un impatto più significativo sulla vita di tali lavoratori se durante il periodo di congedo il dipendente avesse diritto alla retribuzione e se tale periodo fosse computato nell’anzianità di servizio, ovvero ai fini previdenziali, impegna il Governo:
ad intervenire quanto prima, a livello normativo, per riconoscere in favore dei dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, la possibilità del congedo di cui all’articolo 1 del provvedimento in esame mantenendo in loro favore il diritto alla retribuzione, nonché la computabilità di tale congedo nell’anzianità di servizio, ovvero ai fini previdenziali.
G/1430/2/10
Magni, De Cristofaro, Cucchi, Camusso
Il Senato, in sede di esame del disegno di legge recante “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche” (A.S. 1430),
premesso che:
l’articolo 1 del provvedimento, fatti salvi i trattamenti più favorevoli previsti dalla contrattazione collettiva o dalla disciplina applicabile al rapporto di lavoro, riconosce in favore dei dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportano un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento, la possibilità di richiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a ventiquattro mesi;
durante il periodo di congedo il dipendente non ha diritto alla retribuzione e tale periodo non è computato nell’anzianità di servizio, né ai fini previdenziali;
la salute e il benessere dei lavoratori affetti da malattie oncologiche non può non essere una priorità per la nostra società, soprattutto in considerazione delle sfide significative che gli stessi devono sostenere non solo a livello fisico, ma anche emotivo e sociale;
è, dunque, fondamentale garantire loro le migliori condizioni di vita e di lavoro, supporto e riconoscimento, anche considerando che tali lavoratori spesso si trovano a dover affrontare difficoltà nel mantenere il proprio posto di lavoro a causa delle limitazioni fisiche e delle esigenze terapeutiche;
è necessario garantire un ambiente di lavoro inclusivo e solidale, che favorisca la reintegrazione e il supporto per i lavoratori in trattamento o in fase di recupero;
la misura introdotta dall’articolo 1 del provvedimento, assolutamente condivisibile, potrebbe avere un impatto più significativo sulla vita dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, considerando, per l’applicazione della disposizione, anche quei dipendenti cui sia stato riconosciuto un grado di invalidità inferiore al 74 per cento, quale, ad esempio, il 70 per cento;
impegna il Governo:
ad intervenire al più presto, a livello normativo, per riconoscere in favore dei dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, la possibilità di richiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, fino a ventiquattro mesi, anche nel caso sia stato riconosciuto loro un grado di invalidità del 70 per cento.
G/1430/3/10
Camusso, Zampa, Magni, Zambito
Il Senato, in sede di esame del disegno di legge recante “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche” (A.S. 1430),
premesso che:
il disegno di legge in esame introduce misure volte a garantire una maggiore tutela della salute dei lavoratori affetti da gravi patologie, prevedendo strumenti di sostegno finalizzati a favorire la continuità lavorativa e il benessere psicofisico degli stessi, nell’ottica di un sistema sanitario e di un sistema occupazionale più equi e inclusivi;
considerato che:
il contesto economico e sociale attuale è caratterizzato da profonde trasformazioni nell’organizzazione del lavoro, con una crescente attenzione alla conciliazione tra vita professionale e personale, alla sostenibilità ambientale e al benessere collettivo;
il lavoro agile o smart working costituisce una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, in grado di incrementare la produttività, migliorare la qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori e garantire un maggiore equilibrio tra le esigenze professionali e personali;
l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha evidenziato il valore dello smart working quale strumento, allora come ora, essenziale per garantire la continuità lavorativa, ridurre gli spostamenti, limitare l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita dei lavoratori, in particolare di coloro che presentavano e presentano specifiche esigenze di salute;
in particolare, lo smart working si è dimostrato una soluzione determinante per quei lavoratori affetti da patologie o fragilità che, pur non determinando un’incapacità lavorativa totale, rendono gravosa la presenza fisica in sede, soprattutto a causa degli effetti collaterali di terapie debilitanti o salvavita;
la disciplina vigente in materia di lavoro agile, contenuta negli articoli 18-24 della legge 22 maggio 2017, n. 81, come modificata dalla legge 4 agosto 2022, n. 122, stabilisce che tale modalità lavorativa debba essere regolata da accordi individuali tra le parti, assicurando flessibilità organizzativa e una migliore gestione del tempo lavorativo;
purtroppo, dal 31 marzo 2024, i lavoratori fragili del settore privato sono stati lasciati senza alcuna tutela, mentre nel pubblico impiego si è persino assistito a una regressione delle misure precedentemente in vigore;
inoltre, la direttiva del Ministero per la pubblica amministrazione del 29 dicembre 2023, ha affidato l’applicazione dello smart working alle singole amministrazioni, rimettendo la decisione ultima a una scelta discrezionale del singolo dirigente. Inoltre, la mancata previsione nella Direttiva del cambio mansione per chi non può fare lavoro agile ha escluso da ogni forma di tutela molti lavoratori fragili, tra cui gli insegnanti, le forze dell’ordine e il personale del sistema sociosanitario;
rilevato che:
l’articolo 1, comma 4, del disegno di legge in esame prevede che i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, affetti da malattie oncologiche, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento, decorso il periodo di congedo, abbiano priorità nell’accesso alla modalità di lavoro agile, nell’ambito degli accordi individuali che il datore di lavoro intenda concludere, a condizione che l’attività lavorativa sia compatibile con tale modalità;
tale disposizione risulta di particolare importanza per garantire un rientro lavorativo graduale e sostenibile per coloro che hanno affrontato periodi di cure intensive, evitando che la ripresa delle attività lavorative possa compromettere i progressi del percorso terapeutico;
tuttavia, il regime di lavoro agile è ancora disciplinato con modalità frammentarie e soggetto a continui rinnovi, senza una previsione normativa strutturale e puntuale che garantisca stabilità ai lavoratori interessati, compromettendo la loro capacità di pianificare e gestire con continuità la propria attività lavorativa e conciliare le cure mediche;
di solito, è previsto un tetto massimo mensile di giornate fruibili in smart working, il quale può risultare insufficiente per i lavoratori sottoposti a terapie mediche continuative, gravose e che comportino effetti collaterali,
impegna il Governo:
a definire l’adozione di misure volte a rendere il lavoro agile una modalità lavorativa più strutturata e stabile, garantendo un quadro normativo certo e duraturo per i lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche e per i lavoratori in condizioni di fragilità dovute alla salute, riconoscendo il diritto di questi lavoratori a condizioni lavorative che tengano conto delle loro esigenze di salute.
G/1430/4/10
Guidolin, Mazzella, Castellone, Pirro
Il Senato, in sede d’esame del disegno di legge recante “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche”(A.S. 1430);
premesso che:
il disegno di legge in oggetto riconosce, in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche, anche rare, il diritto ad astenersi dal lavoro per un periodo massimo di ventiquattro mesi, conservando il posto di lavoro, ma senza diritto alla retribuzione e con il divieto di svolgere qualsiasi attività lavorativa;
considerato che:
tale intervento legislativo costituisce un importante passo in avanti nella tutela dei diritti e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori affetti da gravi patologie, nonché di tutte le persone in condizioni di particolare fragilità;
l’articolo 1, comma 4, del medesimo provvedimento riconosce, ai lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche, anche rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento, il diritto di accedere con priorità alla modalità di lavoro agile, come disciplinato dal Capo II della legge 22 maggio 2017, n. 81;
evidenziato che:
accanto a queste situazioni vi è una significativa fascia di cittadini che, oltre alla propria attività lavorativa, si trovano a svolgere anche il ruolo di caregiver familiari, come individuati dall’articolo 1, comma 255, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, prestando quotidiana assistenza a familiari in condizioni di grave disabilità o fragilità;
tali soggetti non godono, allo stato attuale, di specifici strumenti normativi che riconoscano il valore sociale della loro funzione e non possono accedere alle stesse misure agevolative, quali il diritto prioritario al lavoro agile;
impegna il Governo:
a valutare l’opportunità, nell’ambito del primo provvedimento normativo utile, di estendere anche ai lavoratori che svolgono il ruolo di caregiver familiare, ai sensi dell’articolo 1, comma 255, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, il diritto di accesso prioritario alle modalità di lavoro agile, quale misura concreta di sostegno e riconoscimento della loro funzione sociale e del carico assistenziale da essi sostenuto.
G/1430/5/10
Camusso, Zampa, Magni, Zambito
Il Senato, in sede di esame del disegno di legge recante “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche” (A.S. 1430),
premesso che:
il presente provvedimento rappresenta un importante avanzamento nel percorso di rafforzamento delle tutele per i lavoratori affetti da patologie oncologiche, invalidanti e croniche. Si tratta, infatti, di una proposta normativa che intende porre al centro dell’attenzione istituzionale una parte della forza lavoro spesso marginalizzata e vulnerabile;
il disegno di legge introduce una serie di disposizioni strutturalmente rilevanti, volte a garantire condizioni di maggiore equità e inclusione sul luogo di lavoro. Tra queste, assume particolare rilievo, l’art.1 che introduce l’ampliamento dei congedi per malattia, al fine di assicurare ai lavoratori colpiti da gravi patologie la possibilità di accedere a percorsi terapeutici e di cura senza compromettere la propria posizione occupazionale;
considerato che:
il comma 1 dell’articolo 2 prevede l’estensione dei permessi retribuiti per effettuare visite, esami strumentali e cure mediche, garantendo una maggiore flessibilità ai lavoratori pubblici o privati, affetti da affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce, ovvero da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento. Il medesimo diritto è altresì riconosciuto ai lavoratori con figli minori affetti dalle stesse condizioni cliniche, valorizzando il principio di attenzione anche alla dimensione familiare della cura;
i commi 4, 5, 6 stimano gli oneri finanziari relativi alle ore di permesso aggiuntive, riconoscendo la natura concreta e strutturale di questo provvedimento, pur lasciando margine a eventuali sviluppi futuri, anche in riferimento a una possibile estensione dell’indennità economica in favore dei lavoratori e dei datori di lavoro,
impegna il Governo:
a proseguire il percorso di rafforzamento delle tutele avviato con il presente disegno provvedimento, innalzando gradualmente la copertura economica e promuovendo una ripartizione solidale degli oneri;
a monitorare le misure di protezione per i lavoratori fragili e affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche, affinché nessuna categoria risulti esclusa da adeguate forme di tutela.
Art. 1
1.1
Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: «alcun tipo di attività lavorativa» inserire le seguenti: «che sia incompatibile con il proprio stato di salute».
1.2
Al comma 1, sostituire il quarto e quinto periodo con il seguente: «Al congedo si applica la contribuzione figurativa nella misura di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22.».
1.3
Al comma 1, sostituire il quarto e quinto periodo con il seguente: «Il periodo di congedo è computato ai fini previdenziali e non è computato ai fini dell’anzianità di servizio».
1.4
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. In ogni caso, i datori di lavoro pubblici o privati comunicano al lavoratore con almeno trenta giorni di anticipo che il periodo di comporto sta per scadere. Nei casi di mancata o tardiva comunicazione, il periodo di comporto è prorogato di diritto per altri trenta giorni dalla data di comunicazione, ovvero dalla data dell’eventuale risoluzione del contratto, che è dunque inefficace.»
1.5
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. Ai lavoratori di datori di lavoro privati è riconosciuto il medesimo periodo di comporto previsto per i lavoratori di datori di lavoro pubblici. Al termine del predetto periodo spetta al lavoratore un ulteriore periodo di comporto, senza retribuzione, pari ad almeno quindici giorni.»
1.6
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. Per i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati sono in ogni caso esclusi dal computo del periodo di comporto i periodi di ricovero ospedaliero o di day hospital per terapie salvavita e i giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali di dette terapie, debitamente certificati.»
1.7
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. Il periodo di congedo di cui al comma 1 viene considerato periodo di servizio figurativo effettivo valido ai fini della maturazione di un nuovo periodo di comporto.».
1.8
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. E’ vietato adibire il lavoratore affetto da malattia oncologica, ovvero da malattia invalidante o cronica, anche rara, che comporti un grado di invalidità pari o superiore al 74 per cento, dalle ore 24 alle ore 6.»
1.9
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. I lavoratori di cui al comma 1 possono richiedere l’esecuzione del rapporto di lavoro in modalità agile, ove compatibile, per il periodo in cui gli stessi lavoratori si sottopongono alle cure e ai controlli periodici successivi alla malattia (follow up). La lavoratrice o il lavoratore che richiede di fruire del lavoro agile non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro. Qualunque misura adottata in violazione del precedente periodo è da considerare ritorsiva o discriminatoria e, pertanto, nulla.»
1.10
Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:
«3-bis. Ai lavoratori di cui al comma 1, viene riconosciuta la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) di cui al decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, dal primo giorno di fruizione del periodo di congedo.».
1.11
Sostituire il comma 4 con i seguenti:
«4. I dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati aventi mansione compatibile con la modalità agile di svolgimento della prestazione lavorativa, affetti da malattie oncologiche, nonché da malattie invalidanti o croniche, anche rare, hanno diritto, a prescindere dal grado di invalidità civile riconosciuta, a svolgere la propria attività lavorativa in modalità agile nella misura del 100 per cento del monte orario settimanale lavorativo per i primi dodici mesi, nella misura di almeno il 50 per cento del monte orario lavorativo settimanale per i successivi dodici mesi.
4-bis. L’eventuale diniego da parte del datore di lavoro pubblico e privato alla concessione del lavoro agile dovrà essere motivato per iscritto in modo ben circostanziato ed esauriente. Il datore di lavoro dovrà, altresì, fornire congrua motivazione dell’eventuale sproporzione o eccessivo onere che egli dovrebbe sostenere per consentire l’adozione della suddetta tipologia di svolgimento dell’attività lavorativa.
4-ter. Al lavoratore che svolge la propria attività lavorativa in modalità agile viene garantita l’equiparazione con il personale operante in presenza ai fini del trattamento economico e normativo, nonché dello sviluppo delle opportunità di carriera e crescita retributiva, del diritto alla formazione, all’apprendimento permanente ed alla periodica certificazione delle relative competenze. Gli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente riconosciuti in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato sono applicati anche per la prestazione lavorativa resa in modalità agile.
4-quater. Le lavoratrici o i lavoratori di cui al presente comma non possono essere sanzionati, demansionati, licenziati, trasferiti o sottoposti ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro. Qualunque misura adottata in violazione del precedente periodo è da considerarsi ritorsiva o discriminatoria e, pertanto, nulla.
4-quinquies. Qualora nell’ambito dell’organizzazione aziendale si renda disponibile un posto di lavoro, anche compatibile con la modalità agile di esecuzione della prestazione, i datori di lavoro del pubblico impiego e del settore privato ne danno obbligatoriamente e prioritariamente informativa scritta ai lavoratori dipendenti pubblici o privati affetti da malattie oncologiche, nonché da malattie invalidanti o croniche, anche rare. Entro dieci giorni feriali dal momento in cui ricevono tale informativa, i lavoratori di cui al presente comma possono manifestare formalmente la propria disponibilità a ricoprire tale posto vacante. A fronte della mancata risposta intesa come rinuncia da parte dei lavoratori interpellati, i datori di lavoro possono procedere eventualmente ad assegnare il posto di lavoro resosi vacante ad altra unità. I lavoratori di cui al presente articolo ricollocati su posto vacante, anche previo cambio di mansione compatibile con il proprio stato di salute, conservano la stessa retribuzione della precedente mansione di assunzione.»
1.12
Dopo il comma 4, aggiungere i seguenti:
«4-bis. L’eventuale diniego da parte del datore di lavoro pubblico e privato alla concessione del lavoro agile dovrà essere motivato per iscritto in modo ben circostanziato ed esauriente. Il datore di lavoro dovrà, altresì, fornire congrua motivazione dell’eventuale sproporzione o eccessivo onere che egli dovrebbe sostenere per consentire l’adozione della suddetta tipologia di svolgimento dell’attività lavorativa.
4-ter. Al lavoratore che svolge la propria attività lavorativa in modalità agile viene garantita l’equiparazione con il personale operante in presenza ai fini del trattamento economico e normativo, nonché dello sviluppo delle opportunità di carriera e crescita retributiva, del diritto alla formazione, all’apprendimento permanente ed alla periodica certificazione delle relative competenze. Gli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente riconosciuti in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato sono applicati anche per la prestazione lavorativa resa in modalità agile.
4-quater. Le lavoratrici o i lavoratori di cui al presente comma non possono essere sanzionati, demansionati, licenziati, trasferiti o sottoposti ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro. Qualunque misura adottata in violazione del precedente periodo è da considerarsi ritorsiva o discriminatoria e, pertanto, nulla.
4-quinquies. Qualora nell’ambito dell’organizzazione aziendale si renda disponibile un posto di lavoro, anche compatibile con la modalità agile di esecuzione della prestazione, i datori di lavoro del pubblico impiego e del settore privato ne danno obbligatoriamente e prioritariamente informativa scritta ai lavoratori dipendenti pubblici o privati affetti da malattie oncologiche, nonché da malattie invalidanti o croniche, anche rare. Entro dieci giorni feriali dal momento in cui ricevono tale informativa, i lavoratori di cui al presente comma possono manifestare formalmente la propria disponibilità a ricoprire tale posto vacante. A fronte della mancata risposta intesa come rinuncia da parte dei lavoratori interpellati, i datori di lavoro possono procedere eventualmente ad assegnare il posto di lavoro resosi vacante ad altra unità. I lavoratori di cui al presente articolo ricollocati su posto vacante, anche previo cambio di mansione compatibile con il proprio stato di salute, conservano la stessa retribuzione della precedente mansione di assunzione.»
Art. 2
2.1
Sostituire il comma 1 con i seguenti:
«1. Per i dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati affetti da malattie oncologiche, nonché da malattie invalidanti o croniche, anche rare, a prescindere dal grado di invalidità civile riconosciuta, le assenze dal servizio dovute a ricovero ospedaliero, day-hospital, day-service, day-surgery e follow-up non sono computabili nel periodo di comporto.
1-bis. I lavoratori dipendenti di cui al comma 1 hanno diritto a fruire, in aggiunta ai benefìci previsti dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL), di ulteriori dodici ore annue di permesso retribuito per visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche, nonché cure mediche frequenti e follow-up.
1-ter. I lavoratori di cui al comma 1, per i quali i relativi CCNL non prevedono alcuna ora annua di permesso retribuito per visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche, microbiologiche, nonché cure mediche frequenti e follow-up, hanno diritto a trenta ore annue di permesso retribuito per tutte le fattispecie di prestazioni diagnostiche e di cura sopra elencate.
1-quater. I genitori dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, con figli affetti da BES (Bisogni Educativi Speciali), affetti da malattie oncologiche, nonché da malattie invalidanti o croniche, anche rare, a prescindere dal grado di invalidità civile riconosciuta al proprio figlio, hanno diritto a fruire, in aggiunta ai benefìci previsti dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali del lavoro, di ulteriori dodici ore annue di permesso retribuito per sottoporre il proprio figlio a visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche, nonché cure mediche frequenti e follow-up, che si rendano necessari. »
Conseguentemente, al comma 2, sostituire le parole: «comma 1» con le seguenti: «presente articolo».
2.0.1
Dopo l’articolo, aggiungere il seguente:
«Art. 2-bis.
(Rafforzamento sperimentale delle campagne di screening oncologico per il tumore al seno a carico del SSN)
- Al fine di rafforzare le misure di prevenzione per il tumore al seno, in attesa dell’estensione del programma nazionale di screeningmammografico, sono stanziati 6 milioni di euro annui per il triennio 2025-2027, in via sperimentale, con la finalità di avviare progetti di rafforzamento dell’adesione e dell’estensione mediante campagne di screeningregionale per le donne nelle fasce d’età 45-50 anni e 70-74 anni a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
- Con decreto del Ministro della salute, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge e previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definiti i criteri e le modalità per la ripartizione delle risorse nel rispetto del criterio di proporzionalità rispetto alle cittadine eleggibili per Regione nelle fasce d’età di cui al comma 1.
- Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1, pari a 6 milioni di euro annui per il triennio 2025-2027 si provvede mediante corrispettiva riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.».
Art. 4
4.0.1
Dopo l’articolo aggiungere il seguente:
«Art. 4-bis.
(Applicazione Normativa nei CCNL)
- Le disposizioni della presente legge sono incluse nei contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL) di riferimento e nei rinnovi dei medesimi.».
ORDINE DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE
G/1407/5/10 (testo 2)
Il Senato, in sede di esame del disegno di legge recante “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese” (A.S. 1407), impegna il Governo a valutare l’opportunità di individuare gli strumenti più opportuni al fine di valorizzare e diffondere le forme di partecipazione gestionale dei lavoratori nelle società a partecipazione pubblica di cui al decreto legislativo n. 175 del 2016, dando compiuta attuazione all’articolo 46 della Costituzione.
MARTEDÌ 15 APRILE 2025
289ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Durigon.
La seduta inizia alle ore 15,25.
IN SEDE REDIGENTE
(1407) DISEGNO DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE- Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito della discussione e rinvio)
Prosegue la discussione, sospesa nella seduta del 9 aprile.
Il presidente ZAFFINI comunica che alla scadenza del termine sono stati presentati 147 emendamenti e 5 ordini del giorno (pubblicati in allegato). Dà inoltre conto del parere non ostativo sul testo espresso dalla 5a Commissione.
Preso atto che non vi sono richieste di intervento in sede di illustrazione degli emendamenti, avverte che si procederà all’espressione dei pareri sugli emendamenti e quindi alla loro votazione.
Ha la parola la relatrice MANCINI (FdI), la quale esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all’articolo 1.
Il sottosegretario DURIGON esprime parere conforme.
La senatrice ZAMPA (PD-IDP) aggiunge la propria firma a tutti gli emendamenti presentati dal senatore Magni e dalla senatrice Aurora Floridia.
Verificata la presenza del numero legale, è posto in votazione l’emendamento 1.1, che risulta respinto.
In esito a successive e distinte votazioni sono respinti gli emendamenti 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, gli identici 1.6 e 1.7, nonché gli emendamenti 1.8, 1.9 e 1.10.
Su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 2 il parere della relatrice MANCINI (FdI) e del GOVERNO è contrario.
Viene posto in votazione e respinto l’emendamento 2.1.
Gli emendamenti 2.2 e 2.3, posti congiuntamente in votazione, sono respinti.
Con successive votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 2.4, 2.5, 2.6 e 2.7.
Gli emendamenti 2.8 e 2.9 sono posti congiuntamente in votazione.
La senatrice ZAMBITO (PD-IDP) interviene per dichiarazione di voto favorevole, osservando che gli emendamenti in votazione sono tesi a reinserire la definizione di impresa socialmente sostenibile, già recata dalla proposta legislativa originaria, rilevante in particolare ai fini della protezione ambientale.
La relatrice MANCINI (FdI) specifica che le proposte non sono in linea con le finalità del disegno di legge in discussione.
La Commissione respinge quindi gli identici emendamenti 2.8 e 2.9.
Intervenendo per dichiarazione di voto favorevole sull’emendamento 2.10, il senatore MAZZELLA (M5S) richiama l’attenzione sulla necessità di una previsione in materia di informazione dei lavoratori sullo stato economico e finanziario dell’impresa.
La relatrice MANCINI (FdI) obietta che le garanzie richiamate sono già contemplate dal provvedimento in titolo.
Il sottosegretario DURIGON suggerisce la trasformazione dell’emendamento in ordine del giorno.
Il senatore MAZZELLA (M5S) ritira quindi l’emendamento 2.10, trasformandolo nell’ordine del giorno G/1407/6/10 (pubblicato in allegato).
In esito a successive e distinte votazioni risultano poi respinti gli emendamenti 2.11, 2.12, 2.13 e 2.0.1.
La relatrice MANCINI (FdI) esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all’articolo 3.
Il parere del rappresentante del GOVERNO è conforme.
Con successive e distinte votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 3.1, 3.2, gli identici 3.3 e 3.4, nonché gli emendamenti 3.5, 3.6, 3.7, 3.8, 3.9, 3.10, 3.11, 3.12, 3.13, 3.14, 3.15 e 3.16.
Il parere della relatrice MANCINI (FdI) e del sottosegretario DURIGON sugli emendamenti all’articolo 4 è contrario.
Con successive votazioni, la Commissione respinge gli emendamenti 4.1, 4.2, nonché gli identici 4.3 e 4.4.
In esito a successive e distinte votazioni risultano respinti gli emendamenti 4.5, 4.6, 4.7, 4.8, 4.9 e 4.0.1.
La senatrice ZAMBITO (PD-IDP) interviene per dichiarazione di voto favorevole sugli emendamenti 4.0.2 e 4.0.3, tesi a inserire una disposizione concernente la disciplina della partecipazione nelle società a partecipazione pubblica, già compresa nell’iniziale proposta di iniziativa popolare.
Gli emendamenti 4.0.2 e 4.0.3, messi ai voti congiuntamente, sono quindi respinti.
È altresì respinto l’emendamento 4.0.4.
Sugli emendamenti all’articolo 5 il parere della relatrice MANCINI (FdI) è contrario.
Il sottosegretario DURIGON esprime parere conforme.
Con successive votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.5 e 5.6.
La relatrice MANCINI (FdI) esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all’articolo 6.
Si esprime conformemente il rappresentante del GOVERNO.
In esito a successive e distinte votazioni sono quindi respinti gli emendamenti 6.1, 6.2, 6.3, 6.4, 6.5, 6.6, 6.7, 6.8 e 6.0.1.
Sugli emendamenti all’articolo 7 il parere della relatrice MANCINI (FdI) e del GOVERNO è contrario.
Gli identici emendamenti 7.1 e 7.2 sono posti in votazione congiunta, risultando respinti.
La Commissione respinge quindi, con successive votazioni, gli emendamenti 7.3, 7.4, 7.5, 7.6, 7.7, 7.8. 7.9, 7.10, 7.11, 7.12, 7.13, 7.14 e 7.15.
Sugli emendamenti all’articolo 8 il parere della relatrice MANCINI (FdI) è contrario.
Il sottosegretario DURIGON si esprime in senso conforme.
Con distinte votazioni la Commissione respinge gli emendamenti 8.1, 8.2, 8.3, 8.4 e 8.5.
Posti congiuntamente in votazione, gli identici emendamenti 8.6 e 8.7 sono respinti.
In risposta a una sollecitazione della senatrice ZAMPA (PD-IDP), la relatrice MANCINI (FdI) rileva il carattere pleonastico dell’emendamento 8.8, che, posto in votazione, risulta respinto.
In esito a successive e distinte votazioni sono poi respinti gli emendamenti 8.9, 8.10 e 8.11.
Il seguito della discussione è quindi rinviato.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. CCXL, n. 1) Documento di finanza pubblica 2025 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)
Il relatore SATTA (FdI) dà conto innanzitutto della prima sezione del Documento in esame, che reca un nuovo quadro tendenziale, macroeconomico e di finanza pubblica.
Riguardo al settore sanitario, la prima sezione evidenzia che il livello del finanziamento del servizio sanitario nazionale è incrementato di importi crescenti dal 2025, destinati al potenziamento dell’offerta e della qualità dei servizi, al rinnovo dei contratti collettivi nazionali del personale e all’erogazione di borse di studio agli specializzandi non medici.
Riguardo al completamento degli investimenti del PNRR, il Documento dà atto degli investimenti in corso per rafforzare le cure primarie, velocizzare le prestazioni e migliorare l’assistenza territoriale.
Dalla seconda sezione emerge che nel 2024 la spesa sanitaria è risultata pari a 138.335 milioni, con un incremento del 4,9 per cento rispetto al 2023. In tale ambito, risultano incrementi, in particolare, della spesa per i redditi da lavoro dipendente, della spesa per i consumi intermedi e della spesa per l’assistenza farmaceutica convenzionata. Risulta invece una riduzione della spesa per l’assistenza medico-generica da convenzione. La sezione contiene inoltre le previsioni tendenziali riguardanti la spesa sanitaria per il 2025 e per il biennio 2026-2027. Nel 2028 la crescita della spesa sanitaria è ipotizzata pari al 2,6 per cento, ed è prevista stabile al 6,4 per cento l’incidenza della stessa sul PIL.
In merito alle politiche per i settori del lavoro e previdenziale, il Documento si sofferma in particolare su: la prosecuzione dell’operatività del Programma GOL e il potenziamento dei centri per l’impiego; il potenziamento del sistema duale e del servizio civile universale; il sostegno all’avvio di attività imprenditoriali e libero-professionali e all’occupazione di giovani e donne; l’introduzione di incentivi per la permanenza al lavoro e la proroga di alcuni istituti per il pensionamento anticipato; la definizione di un quadro strategico per la programmazione della formazione dei dipendenti pubblici.
Nel capitolo II.5 della prima sezione sono indicati i disegni di legge da considerare come collegati alla manovra di bilancio.
Il senatore MAZZELLA (M5S) osserva che il Documento di finanza pubblica in esame non affronta questioni di estrema gravità, quali la prolungata contrazione della produzione e l’aumento della povertà. Ugualmente trascurati risultano la diminuzione dei redditi, l’espansione dell’area della precarietà e il problema della riconversione industriale. Le misure a sostegno dell’occupazione connotate da una certa efficacia, come il Programma GOL, sono tuttora quelle varate dai governi precedenti, mentre mancano proposte riguardanti i giovani che hanno rinunciato alla ricerca di impiego e la mancanza di prospettive per le famiglie giovani. La mancanza di sostegno per le famiglie colpite dalla disoccupazione, conseguenza del superamento del reddito di cittadinanza, costituisce un ulteriore dato preoccupante.
Merita poi particolare attenzione la diminuzione della spesa sanitaria in rapporto al prodotto interno lordo, la quale è peraltro coerente con le politiche sostenute dalla maggioranza. Queste sono infatti volte a penalizzare il Servizio sanitario nazionale e a favorire la privatizzazione della sanità. Tale tendenza è confermata dal costante decremento dei pronto soccorso e dalla perdurante assenza di soluzioni al problema delle liste di attesa. Colpisce infine il divario in negativo rispetto alla media OCSE relativamente alla spesa sanitaria pro capite dell’Italia.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,15.
Riunione n. 14
MARTEDÌ 15 APRILE 2025
Relatrici: CAMPIONE (FdI) e MINASI (LSP-PSd’Az)
Orario: dalle ore 11,40 alle ore 12,25
(89) Valeria VALENTE e altri. – Disposizioni volte al contrasto delle molestie sessuali e delle molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Deleghe al Governo in materia di riordino dei comitati di parità e pari opportunità e per il contrasto delle molestie sul lavoro
(257) MAGNI e altri. – Norme per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori da molestie morali e psicologiche nel mondo del lavoro
(671) Paola MANCINI e altri. – Disposizioni per la tutela della dignità e della libertà della persona contro le molestie e le molestie sessuali, con particolare riferimento al mondo del lavoro. Delega al Governo per il contrasto delle molestie sul lavoro e per il riordino degli organismi e dei Comitati di parità e pari opportunità
(813) Ada LOPREIATO e altri. – Disposizioni volte al contrasto delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro e delle condotte vessatorie e generatrici di stress a carico delle lavoratrici e dei lavoratori
(Seguito dell’esame congiunto)