La contrattazione collettiva si conferma lo strumento fondamentale per migliorare le condizioni economiche e normative delle lavoratrici e dei lavoratori. Secondo il primo Report CISL sulla contrattazione nazionale, nel 2024 le retribuzioni orarie sono aumentate del 4,4% nell’agricoltura, del 4,8% nell’industria e del 3,6% nei servizi, con punte del 6,4% nel settore meccanico e del 5,3% nel legno-carta-stampa. Inoltre, la percentuale di dipendenti coperti da un contratto collettivo è salita dal 40% al 56%, nonostante la quota di CCNL scaduti sia passata dal 59% al 62%.Sono oltre 6 milioni i lavoratori che sono stati interessati dal rinnovo del contratto di lavoro.
Risultati che, per la confederazione di Via Po, dimostrano “l’importanza di proseguire sulla strada del rinnovo dei contratti, a partire da quelli ancora aperti, come il settore metalmeccanico e il pubblico impiego”. Per la CISL è altrettanto fondamentale “il rilancio della contrattazione decentrata, aziendale e territoriale, per redistribuire i benefici della produttività e affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità”.
“Servono relazioni industriali realmente partecipative – afferma la segretaria generale Daniela Fumarola – per garantire ai lavoratori un ruolo nelle scelte strategiche delle imprese e migliorare la qualità del lavoro. La formazione continua deve tornare al centro dell’attenzione nazionale, con un massiccio investimento pubblico e contrattuale sulle competenze, che devono diventare il fulcro di un grande accordo trilaterale. Anche per questo auspichiamo una rapida approvazione della legge sulla partecipazione, che rappresenta un passo decisivo per un nuovo modello di sviluppo fondato sulla corresponsabilità”.
Scendono, secondo il rapporto Cisl, anche i tempi attesa medi di rinnovo: 4,1 mesi nel solo settore privato e 11 mesi sul totale dei dipendenti, dato medio quest’ultimo che è stato influenzato dalla situazione del settore pubblico. Nel settore privato le retribuzioni orarie sono cresciute del 4,4% nell`agricoltura, del 4,8% nell`industria e del 3,6% nei servizi. Spiccano il + 6,4% del settore meccanico, il +5,3% del legno carta e stampa e il 5,1% del settore alimentare. Il dato rimane negativo per la pubblica amministrazione con un -14,1%.
Sono 100 i contratti leader nel settore privato su 1.017 depositati al Cnel, tutti sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil e che coprono il 96% dei lavoratori. Il numero dei contratti complessivi aumenta da 971 a 1.017. Quelli sottoscritti dalle tre confederazioni restano costanti con una copertura del 96,3% dei lavoratori.
Come costante rimane il numero dei lavoratori coperti dalla contrattazione nazionale, 14.830.000, segno che “i nuovi contratti firmati da altri sindacati sono poco e per nulla rappresentativi – sottolinea la Cisl – il fenomeno del dumping ne esce ridimensionato, ma deve essere affrontato per dare a tutti i lavoratori i migliori trattamenti economici e normativi che solo una contrattazione di qualità può dare”.
Secondo il sindacato guidato da Daniela Fumarola è “positivo che il Cnel abbia avviato un lavoro per rendere più certi e trasparenti i dati sulla contrattazione nazionale e qualificare i contratti leader. Operazione che può dare maggiori certezze ai lavoratori, ma anche alle imprese, e un riconoscimento alla contrattazione collettiva di qualità e al ruolo delle parti sociali. Il rinnovo dei contratti collettivi nazionali deve proseguire nel settore privato, a partire dalla necessità della chiusura di quello del settore metalmeccanico data la sua rilevanza (1,6 milioni di lavoratori), dopo i recenti importanti rinnovi nel settore dell`edilizia ed elettrico e l`avvio delle trattative in quello dell`energia e petrolio. In maniera particolare sottolineiamo l`urgenza di rinnovare i contratti nel settore pubblico che è in evidente difficoltà”.
Redazione