All’amministratore delegato di Intesa San Paolo bastano tre giorni di lavoro per guadagnare un anno di stipendio di un dipendente di banca. A quello di Unipol ne occorrono cinque, mentre ne servono ben dodici al direttore generale della banca Popolare di Sondrio. Otto giorni è la media per gli amministratori delegati o direttori generali delle più grandi banche e assicurazioni italiane, che guadagnano 46 volte la retribuzione di una figura media. I presidenti si limitano a 26 volte. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Fiba Cisl e presentata questa mattina a Milano, in occasione del lancio della campagna lombarda di raccolta firme a sostegno della proposta di legge popolare per mettere un tetto massimo alle retribuzioni e bonus dei top manager, nei giorni scorsi depositata in Cassazione da Fiba e Cisl. “E’ inaccettabile che in questa fase di crisi difficilissima, in cui le famiglie fanno fatica, i lavoratori perdono il posto, la cassa integrazione non arriva, i top manager di banche e assicurazioni abbiano stipendi da capogiro – ha sottolineato Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia -. Il sistema finanziario avrebbe dovuto dare un segnale: non l’ha fatto e allora avanti con l’iniziativa di legge”.
Il disegno di legge presentato prevede un tetto per la retribuzione fissa di 294 mila euro (pari a quello dei manager pubblici) e un rapporto di 1:1 per il salario variabile (come da indicazioni europee). “I bonus sono troppo elevati ed eccessivamente variabili – sottolinea Andrea Zoanni, segretario generale Fiba Cisl Lombardia -. Le remunerazioni del 2012 hanno avuto delle riduzioni negli importi variabili, ma sono state comunque pagate nonostante i risultati economici modesti o addirittura negativi”. “Questa proposta di legge non è nata oggi, è frutto della riflessione di questi ultimi anni – ha aggiunto –. E’ arrivato il momento di dire basta e di porre un limite massimo. E’ un’indicazione che ci arriva anche dall’Europa: Inghilterra, Svizzera, hanno già preso iniziative di questo tipo. Da noi se ne parla e basta. Pensiamo che sia arrivato il momento di fare sintesi”.
Nei prossimi giorni in tutta la Lombardia banchetti e gazebo per la raccolta firme saranno allestiti nelle piazze, davanti ai centri commerciali e ai luoghi di ritrovo. Obiettivo: raccogliere 50mila firme per presentarla in Parlamento.