Aumenta il peso percentuale degli over 55 in tanti settori produttivi del Veneto, che dovranno fare i conti con l’invecchiamento dei lavoratori e un difficile ricambio generazionale interno. Quasi tutti hanno già visto salire in questi ultimi dieci anni l’età media dei loro lavoratori. Ne sono toccati pure alcuni comparti strategici per la nostra economia, per lo sviluppo e l’occupazione: dal manifatturiero, passato da un’età media di 41,22 anni nel 2013 a 43,45 nel 2023, alle costruzioni, la cui età media è salita da 39,66 a 42,18, fino alla sanità e l’assistenza sociale, da 41,29 a 43,52.
A dirlo è la ricerca di Fondazione Corazzin, il centro studi di Cisl Veneto, presentata oggi in anteprima in conferenza stampa nella sede del sindacato a Mestre. Un’indagine che per prima incrocia i dati Istat della crisi demografica con quelli Inps della composizione per età degli occupati dipendenti delle imprese private in Veneto, analizzando i comparti economico-produttivi a maggior rischio sul fronte del ricambio generazionale e concentrandosi sulle prospettive per quelli strategici. Rispetto a questi ultimi, serve anzitutto individuare interventi mirati e mettere in campo politiche strutturali per contrastare il rischio alto di insostenibilità economica e sociale.
“Lo studio evidenzia come il cambiamento demografico si rifletta direttamente sulla composizione per età dei lavoratori nei vari settori produttivi; spiegano i ricercatori di Fondazione Corazzin Francesco Peron e Stefano Dal Pra Caputo. Due le principali chiavi di lettura rispetto alle criticità per il mercato del lavoro veneto: da un lato, in futuro gli under 30 in ingresso nel mondo del lavoro non saranno sufficienti a mantenere stabile la quota di giovani lavoratori, per via della crisi demografica che non accenna ad arrestarsi (e anzi evidenzia una tendenza all’accelerazione); e dall’altro, i giovani occupati di oggi non basteranno a “compensare” domani la quota degli over 55 via via in uscita: ciò peserà su tante singole imprese e inevitabilmente sull’intero comparto”.
“Una dinamica che – se non sapremo governare i processi – per un territorio come il nostro, a forte vocazione produttiva e occupazionale rischia di avere ripercussioni pesanti: a partire da un’aggravata difficoltà di reperimento di nuovi lavoratori e da un difficile ricambio generazionale del mercato del lavoro” evidenzia il segretario generale di Cisl Veneto Massimiliano Paglini.