Il Codacons ha depositato questa mattina il prennaunciato annunciato esposto alle Procure di Roma, Milano e Torino in merito allo sciopero dei tassisti avviato ieri, 16 febbraio, che ha portato alla sospensione improvvisa del servizio, e che sta proseguendo anche in queste ore.
“La protesta dei tassisti – si legge nella denuncia dell’associazione -, per come si è svolta e senza essere stata annunciata e preavvisata, ha comportato un gravissimo pregiudizio alla collettività e all’utenza dei taxi, privata di un servizio pubblico. Nella fattispecie che ci occupa si fa riferimento alla categoria taxi rientrante nel servizio di trasporto pubblico non di linea, sottoposto ad obblighi di servizio pubblico al fine di garantire continuità, universalità e copertura territoriale.
Pertanto, anche se si volessero condividere le ragioni dei lavoratori, è indubbio che le forme di protesta devono svolgersi nel pieno rispetto e a garanzia dei servizi pubblici essenziali.
Se è vero che la Costituzione, nel rinviare al legislatore la disciplina del diritto di sciopero non intese porgli alcun limite preciso, è altrettanto vero che lo impegnò a tenere nel dovuto rispetto le esigenze fondamentali dello Stato soprattutto il mantenimento e la garanzia dei pubblici servizi. Ben potrebbero quindi evidenziarsi – spiega il Codacons – diverse responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di interruzione di pubblico servizio ex art. 331 c.p, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità ex art. 340 c.p., violenza privata ex art. 610 c.p., nonché il reato di blocco stradale che il codice penale indica tra le ipotesi di interruzione di pubblico servizio e prevede sanzioni ancor più severe per i capi e promotori di questa particolare forma di protesta.”
“Non è in discussione il sacrosanto diritto di sciopero dei tassisti, ma le modalità di protesta, che hanno avuto come unico effetto quello di arrecare un danno immotivato, illegittimo e ingiusto agli utenti – spiega il presidente Carlo Rienzi – Così come i tassisti chiedono garanzie e regole a sostegno della legalità del settore, allo stesso modo devono garantire legalità anche quando manifestano, al pari di tutte le altre categorie professionali.”