Ieri, giovedì 22 aprile, si è svolto al Ministero dello Sviluppo economico un incontro sul gruppo CnhI; incontro cui hanno partecipato il Ministro Giancarlo Giorgetti e rappresentanti dell’Azienda e dei sindacati dei metalmeccanici.
L’appuntamento era stato sollecitato il 17 aprile scorso dagli stessi sindacati a seguito delle notizie sulla rottura delle trattative relative alla progettata cessione di Iveco, da parte di Cnhi, alla cinese Faw Jiefang. In tale occasione, con diverse dichiarazioni, i sindacati avevano sottolineato la necessità di avere al più presto un confronto sia con l’Azienda che con il Governo, dato il rilievo delle imprese coinvolte nella trattativa andata a monte.
Il Ministro Giorgetti ha accolto prontamente la richiesta sindacale. In una loro dichiarazione congiunta, Michela Spera (Ufficio industria Cgil) e Michele De Palma (Segretario nazionale Fiom-Cgil), hanno dato atto al Ministro di aver “risposto alla nostra richiesta di consolidare il confronto, affermando che oggi è partito un tavolo di politica industriale e non di crisi”.
Analoga sottolineatura da parte di Ferdinando Uliano, Segretario nazionale della Fim-Cisl, secondo cui il Governo ha confermato che “il tavolo è stato convocato dentro una logica di politica industriale e non di crisi”. Il che, sempre secondo Uliano, è “molto importante”, perché “conferma la volontà di costruire le condizioni per rafforzare CnhI e Iveco dentro una strategia di sviluppo e transizione del settore”.
Ancora più positivo, sotto questo profilo, il giudizio del Segretario generale della Uilm-Uil, Rocco Palombella. Il quale ha detto che l’incontro, “realizzato a valle della mancata vendita di Iveco a Faw”, è “la dimostrazione che il vento sta cambiando: per la prima volta non svendiamo un gioiello italiano come Iveco, ma ne riconosciamo la strategicità all’interno del panorama industriale italiano”.
E per rendere ancora più esplicito il suo pensiero, Palombella ha aggiunto che “abbiamo chiesto al Ministro Giorgetti che questa vicenda sia un esempio da seguire per evitare dismissioni di aziende che rappresentano il patrimonio italiano e una garanzia per la tenuta economica e sociale del nostro Paese”.
Tutti e tre i sindacati hanno poi fatto riferimento all’accordo stipulato al Mise il 10 marzo del 2020, accordo in cui erano state condivise le linee del nuovo piano industriale del Gruppo.
Adesso che la trattativa con i cinesi è andata a monte, pare comunque confermata la volontà di CnhI (macchine agricole e macchine movimento terra) di effettuare una separazione da Iveco (veicoli industriali). Infatti, De Palma e Spera hanno anche dichiarato che “CnhI ha confermato il piano che prevede la separazione dei settori tra On-Highway e Off-Highway e la successiva quotazione”.
Per questo – hanno proseguito De Palma e Spera – è stato chiesto al Ministro Giorgetti di “proseguire il confronto” su “l’attuazione e l’implementazione dell’accordo stipulato al Mise il 10 marzo 2020”, nonché sulla garanzia che “lo spin off di Iveco realizzi la crescita industriale e occupazionale anche per l’intera filiera in cui sono occupati migliaia di lavoratori”.
Filiera a proposito della quale va notato che proprio oggi, alla Camera, il Sottosegretario al Mise, Alessandra Todde, ha risposto a un’interrogazione relativa alla Iia, l’Industria italiana autobus (ex Irisbus). Un’altra impresa metalmeccanica che va rilanciata anche nella chiave di una visione del trasporto su gomma che risponda ai criteri della transizione ambientale.
@Fernando_Liuzzi