Crescono dell`8 per cento le esportazioni dei prodotti agroalimentari Made in Italy che nel 2015 raggiungono il record storico di sempre a 36,9 miliardi di euro, quasi il doppio del settore degli autoveicoli fermi a 19,9 miliardi. E` quanto emerge dall`analisi della Coldiretti sui dati definitivi Istat relativi al commercio estero nel 2015.
“L`agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero Made in Italy che svolge pero` anche un effetto traino unico sull`intera economia per l`impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “non si è mai consumato così tanto Made in Italy alimentare nel mondo certamente per le condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense ma anche perché l`Italia ha saputo cogliere l`opportunità di Expo per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici”.
La fame d`Italia all`estero si è fatta sentire – sottolinea la Coldiretti – con aumenti stimati che vanno dall`11% per l`ortofrutta al 10 % per l`olio di oliva dal +9% per la pasta al +6% per il vino che ha realizzato il record storico con un preconsuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzato oltre i confini nazionali.
I 2/3 del fatturato agroalimentare all`estero si ottengono con l`esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell`Unione Europea, ma il Made in Italy – continua la Coldiretti – va forte anche fuori dai confini europei a partire dagli Usa che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario e dove la crescita stimata per l`alimentare è del 20 per cento mentre prosegue il crollo in Russia che fa segnare un calo del 39% a causa dell`embargo che ha colpito alcuni prodotti alimentari.
L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare – conclude Coldiretti – da una piu` efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari, utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.