“Lo schema di riforma del Codice degli Appalti proposto dal Governo è un serio attacco alla corretta applicazione dei Contratti collettivi di lavoro, al principio della parità delle tutele economiche e normative nei subappalti, alla trasparenza e alla legalità. Un motivo in più per scioperare contro un Governo avverso alle lavoratrici e ai lavoratori”. Così in una nota la Cgil , mettendo sotto accusa lo schema di decreto legislativo di riforma del codice degli appalti appena licenziato dal Governo e che ora dovrà passare per i pareri della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari.
Per la Cgil “gli appalti pubblici dovrebbero essere una leva per promuovere le migliori condizioni per i lavoratori, le massime tutela e sicurezza possibili, favorendo la qualificazione e la crescita delle imprese più serie e strutturate. Tutte le proposte di modifica del Codice vanno nella direzione opposta, dalle modifiche all`articolo 11 a quelle che riguardano clausole sociali e subappalti. Se a questo aggiungiamo l`aumento dei casi in cui si potranno conferire appalti alle imprese uscenti senza gara alcuna, l`abrogazione del rating di legalità, le modifiche su finanza di progetto e appalto integrato, è chiaro il messaggio: pur di fare, non conta come e con quali rischi, per i lavoratori e per le stesse comunità locali”.
“Eppure – continua la confederazione – veniamo da anni dove, anche per impulso del sindacato, si è riusciti a conciliare velocità nei tempi, tutela nel lavoro, salute e sicurezza e anche qualificazione delle imprese, sia negli appalti di lavori che nei servizi e forniture. Lo dimostrano i tanti accordi sindacali fatti da Roma a Bologna, da Napoli a Firenze, con le grandi e piccole stazioni appaltanti. Per questo – conclude il sindacato di corso d`Italia – daremo battaglia in tutte le sedi, a livello nazionale e territoriale, con mobilitazioni, vertenze, contrattazione di anticipo, a partire dai prossimi passaggi parlamentari. Una ragione in più per scioperare il prossimo 29 novembre ed essere in piazza”.
E.G.