La mancata tutela del marchio Made in Italy costa all’Italia almeno 300mila nuovi posti di lavoro solo nell’agroalimentare e supera i cento miliardi all’anno di mancato fatturato. E’ quanto è emerso nel corso della mobilitazione a piazza Montecitorio dell’alleanza per il Made in Italy promossa dalla Coldiretti e dalle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, insieme ai cittadini e ai rappresentanti delle istituzioni. “Il marchio Italia – sottolinea la Coldiretti – è il principale patrimonio del Paese e dovrebbe essere adeguatamente tutelato e rispettato ma, invece è spesso banalizzato, usurpato, contraffatto e sfruttato, come dimostra il caso emblematico del ‘pecorino’ prodotto completamente in Romania con i soldi dello stato italiano.
“A distanza di oltre un anno dell’ultima legge nazionale per rendere obbligatoria l’etichettatura di origine degli alimenti nessuno si è preso la responsabilità di applicarla per fare sapere agli italiani quello che mangiano”, ha denunciato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini nel sottolineare la gravità del danno poiché, secondo lo studio Coldiretti/Eurispes, il 33 per cento dei prodotti agroalimentari commercializzati in Italia o esportati per un valore di 51 miliardi deriva da materie prime importate e rivendute poi col marchio Made in Italy.
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