“La terra coltivata da un’impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a chi la compra per fini speculativi o hobbistici”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’incontro con i quadri dirigenti della Coldiretti piemontese a Torino nel sottolineare che il decreto ‘Salva Italià, “farà pagare alle imprese agricole attraverso l’ Imu un ulteriore costo di un miliardo di euro. “La manovra – ha sottolineato Marini – avrà un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole”. “Per senso di responsabilità abbiamo scelto di non manifestare in piazza – ha spiegato Marini – ma la manovra riserva una forte iniquità al settore primario che devono essere corrette. Occorre differenziare la tassazione tra chi di agricoltura ci vive e chi la fa a tempo perso”. “E questo – ha concluso Marini – vale sia sul piano fiscale sia su quello delle politiche comunitarie come previsto nel documento condiviso da tutta la filiera agricola italiana e della Istituzioni regionali e nazionali”. (LF)