Lo scorso venerdì lo sciopero dei trasporti ha riportato a galla la questione della tutela dei diritti dei lavoratori, ma anche di quelli dei cittadini. Non solo, ma è apparso evidente che c’è e va risolto in fretta, un problema di rappresentanza. Sui diritti, in generale ma soprattutto in campo sindacale, di solito la discussione deraglia in faccende più complesse che quasi mai coincidono con l’oggetto del contendere. Dunque meglio lasciar perdere principi e valori ma, per le stesse ragioni, è altrettanto rischioso invocare il Parlamento.
Sulla rappresentanza almeno nel pubblico impiego e derivati – nel privato sono e resto convinto che la faccenda è appunto privata, dunque regolata dalla libera contrattazione tra le parti (a proposito che fine ha fatto l’accordo sindacati-Confindustria sulla rappresentanza?) – nel pubblico, dicevo, senza scomodare il legislatore,ma usando gli “strumenti” a disposizione qualche proposta semplice si può azzardare. Anzitutto, senza toccare il principio di libera associazione, le stesse, per costituirsi come rappresentanze d’interessi, devono presentare uno statuto-regolamento con tutti i crismi di libertà e democrazia previsti dalle norme vigenti. Tale statuto-regolamento deve avere l’imprimatur, magari, come già avviene per le libere professioni dal Ministero di Giustizia, attraverso il Cnel.
Già il tanto vituperato ma sempre vivo Cnel che dovrebbe anche “certificare” gli iscritti del settore privato come previsto dal disperso accordo sulla rappresentanza tra Cgil Cisl Uil e Confindustria. Torniamo alla certificazione di rappresentanza nel pubblico, aggiungendo che allo statuto-regolamento deve essere allegato anche il bilancio – certificato da terzi – di ogni singola organizzazione e non quello confederale o federale che sia, ma di chi rappresenta direttamente i lavoratori.
A questo punto entrano in ballo Aran e Commissione di Garanzia per gli scioperi. Aran per certificare sia il tasso di sindacalizzazione – non semplicemente il numero degli iscritti -, sia il numero dei distacchi sindacali relativi – ovviamente a totale carico della sigla che accede al diritto – . La Commissione deve imporre, senza se e senza ma, il tentativo di mediazione tra le parti. Fallita la mediazione, attraverso un referendum vincolante, la parola passa ai lavoratori. A tutti i lavoratori e non solo agli iscritti. Solo allora, nel caso prevalga l’adesione alla protesta, si può proclamare lo sciopero (che in ogni caso, nei trasporti in particolare, non può essere solo di mansione). Sembra facile. Sembra.