Scontro a distanza durissimo quello che è andato in scena oggi tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e quello della Cisl Luigi Sbarra.
Il primo, parlando dall’assemblea dei rappresentanti e dei delegati sulla sicurezza, organizzata a Firenze assieme alla Uil, riferendosi alla mancanza di risposte da parte del governo, e confermando poi sciopero indetto assieme alla Uil per aprile, ha affermato: “Un anno e mezzo fa abbiamo presentato una piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil sulla sicurezza. Non abbiamo avuto alcuna risposta e i morti continuano ad aumentare. È il momento di sostenere la mobilitazione – ha detto Landini – . Non c’è alcuna polemica, siamo coerenti con quanto chiesto. Il Governo non dà risposte, anzi fa leggi che vanno nella direzione opposta. Coerentemente portiamo avanti questa battaglia nell’interesse dei lavoratori e del paese”.
un anno e mezzo fa abbiamo presentato una piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil sulla sicurezza. Non abbiamo avuto alcuna risposta e i morti continuano ad aumentare. È il momento di sostenere la mobilitazione. Se poi qualcuno si è preso un colpo di fulmine per il Governo mi dispiace molto per lui. Noi dobbiamo rispondere ai bisogni che le persone hanno e andremo avanti”.
Chiaro, se pure non esplicitato, il riferimento alla Cisl, che non ha preso parte alle iniziative di mobilitazione.
Cosi chiaro che a stretto giro è arrivata la replica altrettanto acuminata di Luigi Sbarra: “L’unico colpo di fulmine di cui la Cisl si vanta, e dal 1950, è quello che l’ha fatta innamorare della sua autonomia, della libertà, del riformismo e della lontananza dall’ideologia. È il segretario della Cgil che forse è vittima di un colpo di sole, date le temperature in aumento”.
“A Landini vorrei dire che ci vuole serietà e soprattutto rispetto per una grande organizzazione come la Cisl- ha proseguito Sbarra- Una comunità di milioni di persone in mobilitazione da mesi, che non accetta egemonie da parte di nessuno, che non ha governi amici né nemici, che sa ragionare con la propria testa. Sappiamo farlo – ha insistito il leader Cisl – soprattutto su un tema drammatico come quello delle morti e degli infortuni sul lavoro: una piaga che produce da sempre una interminabile scia di sangue, che interroga anche la responsabilità delle parti sociali e richiede non fiammate demagogiche, scioperi compulsivi contro i governi non graditi, ma un impegno costante, coerente, continuo, dai territori fino al livello nazionale, per rafforzare un confronto strutturato con Governo, sistema delle imprese e autonomie locali”.
“È quello che la Cisl sta facendo da mesi, con una mobilitazione che la attraversa ad ogni livello, uno sforzo organizzativo che ha visto e vede centinaia di assemblee nelle fabbriche, nei cantieri, in tutte le comunità lavorative, iniziative a livello provinciale, regionale e interregionale e primi risultati conquistati attraverso il negoziato con il Governo. Cammino che culminerà ad aprile, come ulteriore tappa, in una grande Assemblea Nazionale dei delegati e delegate già programmata a Roma. Le affermazioni del segretario Cgil ci danno ulteriore prova di un’impostazione che non ci piace e che non fa bene al pluralismo e alla democrazia di questo Paese. Il Novecento è finito da un pezzo. È tempo che qualcuno se ne renda conto” ha concluso.