Pareri in apparenza contrastanti a casa Uil, ma che seguono un filo comune: la proposta della Fiom sulla Coalizione Sociale è da scartare. Il più cauto a giudicare l’operato della Fiom è il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani, che spiega come la Coalizione Sociale abbia prima di tutto escluso gli altri sindacati: “La Fiom non ha fatto ancora nessuna proposta alle altre rappresentanze sindacali, – spiega Pirani – e con questo si qualifica il loro operato, considerato che l’obiettivo proposto è quello di allargare la rappresentanza del mondo del lavoro e quindi raggiungere i lavoratori”. E lancia un invito: “L’unico modo per incidere sulla politica è ampliare la rappresentanza, quindi ci auguriamo un’apertura a tutti i sindacati, ma – precisa Pirani – deve avvenire sui temi sindacali, cioè l’apertura deve convergere sulla costruzione delle piattaforme contrattuali unitarie”. Per Pirani, è sì necessario puntare all’unione dei lavoratori, ma con l’allargamento ad altre associazioni “la rappresentanza dei lavoratori diventerebbe strutturalmente debole”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy: “Pensiamo sia positivo il collegamento tra rappresentanza e politica, non è un’invasione di campo come dicono in tanti, è un’operazione legittima”, ma l’apertura alla politica da parte del sindacato, “non deve avvenire in forma partitica ”. Inoltre, il segretario pone dei dubbi sull’efficacia di questo tipo di allargamento: “Sulla possibilità che la formazione di una Coalizione Sociale possa tornare utile all’allargamento delle tutele dei lavoratori, avrei qualche dubbio, per il semplice fatto che se si vogliono rappresentare tutti e quindi mettere insieme persone con interessi contrapposti, si rischia di creare più confusione e danni che altro”. Secondo Loy, è la contrattazione che dovrebbe essere potenziata invece che questo tipo di rappresentanza: “Rispetto ad altri tipi di interventi, la contrattazione in sé è molto più moderna, si fa più politica facendo il sindacato; inoltre – sottolinea Loy – questo tipo di scelte fanno sembrare che le organizzazioni sindacali non facciano bene il loro mestiere”.
Di segno più critico il segretario generale della Uil Campania, Anna Rea: “Nulla di nuovo, – dice – quello che fa la Fiom è costruire un movimento politico invece che fare il sindacato”. Sull’ipotesi di un’eventuale allargamento della Coalizione Sociale agli altri sindacati, Rea è chiara: “Noi non siamo interessati a entrarci, il nostro impegno è fare tutt’altro. E comunque non credo che a Landini interessi allargare a tutte le organizzazioni sindacali”. Inoltre, Anna Rea segue la linea degli altri segretari a proposito della contrattazione: “Bisogna mettere al centro la contrattazione nazionale, altro che salario minimo: la sfida al governo e alle imprese è questa”. E lancia un monito alla Fiom: “Se Landini vuole ricostruire un sentiero comune, per dire sulle vertenze di Finmeccanica, invece di fare al lupo al lupo dovrebbe spiegare a Mauro Moretti, l’amministratore delegato di Finmeccanica, che il suo non è un piano industriale ma finanziario. Inoltre – prosegue la sindacalista – Landini dovrebbe tornare a contrattare: con rispetto di Emergency, centri sociali e altre associazioni, con le quali abbiamo tra l’altro anche buoni rapporti, è necessario accettare il fatto che ognuno ha il suo compito; se si confondono troppo i ruoli – spiega la sindacalista – il rischio è che allargando lo spettro delle alleanze non si capisce più chi ha la responsabilità e chi no, con il risultato che nessuno sarà responsabile di nulla. Insomma – conclude Rea – della Coalizione Sociale non so che farmene”.
Ancora più netto nel giudizio sulla proposta di Landini è Stefano Mantegazza, il segretario generale della Uila-Uil: “Noi negli ultimi 24 anni – dice – abbiamo rinnovato tutti i contratti, rispetto a Landini facciamo un altro mestiere: noi siamo sindacalisti. Landini – sottolinea– non ha chiuso un contratto. La Coalizione Sociale – conclude il segretario – non ha senso, il nostro interesse è rappresentare i lavoratori”.
Emanuele Ghiani