(Dal Resoconto Sommario)
219a Seduta
Presidenza del Presidente
ZANOLETTI
Interviene il ministro del lavoro e delle politiche sociali Maroni.
La seduta inizia alle ore 15,20.
IN SEDE REFERENTE
(2058) Delega al Governo in materia previdenziale, misure di sostegno alla previdenza complementare e all’ occupazione stabile e riordino degli enti di previdenza e assistenza obbligatoria, approvato dalla Camera dei deputati
(421) MAGNALBO’. – Modifiche e integrazioni all’ articolo 71 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in materia di totalizzazione dei periodi di iscrizione e contribuzione
(1393) VANZO ed altri. – Abrogazione delle disposizioni concernenti il divieto di cumulo tra redditi di pensione e redditi di lavoro autonomo
– e petizioni nn. 66, 84, 200, 255, 393, 574, 582, 583 e 634 ad essi attinenti
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)
Si riprende l’esame congiunto sospeso nella seduta del 28 gennaio scorso.
In apertura di seduta la senatrice PILONI (DS-U) fa presente che, nell’ambito dell’esame del disegno di legge n. 2058, i gruppi politici dell’opposizione, lungi dall’assumere posizioni ostruzionistiche, hanno presentato e stanno illustrando emendamenti che entrano nel merito delle misure proposte dal Governo, prospettando adeguati e specifici correttivi. Esprime altresì apprezzamento per la costante presenza del Ministro in Commissione, che costituisce un puntuale adempimento dell’impegno da lui assunto, di seguire personalmente l’iter parlamentare della riforma previdenziale.
Ciò premesso, la senatrice Piloni non può non richiamare l’attenzione sullo stato di frustrazione che a suo avviso pervade tutti i componenti della Commissione, dovuto alla sensazione di stare portando avanti un lavoro che potrebbe rivelarsi inutile. In questi giorni, infatti, sono emerse sulla stampa quotidiana due importanti novità: da un lato, sono ormai pubbliche le prese di posizione di autorevoli membri del Governo, circa la necessità di modificare in modo significativo il disegno di legge all’esame; dall’altro, il senatore Morra, relatore sul provvedimento, ha rilasciato ieri un’intervista ad un importante quotidiano, nella quale si lascia intendere che verranno presentate ulteriori proposte di modifica al disegno di legge di riforma previdenziale e che i tempi di approvazione dello stesso sono destinati a slittare.
In questo clima di incertezza, conclude la senatrice Piloni, sarebbe opportuno conoscere l’avviso del Ministro, anche per ricondurre nelle sedi istituzionali un dibattito che finora si è svolto solo sulla stampa.
Il Ministro MARONI, richiamandosi alle dichiarazioni rese in una precedente seduta, conferma che da parte del Governo non sono in corso iniziative ulteriori sul tema oggetto della discussione odierna. Ricorda che il Consiglio dei ministri ha deliberato due volte sulla riforma delle pensioni: la prima volta, nel dicembre 2001, per varare il disegno di legge poi trasmesso alla Camera dei deputati, da questa licenziato e attualmente all’esame del Senato; la seconda volta, più recentemente, per deliberare l’emendamento 1.0.1, anch’esso all’esame della Commissione, che ha introdotto un sistema di incentivi al posticipo del pensionamento fino al 2007 e, a decorrere dal 2008, nuovi criteri di accesso ai trattamenti pensionistici, con l’innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi. Entrambe le deliberazioni sono state adottate dal Consiglio dei ministri all’unanimità.
Da parte di alcuni Ministri e di alcune forze politiche della maggioranza vi è poi il tentativo, del tutto legittimo, di individuare ipotesi alternative a quelle prospettate dal Governo nella sua collegialità: personalmente, il Ministro ritiene meritevoli di attenzione tutte le ipotesi che sono state prospettate nel corso del dibattito, e ricorda di avere ultimamente letto con interesse quella avanzata dal gruppo della Margherita; a suo avviso, però, occorre tenere conto delle proposte depositate presso la Commissione, e, per questo aspetto, conferma l’impegno di verificare il contenuto di tutti gli emendamenti presentati e di valutarne senza pregiudizi l’accoglibilità. Ad esempio, ritiene senz’altro condivisibile l’emendamento predisposto dal relatore relativamente all’introduzione di un meccanismo di silenzio-assenso per il conferimento del TFR ai fondi pensione. Su tale proposta, il Ministro preannuncia un parere favorevole, salvo valutare l’opportunità di una riformulazione che tenga conto del contenuto di altre analoghe proposte emendative.
In conclusione, il Ministro ribadisce che il Governo non sta lavorando ad alcuna ipotesi di emendamento del disegno di legge n. 2058, ma che è intenzionato a valutare attentamente se l’articolato che scaturirà dal confronto in Commissione risulterà alla fine coerente con le finalità che il Governo stesso intende perseguire.
Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro per i chiarimenti forniti e avverte che si riprenderà l’illustrazione degli emendamenti all’articolo 1 del disegno di legge n. 2058, a suo tempo assunto come testo base.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-U) dichiara preliminarmente di aver preso atto con perplessità delle dichiarazioni del Ministro, che confermano l’esistenza di forti dissidi all’interno della compagine governativa sul tema della riforma delle pensioni. Anche con riferimento ad essi, a suo avviso, potrebbe essere opportuna un’iniziativa del relatore, considerata la disponibilità, riconfermata dal Ministro, a valutare nel merito le proposte di modifica che potrebbero essere avanzate. Illustra quindi l’emendamento 1.237, che si propone di specificare la natura delle agevolazioni previste per le piccole e medie imprese a titolo di compensazione del conferimento del trattamento di fine rapporto (TFR) ai fondi pensione. Con l’emendamento 1.239 si intende sopprimere, al comma 2, lettera g), numero 8, il riferimento alla riduzione del costo del lavoro, che pone una ingiustificata condizione aggiuntiva rispetto alla previsione per cui il conferimento del TFR deve avvenire senza oneri per le imprese.
Il senatore VIVIANI (DS-U), nell’aggiungere la firma all’emendamento 1.239, osserva che il suo accoglimento costituirebbe un atto di coerenza anche rispetto agli impegni in materia di spesa sociale assunti dal Governo nell’ambito del Patto per l’Italia, i cui termini peraltro sono stati ampiamente disattesi dal Governo stesso. Rileva quindi che le dichiarazioni del ministro Maroni costituiscono la fedele rappresentazione del conflitto in atto nel Governo e nella maggioranza politica che lo sostiene. Peraltro l’intenzione dichiarata dal Ministro di valutare la coerenza del testo che emergerà dal lavoro della Commissione con le finalità del Governo, contribuisce ad accentuare il senso di precarietà percepito, a suo avviso, da tutti i componenti della Commissione circa il lavoro in corso.
L’oratore illustra poi l’emendamento 1.282, volto a ridefinire la disciplina fiscale della previdenza complementare, nella prospettiva di sancire la piena deducibilità fiscale della contribuzione ai fondi pensione, nonché di introdurre una revisione della normativa inerente alla tassazione dei rendimenti.
L’oratore si riserva quindi di illustrare i restanti emendamenti di cui è firmatario, riferiti all’articolo 1 in altra seduta.
Riprendendo la sua esposizione il senatore RIPAMONTI (Verdi-U) si sofferma sull’emendamento 1.238 che si propone di sopprimere una norma che si tradurrebbe in un’ulteriore riduzione del costo del lavoro, suscettibile però di tradursi in un danno per il lavoratore.
Il MINISTRO ricorda che l’eliminazione del contributo relativo al finanziamento del fondo di garanzia del trattamento di fine rapporto è la logica conseguenza della scomparsa di tale istituto che, nel testo originario del Governo, viene obbligatoriamente devoluto alle forme pensionistiche complementari. Anche nel caso di un conferimento volontario, il contributo al fondo di garanzia dovrebbe comunque venire meno per la parte del TFR che non rimane nella disponibilità dell’azienda.
Il senatore RIPAMONTI (Verdi-U) si riserva di valutare l’eventualità di riformulare l’emendamento 1.238, ove vengano accolte modifiche intese a prevedere forme volontarie di conferimento del TFR alla previdenza complementare. Passa quindi ad illustrare l’emendamento 1.240, volto ad individuare specifiche facilitazioni a favore della piccola e media impresa, e si sofferma sull’emendamento 1.241 che intende incrementare l’entità delle prestazioni in forma periodica.
Sottoscrive quindi gli emendamenti 1.133, 1.91 e 1.88 evidenziando, relativamente a quest’ultimo, che l’intervento previsto all’articolo 1 comma 2 lettera h) del disegno di legge in titolo riguarda solo una minima percentuale delle aziende in attività.
L’oratore, dopo aver illustrato l’emendamento 1.243 – che è volto a favorire lo sviluppo dei fondi pensione attraverso apposite misure fiscali – si sofferma sull’emendamento 1.246, finalizzato all’individuazione di una disciplina fiscale della previdenza complementare orientata nella direzione dell’incentivazione dell’adesione ai fondi chiusi.
La proposta emendativa 1.244 è volta a superare una incongruenza riscontrabile nell’ambito della disposizione normativa di cui all’articolo 1, comma 2, lettera l) del provvedimento in titolo, che in particolare incentra la deducibilità fiscale della contribuzione ai fondi pensione anche sulla fissazione di limiti in valore assoluto, anziché, come opportuno, sui soli limiti in valore percentuale del reddito imponibile.
Dà infine per illustrati gli emendamenti 1.242, 1.245 e 1.247 e si riserva di illustrare in una successiva seduta gli altri emendamenti all’articolo 1 di cui è firmatario.
Il senatore BATTAFARANO (DS-U) fa presente di avere colto nella dichiarazione del Ministro una certa soddisfazione, a suo avviso incomprensibile, per la decisione adottata dal Governo di non elaborare ulteriori proposte di modifica al disegno di legge n. 2058. Tale decisione appare anche in contrasto con l’esito del confronto recentemente svoltosi con le organizzazioni sindacali, poiché in tale circostanza il Ministro stesso parlò di parziali convergenze, che avrebbero potuto essere tradotte in proposte emendative. Si associa pertanto alla perplessità già espressa dal senatore Ripamonti.
L’oratore illustra poi l’emendamento 1.279, evidenziando che lo stesso è volto ad estendere l’applicabilità delle misure specifiche inerenti all’emersione del lavoro sommerso anche a categorie diverse dai pensionati.
Il ministro MARONI chiede al senatore Battafarano di chiarire i motivi per i quali è stata prevista una copertura finanziaria in ordine all’emendamento 1.279, nonostante che lo stesso sia finalizzato ad estendere l’ambito delle misure di emersione del lavoro sommerso.
Il senatore BATTAFARANO (DS-U) dopo aver precisato che la copertura dell’emendamento 1.279 ha un carattere meramente formale, prosegue nell’illustrazione degli emendamenti a propria firma, soffermandosi sull’emendamento 1.138, inerente alla questione della separazione tra previdenza ed assistenza, sottolineata anche dalle organizzazioni sindacali nel corso del confronto con il Governo.
L’oratore, dopo aver dato per illustrati gli emendamenti 1.340, 1.341 e 1.358, si riserva di illustrare i restanti emendamenti riferiti all’articolo 1 di cui è firmatario in altra seduta.
Il senatore PETERLINI (Aut) osserva che l’emendamento 1.33 mira a conseguire l’obiettivo del rafforzamento della previdenza complementare tenendo presente l’esigenza di garantire adeguatamente gli investimenti dei fondi pensione sul mercato finanziario. Ritiene altresì che in questa funzione potrebbero essere positivamente coinvolte anche le regioni.
Alle stesse finalità dell’emendamento 1.33 si ispira anche il successivo emendamento 1.34, che dispone l’assoggettamento delle prestazioni di previdenza complementare a vincoli analoghi a quelli previsti per la previdenza pubblica in materia di cedibilità, sequestrabilità e pignorabilità. Dopo avere dato per illustrato l’emendamento 1.35, si sofferma sull’emendamento 1.36, sottolineando l’opportunità di precludere al lavoratore che abbia aderito a forme di previdenza complementare -e che abbia potuto usufruire quindi degli incentivi fiscali inerenti a tale settore – la possibilità di riscuotere il montante durante la vita lavorativa, per cambiamento o cessazione del rapporto di lavoro, o al momento del pensionamento – fatti salvi in questa ultima ipotesi i casi in cui la rendita mensile risulti irrisoria- .
L’emendamento 1.38 è finalizzato a potenziare l’organico della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, attualmente carente, incentivando anche il ricorso alle forme di autofinanziamento di cui all’articolo 13, comma 3 della legge n. 335 del 1995.
La proposta emendativa 1.39 – prosegue l’oratore – è volta a rafforzare le procedure di controllo, nonché i meccanismi sanzionatori, relativamente alle omissioni contributive inerenti alle forme di previdenza complementare.
L’emendamento 1.37 prefigura una razionalizzazione della tassazione inerente al riscatto esercitato dai beneficiari o dagli eredi dell’iscritto ad una forma pensionistica complementare, parametrando lo stesso in relazione alla capacità contributiva dell’avente diritto, anziché di quella del de cuius.
La proposta emendativa 1.40 – prosegue l’oratore – incentra la deducibilità fiscale della contribuzione ai fondi pensione sulla sola fissazione di limiti in valore assoluto, eliminando il riferimento al valore percentuale del reddito imponibile, di cui all’articolo 1 comma 2 lettera l) del disegno di legge in titolo.
L’oratore illustra poi l’emendamento 1.41, sottolineando l’opportunità di precludere l’apposizione di limiti riconducibili al TFR versato dai lavoratori dipendenti – finalizzati ad ampliare la deducibilità fiscale della contribuzione ai fondi pensione -.
I senatori TREU (Mar-DL-U) e MONTAGNINO (Mar-DL-U) sottoscrivono l’emendamento 1.34.
Il senatore TREU (Mar-DL-U) illustra l’emendamento 1.133, che prende in considerazione la necessità di garantire gli investimenti effettuati dai fondi pensione in modo da non disincentivare il passaggio volontario del TFR alla previdenza integrativa. Coerentemente con una logica di mercato, che esclude l’imposizione di un determinato tasso di rendimento, l’emendamento si propone di fornire indicazioni di carattere orientativo, volte comunque a rafforzare il secondo pilastro del sistema previdenziale. L’emendamento 1.135 tocca poi un punto fondamentale per la solidità dell’intero edificio previdenziale, e si propone di garantire la continuità del percorso contributivo per i lavoratori titolari di contratti atipici. La diffusione di rapporti di lavoro discontinui o assoggettati a regole previdenziali differenti rende infatti improcrastinabile l’introduzione di una organica disciplina per la ricongiunzione di tutti i periodi contributivi.
L’oratore, nell’illustrare l’emendamento 1.136, sottolinea la necessità di rafforzare i poteri della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, attribuendo alla stessa l’ulteriore compito di garantire la trasparenza delle condizioni contrattuali inerenti alle forme pensionistiche collettive ed individuali, nonché di vigilare sulle modalità di offerta al pubblico dei predetti strumenti previdenziali.
Dopo aver illustrato l’emendamento 1.137, evidenziando le finalità di semplificazione sottese allo stesso, si sofferma sulla proposta emendativa 1.139, la quale prevede che gli enti previdenziali predispongano bilanci separati, per le attività assistenziali e previdenziali, al fine di consentire l’individuazione di eventuali squilibri finanziari e la corretta imputazione degli interventi di riequilibrio.
Il ministro MARONI, interviene per una precisazione, evidenziando che i profili inerenti alla Commissione di vigilanza sui fondi pensione possono essere opportunamente analizzati nell’ambito del provvedimento in titolo, atteso che il disegno di legge attinente alla tutela del risparmio, approvato nella giornata odierna dal Consiglio dei ministri, fa salve le disposizioni normative attualmente vigenti, inerenti a tale Commissione.
Dopo che il PRESIDENTE ha dato per illustrati gli emendamenti 1.367, 1.368, 1.361, 1.369 e 1.366, il senatore VANZO (LP) illustra l’emendamento 1.373, che intende porre fine ai disagi dei pensionati che hanno ottenuto l’erogazione del trattamento con il calcolo definitivo dell’importo molti anni dopo il collocamento a riposo, e l’emendamento 1.374, che si propone di garantire ai lavoratori italiani rientrati dalla Svizzera il diritto alla pensione comprensivo del computo dei periodi contributivi maturati in quel paese.
Dopo aver ritirato l’emendamento 1.96, a propria firma, si riserva di illustrare i restanti emendamenti all’articolo 1 da lui sottoscritti in altra seduta.
Il senatore MALABARBA (Misto-RC) illustra l’emendamento 1.88, precisando che la misura contemplata all’articolo 1, comma 2, lettera h) del disegno di legge in titolo, attinente all’elevazione fino ad un punto percentuale del limite massimo di esclusione dall’imponibile contributivo delle erogazioni previste dai contratti collettivi, risulta del tutto incongrua, essendo suscettibile di ridurre l’ammontare della contribuzione, con tutti i conseguenti effetti pregiudizievoli sull’equilibrio del sistema previdenziale.
L’emendamento 1.89 si giustifica alla luce dell’inopportunità delle scelte incentrate sul conferimento del trattamento di fine rapporto ai fondi pensione – sia attraverso misure di incentivazione sia attraverso la previsione di un apposito obbligo – atteso che la previdenza complementare viene erroneamente configurata come un rimedio atto a fronteggiare le carenze del sistema previdenziale pubblico. Occorrerebbe invece potenziare e sviluppare il primo pilastro della previdenza, che è in grado di fornire garanzie di rendimenti certi e sicuri per il lavoratore. Tali considerazioni acquistano un particolare rilievo soprattutto per i settori più deboli, a cui taluni esponenti della maggioranza fanno spesso riferimento nei propri discorsi, senza tuttavia attivarsi per soddisfare le esigenze manifestate da tali categorie di lavoratori.
L’emendamento 1.91 prefigura un ampliamento dell’organico del servizio ispettivo delle direzioni provinciali e regionali del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di combattere l’evasione contributiva. A tale proposito l’oratore ricorda che nell’ambito della discussione parlamentare sul disegno di legge finanziaria per il 2004 è stato accolto dal Governo un apposito ordine del giorno, in relazione al quale chiede al Ministro di fornire chiarimenti ed informazioni sullo stato di attuazione, atteso che pur essendo stati già espletati i concorsi volti all’assunzione di personale ispettivo, non si è proceduto ancora all’assunzione dei vincitori.
Dà infine per illustrato l’emendamento 1.90.
L’oratore si riserva quindi di illustrare i restanti emendamenti riferiti all’articolo 1 di cui è firmatario in altra seduta.
La senatrice PILONI (DS-U) aggiunge la propria firma all’emendamento 1.91.
Il ministro MARONI, in riferimento alle richieste di chiarimenti prospettate dal senatore Malabarba, si riserva di fornire in una delle prossime sedute elementi informativi dettagliati in ordine ai profili attinenti all’assunzione di personale ispettivo, per il quale siano già state espletate le procedure concorsuali.
Il relatore alla Commissione MORRA (FI) dopo aver illustrato l’emendamento 1.104, si sofferma sull’emendamento 1.107, sottolineando l’opportunità di ampliare i poteri della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, nel senso della garanzia della trasparenza delle condizioni contrattuali inerenti alle forme pensionistiche collettive ed individuali, e della vigilanza sulle modalità di offerta al pubblico dei predetti strumenti previdenziali.
La proposta emendativa 1.102 prefigura apposite iniziative e misure che possano favorire l’applicazione, da parte delle forme pensionistiche complementari, di criteri di responsabilità sociali nella gestione delle risorse finanziarie, nonché nell’esercizio dei diritti legati alla proprietà dei titoli.
Il relatore, dopo aver dato per illustrati gli emendamenti 1.103 e 1.108, si riserva di illustrare i restanti emendamenti da lui sottoscritti riferiti all’articolo 1 in altra seduta.
Il senatore FABBRI (FI) illustra l’emendamento 1.2, evidenziando che lo stesso estende le misure di detassazione anche agli enti privati gestori di assistenza e previdenza per i professionisti, di cui ai decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996.
L’oratore si riserva di illustrare i restanti emendamenti da lui sottoscritti riferiti all’articolo 1 in altra seduta.
Sono quindi dati per illustrati gli emendamenti 1.55, 1.342, 1.343, 1.344, 1.345, 1.65, 1.63, 1.161, 1.70 e 1.346.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
CONVOCAZIONE DELLA SOTTOCOMMISSIONE PARERI
Il PRESIDENTE avverte che al termine della seduta odierna verrà convocata la sottocommissione pareri per l’esame, in sede consultiva, del disegno di legge n. 2714, di conversione del decreto-legge 23 dicembre 2033, n. 347, recante misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza.
La seduta termina alle ore 16,35.
LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11ª)
Sottocommissione per i pareri
MARTEDI’ 3 FEBBRAIO 2004
32a Seduta
La Sottocommissione, riunitasi sotto la presidenza del presidente Fabbri, ha adottato la seguente deliberazione per il disegno di legge deferito:
alla 10a Commissione:
(2714) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347, recante misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza, approvato dalla Camera dei deputati: parere non ostativo.