“Non possono essere i cittadini e i lavoratori a pagare per le scelte incaute dei dirigenti che hanno portato al collasso questi istituti di credito: nel caso specifico, bisogna trovare una soluzione equilibrata per risarcire i risparmiatori e salvaguardare tutti i posti di lavoro”. Cosi’ la segretaria generale della Cisl, Anna Maria Furlan, e il segretario del sindacato credito di Via Po, intervengono nella vicenda delle quattro banche salvate dal decreto del governo. L’Italia, prosegue la nota, ” ha bisogno di un sistema finanziario e bancario sano ed efficiente. Le colpe di amministratori, top manager e le omissioni evidenti del sistema di vigilanza sulle operazioni finanziarie non possono scaricarsi sui cittadini e sui lavoratori”.
“L’impostazione del decreto salva banche sta generando, in conseguenza al diffondersi di sentimenti di rabbia e paura nella clientela dei quattro istituti coinvolti, una serie di comportamenti comprensibili, ma ingiustificati che vanno dalla corsa al ritiro dei depositi costituiti presso le banche oggetto del provvedimento ad atteggiamenti ingiustamente ritorsivi nei confronti dei dipendenti delle stesse, spesso a loro volta vittime anche nella veste di risparmiatori. Ci possono essere delle soluzioni alternative all`intervento pubblico, senza scaricare i costi del salvataggio delle quattro banche sulla collettività, superando il braccio di ferro con le autorità europee. Speriamo che Governo e Parlamento le prendano in considerazione nelle prossime ore”.
“Sono anni che sosteniamo che il sistema ha bisogno di una profonda rivisitazione a cominciare dalla separazione tra banche d’affari e banche d’investimenti, un tetto preciso alle retribuzioni dei manager e la partecipazione dei lavoratori negli organismi di controllo e di indirizzo delle banche. Questa è la riforma che la Cisl e la First auspicano da tempo”, conclude la nota.