L’accordo del 22 settembre tra la Coldiretti, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil sulle norme dei rinnovi contrattuali è importante perché è stato raggiunto con tutti i sindacati, anche con la Flai Cgil, che pur a livello confederale non ha firmato l’accordo del 22 gennaio. Chiediamo a Romano Agrini, responsabile per la Coldiretti della contrattazione e delle relazioni sindacali un bilancio della situazione in vista dei rinnovi contrattuali. Come avete raggiunto l’accordo sulle norme dei rinnovi? Sicuramente qualche compromesso è stato necessario. Per esempio l’accordo non cita l’Ipca. Avete quindi rinunciato all’Ipca? No, la Coldiretti, insieme alle atre due associazioni datoriali e a Cisl e Uil, ha scritto una lettera per rendere noto che l’indice Ipca rimane il nostro punto di riferimento. Come farete in sede di trattativa con la Cgil? Quando le trattative sui rinnovi inizieranno vedremo se applicare l’Ipca integralmente o solo in parte. Quali sono gli altri punti importanti dell’accordo? Nel nostro settore si è deciso di non passare a rinnovi triennali, ma di continuare con quelli quadriennali sia per la contrattazione nazionale che per la decentrata. Voi avete sempre avuto una forte contrattazione a livello provinciale e regionale. Si, in un certo senso, siamo stati dei pionieri. Come si struttura la cooperazione decentrata nel vostro settore? Per quanto riguarda il contratto degli operai agricoli abbiamo una contrattazione decentrata a livello provinciale, mentre per gli impiegati agricoli è a livello regionale. E’ poi anche importante segnalare che, per esempio, per quanto riguarda gli operai agricoli, la contrattazione nazionale rappresenta, già da anni, solamente la cornice, mentre il salario viene deciso a livello provinciale. Questo ci ha permesso di tener conto delle ingenti differenze territoriali. Nel accordo del 22 settembre avete mantenuto la questione delle deroghe al contratto nazionale e ai contratti di secondo livello. Si, le deroghe hanno un ruolo per noi molto rilevante perché permettono alle parti sociali, nei momenti di crisi, di non licenziare. Questo modello dà la possibilità, per esempio, di decidere , con l’accordo di tutti, di applicare, per un certo tempo, solo l’aumento salariale deciso a livello nazionale, sospendendo momentaneamente quello deciso in sede decentrata. Quali sono le vostre aspettative per i rinnovi contrattuali? Ci aspettiamo dei rinnovi lineari. Proprio oggi abbiamo ricevuto la piattaforma unitaria per gli operai agricoli. Luca Fortis
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