“Lo stop alla riconversione della centrale Enel di Porto Tolle dimostra che il sistema elettrico italiano è fuori controllo”. Così Gianni Baratta, segretario confederale della Cisle Carlo De Masi, segretario generale del sindacato elettrici Flaei hanno commentato la recente sentenza del Consiglio di Stato, che ferma la riconversione a carbone pulito della centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo). Per i due sindacalisti “nel caso di Porto Tolle, i ricorrenti alla massima istanza di giustizia amministrativa, non si sono preoccupati che: due distinte commissioni nazionali ed una regionale hanno certificato la compatibilità ambientale del progetto; i lavori di costruzione sono prossimi all’avvio; l’Enel ha già preassegnato commesse per 1,5 miliardi di euro; la riconversione porterebbe beneficio all’ambiente, alle bollette e al territorio ospitante la centrale e all’occupazione con 3000 posti di lavoro per cinque anni e 2,5 miliardi /euro di investimenti”.
“In Italia – proseguono – a prescindere da chi Governa, dai pareri scientifici, dalle certificazioni ufficiali, bisogna riflettere sul fatto che non è possibile darsi una politica energetica seria ed efficace”. “Dopo la sospensione della rinascita nucleare e la crisi del nord Africa – sostengono – gli unici progetti in grado di alleviare la dipendenza energetica italiana, sono quelli di riconversione a carbone pulito, corroborati dal sequestro della CO2: Porto Tolle (Enel) nel Veneto, Rossano calabro (Enel) e Saline Joniche (Repower) in Calabria, Fiume Santo (Eon) in Sardegna, Vado Ligure (Tirreno Power) in Liguria, vitali per il sistema elettrico nazionale, per l’economia dei Territori ospitanti e indispensabili per garantire energia elettrica a minor costo alle Famiglie ed alle Imprese italiane. In tutto, oltre 7 miliardi/euro di investimenti privati e migliaia di posti di lavoro diretti e indotti che rischiano di andare persi”.
“Il Governo – concludono – deve attivarsi per incentivare lo sviluppo e migliorare la competitività italiana dichiarando questi progetti, a partire da Porto Tolle, indispensabili e strategici per l’interesse nazionale e, in conseguenza, adottando le misure necessarie per sottrarli ai capricci o agli interessi di pochi”. In conclusione alla loro dichiarazione, Baratta e De Masi, hanno evidenziato l’urgenza della apertura di un tavolo di confronto sull’energia tra governo e parti sociali. (LF)
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